‘Qui! Ticket’, i Buoni Pasto… Buoni a Nulla!

I ‘Buoni Pasto’ dei dipendenti pubblici, una delle risorse economiche di questa categoria di lavoratori già messa a dura prova dai morsi della crisi, sono ormai diventati di sempre più difficile spendibilità, tanto da diventare ‘Buoni a Nulla’!
Eppure per legge, supermercati, ristoranti, bar, e gastronomie, devono accettare i buoni pasto. Ma si sa come funziona in Italia il rispetto delle regole, e così va da sé che ogni esercizio commerciale fa un pò come gli conviene e ciclicamente si ripresenta il solito problema dei buoni pasto, con alcuni supermercati – sempre più rari, costosi e irraggiungibili – che li accettano, altri che li rifiutano categoricamente, altri che li accettano solo per la metà dell’importo speso, altri ancora escludendo i prodotti in offerta, ecc, ecc. Ma da alcuni giorni le cose stanno cambiando in peggio. Da qualche tempo, infatti, i commercianti rifiutano i buoni pasto in toto o solo quelli di alcune società – vedi la ‘QUI! TICKET’ – come forma di pagamento, arrecando un forte danno economico al lavoratore dipendente. I motivi di tale rifiuto? I tempi per incassare i buoni pasto sono troppo lunghi e soprattutto le trattenute su di essi sono troppo alte e in questo periodo di crisi i commercianti dichiarano di non poterselo permettere. C’è anche chi, continuando ad accettare i buoni pasto come forma di pagamento applica sui prodotti dei rincari che non trovano giustificazione se non quella di rifarsi sui lavoratori delle inefficienze burocratiche e amministrative di chi gestisce il business dei buoni pasto! E noi, da ingenuotti, torniamo a chiederci: ma perché lo Stato invece di mettere in piedi tutto ‘sto carrozzone non paga l’equivalente in denaro? Perché il valore dei buoni pasto non viene ‘monetizzato’ in busta paga? Ai più smaliziati la risposta non mancherà di certo.

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