Rassegnati a un’Italia decadente, infangata e cialtrona?

di Enzo Sanna. Leggere sui giornali o, peggio, udire nei talk show gli interventi dei politici italiani in merito alla vicenda Telecom, lascia esterrefatti. Quando poi l’amministratore delegato di Telecom, Bernabè, dichiara candidamente di non essere informato circa i movimenti relativi al passaggio di proprietà dell’azienda da lui diretta da anni, si rimane allibiti. Questo signore guadagna in dodici mesi quanto servirebbe a garantire il reddito a centinaia di pensionati o a dar lavoro a centinaia di persone e, stanti le cose come sono, a un migliaio di giovani precari. Bernabè non sapeva? Una tale affermazione dovrebbe comportare di per sé le immediate dimissioni. Invece, incurante della misera figura, ora tenta di cavarsela
cavalcando i “nulla di scontato” in relazione al passaggio di proprietà, in buona compagnia dei politici di turno, nella speranza di potersi garantire la continuità dell’incarico, allo stato dei fatti più dannoso che inutile. Ma in questa Italia scandente, anzi scaduta al pari dello yogurt sulla cui confezione la data stampata sull’etichetta non dia più speranza, continuiamo a chiederci quanto ci sia di forma e quanto di sostanza in stupidate quali le annunciate dimissioni dei parlamentari Pdl. Per quale ragione nella dichiarazione di dimissioni non appare il termine “Irrevocabili”? Costoro sono liberissimi di farsi mantenere da un plurinquisito, pluri-condannato, pluri-recidivo personaggio d’infinito squallore, erigendolo a loro simbolo, ma non hanno alcun diritto d’imporlo alla nazione, soprattutto dopo i dimostrabili immensi danni procurati a tutti noi. E poi, non erano loro a chiedere che le pene comminate ai condannati dovessero essere scontate? Ma per loro, come noto, i cittadini non sono tutti uguali di fronte alla legge. La differenza sta nei miliardi in saccoccia. In quanto a prodotti scaduti, non può non citarsi Bersani e la sua recente performance alla trasmissione “Otto e mezzo” in cui, incalzato dal giornalista Scanzi del “Fatto Quotidiano”, ha fatto una tale barbina figura da venir voglia di regalargli una pala allo scopo di provvedere lui stesso alla bisogna. Persino la conduttrice Lilli Gruber si è trovata più volte in difficoltà nel ruolo di crocerossina impegnata ad assistere il “nostro” nel corso dell’intera trasmissione. Fatica sprecata. E i cinquestellati? Mentre i personaggi citati sopra presentano una data di scadenza già passata, questi altri sembra abbiano manomesso l’etichetta modificandone artificiosamente la validità, ma chi apre la confezione non ha difficoltà a comprendere dall’olfatto e, peggio, dal gusto che si tratta di roba abbondantemente scaduta dai tempi de “L’uomo qualunque” di tale Guglielmo Giannini. Insomma, gente inutile, se i numeri sugli scranni parlamentari e gli umori dei loro capoccia non la rendessero a volte dannosa. Ci si stupisce, poi, qualora l’Italia diventi terra di shopping a prezzi di realizzo per i capitali del mondo intero? Provoca pena infinita, superata l’ilarità, il pronunciamento del Copasir sul caso Telecom circa la funzione “strategica” delle telecomunicazioni. Se ne accorgono ora? Forse ricordano l’uso fattone in merito a certe intercettazioni. Scomodare sul tema Napoleone Bonaparte, e prima ancora l’impero romano, rischierebbe di essere fuorviante, anche perché interverrebbe subito qualcuno dei componenti il Comitato a precisare con acume come a quei tempi non esistessero ancora le “tele”-comunicazioni. E dove sono gli industriali, coloro i quali contribuirono in passato a fare dell’Italia una delle nazioni più industrializzate del mondo? Tutti scomparsi, sostituiti spesso da figli non altrettanto motivati, oppure dai Marchionne e suoi emuli i quali hanno scoperto la nuova frontiera del capitalismo italiano: la delocalizzazione. Come dar loro torto. Un operaio polacco guadagna un terzo del collega italiano, uno dei Balcani incassa ancor meno, con più ore lavorative e senza diritti da accampare. Tutto questo in gergo viene definito produttività, anche se per il consumatore italiano il costo delle auto Fiat appare impermeabile alla faccenda, mentre i drammi per i lavoratori che perdono il posto sarebbero inaccettabili in una società solo di poco meno ingiusta. Una classe politica irresponsabile e deteriorata, incapace di affrontare le sfide moderne, e una classe imprenditoriale ancor peggiore fanno dell’Italia una nazione “scaduta”. Eppure esistono ancora sacche di resistenza sia in politica che in economia. Individuiamole e sosteniamole, per ripartire; non rassegniamoci al declino verso cui certuni ci stanno spingendo. Lo meritano i nostri figli, ancor prima di noi.

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