P.A., fuori gli anziani dentro i giovani: un grande progetto di staffetta generazionale o una grande campagna elettorale?

I soldi non ci sono per pagare decentemente i dipendenti pubblici in servizio in maniera adeguata a quanto avviene nel resto d’Europa. I soldi non ci sono neppure per pagare le pensioni agli esodati del lavoro privato vittime sacrificali della riforma Fornero. Ma il governo Renzi insiste sulla staffetta generazionale nella Pubblica Amministrazione: mandare a casa i dipendenti anziani, per assumere i giovani disoccupati!  “Un grande progetto di staffetta generazionale con un processo di riduzione non traumatica dei dirigenti e dei dipendenti vicini alla pensione per favorire l’ingresso di giovani”. Così il ministro per la Semplificazione e la Pa, Maria Anna Madia, illustrando alle commissioni Affari costituzionali e Lavoro della Camera le linee programmatiche del governo Renzi. “Se non si fa, non ci può essere rinnovamento dell’amministrazione, ma solo agonia. Io credo, noi crediamo – ha sottolineato – che l’amministrazione non può permettersi, e nemmeno serve, il blocco del turn over. Invece è necessario fare scelte consapevoli per operare un rinnovamento anche con competenze fresche”. 
Belle le parole, ottime le intenzioni, scarse, anzi, praticamente assenti le risorse economiche per attuare la staffetta generazionale nel pubblico impiego! Siamo a tutti gli effetti in campagna elettorale!!!
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… MA LA MINISTRA FA I CONTI SENZA L’OSTE! La ragioneria dello Stato ha sostanzialmente bocciato la proposta del Ministro Madia di un “ricambio generazionale” all’interno della PA, col pensionamento dei dipendenti più anziani per far posto ai giovani. Un’idea, quella del ministro, che nei giorni scorsi era stata bocciata da più parti: in primis dai sindacati. Ma lei, tira dritta per la sua strada sostenendo che le risorse per attuare il ricambio generazionale si sarebbero generate dai “risparmi”. Oggi lo stop: “Se prevedo un ricambio, ho da pagare una pensione in più e uno stipendio e poi ci sono gli effetti sull’anticipo dell’età pensionabile e quello della buona uscita, c’è un impatto” ha spiegato il capo dell’Ispettorato generale per la spesa sociale della Ragioneria Generale dello Stato, Francesco Massicci, parlando di fronte alla commissione di controllo sull’attività degli enti previdenziali. Secondo Massicci, l’operazione sarebbe a costo zero “se si manda via una figura diventata obsoleta che non si deve rimpiazzare, ma la condizione viene meno se invece si manda via una figura che deve essere sostituita”. Massicci ha fatto anche un esempio: “Se pensioniamo gli insegnanti di lettere, ma resta la cattedra e devo rimpiazzarli, abbiamo da pagare la pensione, lo stipendio e la buonuscita”. E’ c’è da considerare anche “un effetto sull’anticipo dell’età pensionabile”. La legge, ha osservato, “deve prevedere una copertura perchè c’è una spesa pensionistica in più”.

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