Il governo approva il ‘reddito di inclusione’, ma cambiando l’ordine degli addendi… la povertà non cambia!

Il governo, rincorre i 5stelle sul ‘reddito di cittadinanza’, e approva il decreto legislativo che introduce il ‘reddito di inclusione’ (Rei). L’iter prevede ora il passaggio alle Camere per il parere e il via libera definitivo da parte del governo. Lo strumento del Reddito di inclusione (ReI) potrà così diventare esecutivo dal 1° gennaio 2018. La misura si rivolge a una platea di 400 mila famiglie, pari a circa 1,8 milioni di persone.
Il Rei sostituisce il Sia, sostegno all’inclusione attiva, e anche l’Asdi, l’Assegno di disoccupazione: praticamente il governo cambia ‘nome’ alle cose, ma poi le cose rimangono sempre quelle, perchè cambiando l’ordine degli addendi la somma (ovvero la povertà degli indigenti) non cambia! Insomma, quella varata ieri dal Consiglio dei ministri è una misura sociale ideata per motivi politici e portata a termine con tempi e modalità che fanno pensare alla prossima campagna elettorale. Ed infatti entrerà in vigore nel 2018, proprio a ridosso del voto. L’importo dell’aiuto corrisponde al massimo a quello dell’assegno sociale per gli over 65 senza reddito, pari a 485 euro al mese. L’importo, per una durata massima di 18 mesi, dipenderà dal numero dei componenti della famiglia e dalla situazione familiare e reddituale. Si tratta di uno strumento universale ma selettivo, “condizionato alla prova dei mezzi sulla base dell’indicatore della situazione economica equivalente (Isee) tenendo conto dell’effettivo reddito disponibile e di indicatori della capacità di spesa, nonché all’adesione ad un progetto personalizzato di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa finalizzato all’affrancamento dalla condizione di povertà”. I limiti Isee sono stati fissati a 6.000 euro, con un valore del patrimonio immobiliare, diverso dall’abitazione di residenza, non superiore a 20mila euro. Sarà rivolto sia a cittadini italiani sia stranieri, ma viene fissato un periodo minimo di residenza nel territorio nazionale per avere diritto al beneficio. In sostanza, per usufruirne occorrerà essere al di sotto di un certo livello di reddito secondo i parametri Isee, essere residenti in Italia da almeno 2 anni ed essere disponibili a seguire programmi di inserimento lavorativo per evitare che gli assistiti rimangano intrappolati in una condizione di bisogno. Il Rei, all’interno dei parametri Isee fissati, è compatibile con lo svolgimento di un’attività lavorativa, mentre non è possibile ricevere contemporaneamente la Naspi o altre forme di ammortizzatori sociali per la disoccupazione. Non potranno ottenere il Rei i proprietari di imbarcazioni, o auto e moto immatricolati nei 24 mesi precedenti la richiesta del sussidio.

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