Questa Ue impone solo sacrifici e mai… una gioia!

Il rapporto Oxfman del 2016 sulla disuguaglianza nel mondo ha stigmatizzato che la ricchezza è sempre più patologicamente concentrata in poche mani, lasciando le briciole al resto del mondo. Per cui ci sono i ricchi che diventano sempre più ricchi e i poveri che non solo diventano sempre più poveri, ma che per colpa delle politiche economiche ‘globali’ stanno trascinando dalla propria parte, sul fondo del baratro, anche il ceto medio, ovvero coloro che fino a poco tempo fa riuscivano ad arrivare a fine mese mettendo pure qualche soldino da parte.
Il fenomeno riguarda soprattutto l’Italia dove i sette più ricchi possiedono quanto il 30% dei più poveri, dove corruzione, malaffare, evasione fiscale, debito pubblico, disoccupazione, condizioni di lavoro precarie e retribuzioni sotto la media europea, sono un cancro che ‘sembra’ incurabile. ‘Sembra’, perché la cura, in realtà, ci sarebbe ed è quella di redistribuire equamente la ricchezza, stanare gli evasori, tassare i più i ricchi e ribadire una volta per tutte un principio semplice e chiaro: uno Stato si fonda sulla sovranità popolare e monetaria, sulla legalità, sul controllo dei suoi confini e dei propri interessi a difesa dei suoi cittadini. Ma questo non sarà possibile fino a quando l’Italia resterà legata mani e piedi a questa Unione Europea che impone solo sacrifici e mai… una gioia! L’egemonia tedesca sull’Europa ha sinora generato malessere sociale e povertà, ha annientato le economie degli altri Stati membri, pretendendo il rispetto di assurdi parametri nel nome di una nefasta globalizzazione che per mano della moneta unica ha trasformato quelle che dovevano essere delle opportunità nello stare ‘uniti’ –  l’Unione Europea fa la forza – in ognuno faccia ciò che vuole, meglio se fa quello che impone Berlino, e vinca il più forte, manca dirlo la Germania! Così ci siamo ritrovati sudditi della Merkel – senza che mai nessuno ci abbia chiesto se e come volevamo entrare a far parte di questa Ue – col cappio al collo del ‘pareggio di bilancio’, con centinaia di migliaia di clandestini che hanno più diritti dei cittadini, con le regole dell’economia e del commercio decise non in base alle necessità del popolo, ma agli interessi delle Banke e delle Multinazionali. Sono passati settant’anni dalla fine della Seconda guerra mondiale, ma l’impressione è di essere tornati al punto di partenza, quando ‘qualcuno’ pensava di conquistare il mondo. Oggi l’Europa ha un problema e quel problema si chiama Germania! Benissimo ha fatto l’Inghilterra a uscire fuori dalla Ue. Malissimo facciamo noi a restarci ancora dentro. Usciamone e torniamo a respirare, prima che sia troppo tardi!

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