Quello che gli psicologi non vogliono sentirsi dire.

di Caterina Steri. Ci sono delle affermazioni che gli psicologi non vogliono assolutamente sentirsi dire, come se al solo udirle venisse loro una forte orticaria. Certo, pensandoci un po’ sono cose che potrebbero far sorridere, ma sul momento non vengono affatto gradite. Ne sento spesso, ora meno perché in fin dei conti, mi concedo sempre, o quasi, di esplicitare cortesemente il mio disappunto.
E mi fa sorridere come chi mi conosce bene quasi si diverta ad assistere a questi scambi. Ora cercherò di farvi un piccolo elenco di quelle frasi che ci infastidiscono tanto.
– “Vorrei fare una chiacchierata con lei”. Partendo dal presupposto che per chiacchierata si intenda una “conversazione prolungata tra amici, per passatempo”, se andando dallo psicologo o dal terapeuta avete la sensazione di aver vissuto ciò che avete appena letto, allora sappiate che non avete lavorato per nulla ma avete sprecato solo tempo e denaro.Infatti, nello studio di uno psicologo non si chiacchiera, ma il professionista fa uso di uno strumento molto importante ed efficace che è quello del colloquio, una tecnica di studio del comportamento umano atta a raccogliere informazioni, motivare ai fini terapeutici ed informare.– “Non vado dallo psicologo perché posso parlare ai miei amici o parenti”. Anche questa affermazione si lega alla prima. Il colloquio psicologico è ben lontano dalla chiacchierata con amici e parenti per i motivi che vi ho elencato sopra e perché quello con lo psicologo è un rapporto unidirezionale dove il professionista è a totale disposizione del paziente, dove tutto si svolge in funzione del suo benessere senza la minima intromissione emotiva. Fenomeno che non avviene in altri tipi di relazioni non professionali.– Un’altra affermazione urticante è quando una persona, che non ha nulla a che fare con il tuo lavoro, ad esempio l’amico dell’amico che ti viene presentato il sabato sera al pub, che dopo aver saputo che lavoro fai esclama ingenuamente: ”Aiuto! Adesso mi analizzi?” “Secondo te sono matto??” Mio carissimo amico del mio amico, ma secondo te il sabato sera al pub di fronte ad un drink sto pensando a lavorare o sto pensando a rilassarmi e a godermi un po’ la vita con le persone a cui voglio bene? E soprattutto, pensi che io sia dotata di bacchetta magica per capire in due secondi come tu sia fatto e quale sia il tuo disagio? Ebbene, sappi che così non è…– “Il tuo lavoro consiste nello stare seduta ad ascoltare i fatti della gente e non è faticoso”. Come se tutto si riducesse ai cinquanta minuti di colloquio senza nessuna preparazione al di fuori di esso.– Passiamo poi a “Con il tuo lavoro dovresti capirmi e accettare ciò che faccio” Si cara mia, con il lavoro che faccio dovrei capire mille cose, ma se tu provi a prendermi a pesci in faccia o a giustificare tutte le tue insensate azioni con la scusa che tanto poi capirei, io non riuscirei a  star ferma a guardare. Piuttosto sollevo i tacchi e me ne vado. Sai com’è? Con il lavoro che faccio, fortunatamente riesco a distinguere le persone negative da quelle positive e a difendermi dalle prime.– “Tu non hai problemi.” In che senso, scusa?- Non è che la specializzazione in psicoterapia mi esuli dai problemi della vita, come a dire che i medici essendo tali non siano a rischio di malattia. Forse sono consapevole delle risorse che ho e riesco ad usarle, ma questo è frutto sicuramente della mia volontà e del lungo e duro lavoro di psicoterapia personale che ho affrontato in prima persona.
– “Siamo tutti un po’ psicologi!”. Questa è una delle mie preferite. Di rimando mi verrebbe da dire che sono un po’ psicologa, parrucchiera, medico, estetista e perché no, anche astronauta! Chi di noi in fondo da bambini non ha sognato almeno una volta di andare sulla luna? E sapete perché noi psicologi non le vogliamo sentir dire tutte queste frasi che vi ho elencato? Semplicemente perché siamo esseri umani, tanto quanto le persone che le affermano. E perché il nostro mestiere è fatto di peripezie, difficoltà, grossi pregiudizi, anni di investimento economico, energetico e temporale per raggiungere un’adeguata formazione e di percorsi terapeutici individuali molto duri.


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