Pnrr-Evasione Fiscale. Tra le riforme anche la riduzione del “tax gap”.

di Redazione. “Lavorare meno, Lavorare tutti!”. Questo era lo slogan della Sinistra prima di “mani pulite”. Uno slogan ancora oggi attuale con un piccolo accorgimento: senza riduzioni di salario e di pensione, ovvero con un assegno commisurato al costo della vita per poterla vivere con dignità.

Il lavoro di oggi, un pò come nella Rivoluzione Industriale del XVIII secolo che sostituì milioni di “braccia umane” con “braccia meccaniche”, si è notevolmente ridotto grazie alle moderne tecnologie informatiche che con un semplice “click” sono in grado di mettere in contatto milioni di persone da un capo all’altro del mondo.

Parallelamente il discorso andrebbe applicato anche al sistema fiscale: “Pagare tutti le tasse, per pagarne di meno!”.

Invece, in Italia ci sono i salassati dal Fisco – i “soliti fessi”, alias lavoratori dipendenti e pensionati, considerati il Bancomat dello Stato – perchè oltre alle proprie prebende deve pagare pure quelle di chi evade ed elude il fisco.

E proprio la riduzione del “tax gap” è una delle “riforme abilitanti” del Pnrr trasmesso a Bruxelles in cui il governo Draghi si impegna a ridurre la perdita di gettito nelle casse dello Stato a causa dell’evasione fiscale.
Il “tax gap” o “perdita di gettito” è una stima dell’evasione fiscale in quanto indica l’adesione spontanea, cosiddetta “compliance”, al pagamento dei tributi. Il “gap”, o “divario”, è la differenza tra le imposte che vengono effettivamente incassate dalle amministrazioni fiscali e quelle che si incasserebbero in un regime di perfetto adempimento spontaneo alla legislazione esistente.
Tornando a noi e al nostro Recovery Plan, “l’evasione fiscale – si legge nella versione inviata alla Ue – aggrava il prelievo sui contribuenti onesti, sottrae risorse al bilancio e introduce distorsioni” nell’economia.

Per ridurlo si punta all’ulteriore incentivazione della “compliance”, con l’introduzione dal 2023 della precompilata Iva, e al potenziamento dei controllo sui contribuenti a maggiore rischio di evasione, con strumenti avanzati di data analysis e con l’interoperabilità delle banche dati. Completa il quadro il federalismo fiscale, a cui si punta a dare attuazione entro l’inizio del 2026.

 

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