Caos Primarie: si vota per un leader o per un premier?

di Francesco Scolamiero. Corrado Guzzanti aveva già capito tutto nel 2001, la Casa delle Libertà, antesignana del PDL, era il luogo dove ognuno faceva come gli pareva. Sono passati tanti anni ma l’epilogo del partito fondato da Berlusconi si avvia verso questa strada, anzi la realtà sta superando la fantasia. Credo sinceramente che il personaggio interpretato da Guzzanti sarebbe anche più credibile di tanti candidati alle primarie del PDL. Molti sostenevano che il PDL, dopo l’abbandono di Berlusconi, sarebbe esploso e ciò sta regolarmente avvenendo. Buona parte della colpa è di Berlusconi che non ha per tempo studiato il modo per far diventare il PDL una realtà stabile della politica italiana e non una meteora legata a doppio filo al destino del suo leader. Tanti sostengono che non poteva essere altrimenti, perché Berlusconi è entrato in politica per salvarsi e salvare le sue aziende. In parte è vero e in parte no, anzi io credo che una spersonalizzazione del PDL avrebbe favorito quella ‘exit strategy’ per uscire da vent’anni di democrazia bloccata. Con queste primarie raffazzonate senza regole e per di più a pochi mesi dal voto non si risolverà nulla, anzi si peggiorerà la situazione. Il PDL sta commettendo lo stesso errore del PD, ovvero una sovrapposizione fra leadership del partito e leadership di governo. Come ho detto riguardo le primarie del centro sinistra, mi sembra si stia saltando un passaggio, prima bisognava decidere la leadership del PD (se era necessario cambiarla) e in un secondo momento aprire le primarie di governo alle altre forze della coalizione. Lo stesso sta avvenendo nel PDL, lasciando stare la credibilità o meno di certe candidature, questi signori si stanno candidando alla guida del PDL o del Paese? Il PD nelle sue primarie di governo, aveva tre candidati PD (Bersani, Renzi e la Puppato) e due di altre forze politiche Vendola (SEL) e Tabacci (API). Nel PDL abbiamo 10-12 candidati (ancora non si sa quanti di preciso) per un partito che le proiezioni più ottimistiche danno al 15%, se facessimo una media aritmetica ogni candidato non avrebbe più dell’1% dei consensi del Paese. E anche se volessimo prendere i dati delle ultime elezioni circa il 35% avremmo quote individuali del 3-4%. Ho semplificato molto con il discorso della media aritmetica, qualcuno prenderà più voti altri meno, ma stiamo sempre parlando di percentuali non da leader di un partito di massa. Certo se poi l’obiettivo del Popolo delle Libertà è semplicemente che ognuno faccia come gli pare, il traguardo è a portata di mano

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