Renzi, tra l’incudine e il martello.

Anni di recessione e di crisi economica hanno eroso non solo il potere d’acquisto degli italiani – allora costretti da Prodi e Ciampi a scambiare un euro con due mila lire – ma soprattutto il convincimento dei cittadini che il progetto europeo non sia più valido e conveniente per chi tiene famiglia e si limita a campare onestamente di solo pensione o lavoro dipendente. Stando agli ultimi sondaggi, oggi appena la metà degli italiani sostiene l’adesione alla Ue. L’altra metà, che ogni giorno che passa sta diventando maggioranza, considera l’Europa della moneta unica un vero e proprio fallimento che ha portato al drastico impoverimento del ceto medio e ad una forte erosione del potere d’acquisto dei cittadini, tanto da vedere l’uscita dell’Italia dall’euro come l’unica via di fuga possibile prima che crolli tutto.
Una dinamica, questa, che rischia di erodere i consensi di Renzi alle elezioni amministrative di giugno in favore delle principali formazioni euroscettiche quali Lega Nord e MoVimento5Stelle. La posizione conflittuale assunta da Renzi in questi giorni contro l’Europa, è dunque mossa da esigenze elettorali e dal tentativo, disperato, di ottenere una maggiore flessibilità di bilancio per tenere fede alle promesse di meno tasse per tutti e di qualche pugno di euro in più a professori, neo-diciottenni e poliziotti. Perché una cosa è certa. Se Bruxelles non allenta i cordoni della borsa, i soldi in Italia non ci sono, il rischio è quello che il “premier senza voto” finisca anzi tempo il suo mandato o per mano della Ue che non vuole dargli credito o per mano degli italiani che sono stufi di credergli. Il paradosso della schermaglia Renzi-Juncker è che gli unici a volere questo governo, tanto da nominarlo via Napolitano senza farci andare alle urne, furono proprio i panzer Juncker e Merkel. Loro sono i nostri padroni. Sono loro che ci governano. Altro che Matteo Renzi che sta al loro gioco come il due di coppe quando regna denari. Ieri hanno fatto fuori Berlusconi con lo “spread” e oggi – dopo aver ottenuto tanto, troppo, sulle pensioni, sulla flessibilità del lavoro con l’abolizione dell’Art. 18, sul nostro sistema bancario, sui profughi e sulla nostra Carta Costituzionale – Renzi, al pari di Monti e Letta, non è più adeguato al loro progetto egemonico e pensano di farlo fuori con il “bail in”. L’avessero chiesto a noi italiani se Renzi era o no adeguato, oggi non saremmo certo in questa situazione.

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