Renzi: “L’Italicum non si tocca, chi vince governa.”!

L’Italicum non si discute, dà la certezza a chi arriva prima di governare. E’ una legge molto semplice che dice che chi vince le elezioni può governare, è fondamentale nel rapporto tra politici e persone. Ed elimina il rischio degli inciuci permanenti”, spiega Renzi nella conferenza conclusiva del G7 in Giappone. “Finché c’è un sistema parlamentare in cui nessuno ha la maggioranza, è chiaro che ci saranno
le maggioranze parlamentari e gli accordi parlamentari – incalza – se nessuno alle elezioni ha preso i voti per avere la maggioranza nei due rami del parlamento, bisogna fare un accordo in parlamento. E allora, se uno vota la fiducia, come è accaduto, è evidente che è importante, se non in alcuni casi decisivo. Ma questo vale per tutti quelli che votano la fiducia. Se passa il referendum e se andiamo a elezioni con l’Italicum, basta inciuci e basta accordicchi. Chi vince governa e basta grandi ammucchiate“. E a chi continua a dargli dell’abusivo per essersi insediato a Palazzo Chigi senza passare per le urne, risponde secco: “Nessun presidente del Consiglio viene direttamente eletto. Il punto vero è che io sono andato a guidare il governo su richiesta di Giorgio Napolitano e su voto parlamentare: da un punto di vista costituzionale è tutto perfetto era una situazione di emergenza. Io ho preso un fracco di voti alle primarie, mentre in Parlamento c’è chi stato eletto con 122 click“, e torna a difendere la riforma elettorale: “Ora saranno i cittadini a scegliere, non più il blog. Molti di questi sai come vanno a casa”. E sul referendum in particolare, il premier tira dritto: “Non può esserci nessun collegamento tra legge elettorale e referendum costituzionale. Ma chi vuole votare no ha tutto diritto di farlo. Abbiamo offerto ai cittadini la possibilità di essere arbitri del proprio futuro, loro decideranno. Sono convinto che lo faranno come dicono loro non come viene suggerito da un capo di un partito o l’altro. Nessuno che sostiene la forza della politica può votare contro: è la più grande riforma di riduzione del costo della politica. Se vince il no ci teniamo le regioni come sono, se vince il sì c’è una riduzione dei politici e del costo dei consiglieri regionali. È una sfida grossa”.

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