Più tasse e meno salario: Buon Natale, nell’inguaribile speranza di un anno nuovo… migliore!

A fine anno è buona abitudine sia a livello personale, ma soprattutto per aziende ed imprese, famiglie, società e intere nazioni, fare un bilancio di quanto si è combinato di buono e di cattivo, di quelle che sono state le entrate e le uscite nell’arco dei dodici mesi. Bè, per quanto riguarda la situazione italiana, in generale, il bilancio è decisamente negativo: un bilancio in rosso!
Nel Belpaese solo un indice è in costante crescita, quello delle tasse. Per tutto il resto è recessione: crescita zero, stipendi e pensioni al palo, disoccupazione alle stelle, imprese che abbassano per sempre le saracinesche.
L’Italia sta attraversando la crisi economica più nera dal dopoguerra ad oggi, e le ricette, le cure e le medicine propinate da chi preposto a “salvare la patria” si sono rivelate del tutto inadeguate e hanno persino rischiato di ammazzare il paziente Italia!
Troppe tasse, salari e pensioni al disotto della media europea, costo della vita decuplicato nel passaggio Lira-Euro, hanno massacrato l’economia e frenato i consumi. Se si va avanti di questo passo sarà impossibile rilanciare la crescita e lo sviluppo. Altro che luce in fondo al tunnel, qui è buio pesto!
Non sappiamo più in quale lingua dirglielo a questa politica che sino ad oggi non ha saputo fare altro che traghettare l’Italia da una crisi all’altra.
E’ vero, siamo ancora in Europa e al limite della fatidica soglia del 3% del terribile rapporto debito pubblico/pil, ma a quale prezzo?
Le scellerate politiche della casta hanno provocato uno sfascio sociale, economico e culturale che sconteremo ancora per tanti anni. Ma, adesso occorre un salto di qualità che solo la buona politica può garantire. Una politica riformista e riformatrice, che premi l’innovazione e gli investimenti, che favorisca i giovani e le donne, che rivaluti il ruolo degli anziani, immense risorse finora tenute a marcire in soffitta. 

L’Italia – nonostante tutto e, soprattutto, nonostante “loro” – è un grande Paese in grado di affrontare e vincere le sfide che le si parano davanti. 

Basta solo cominciare! 
Non è la solita retorica di circostanza, ma la consapevolezza maturata in secoli di storia: gli italiani tirano fuori il meglio nei momenti di difficoltà! Speriamo che la “generazione dei quarantenni” che oggi ha praticamente occupato tutti i posti che “contano”  riesca finalmente in questo intento e non faccia come la vecchia politica, corrotta e sciupona, supponente e autorefenziale, che dagli italiani ha saputo tirar fuori solo milioni di euro da investire non in opere pubbliche e per il raggiungimento del bene comune, ma solo per difendere, mantenere ed accrescere il proprio status quo.
Adesso “loro” non hanno più scuse. Adesso o mai più, o dentro o fuori!
Ma il vero cambiamento è nelle mani dei cittadini perché è dal basso che partono le vere rivoluzioni sociali e culturali di un’intera nazione, perchè molto presto – e bontà loro, con una nuova legge elettorale – gli italiani saranno chiamati a scegliere una nuova classe dirigente alla quale delegare l’arduo, ma non impossibile compito di far uscire l’Italia dalle paludi della crisi economica, e condurla verso orizzonti nuovi, per riappropriarsi del ruolo da protagonista nell’Europa e nel mondo intero. Ruolo che le compete per nascita e che la storia le impone di diritto e per dovere.

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