Più li bombardiamo, più loro porteranno la guerra in casa nostra!

di Massimo Fini. L’occidente ha fatto un errore capitale. È andato a intromettersi in una guerra in cui non c’entrava, quella tra sciiti e sunniti. Americani e francesi in particolare hanno bombardato gli uomini dell’Isis e quindi ci si poteva sicuramente aspettare che loro avrebbero portato la guerra in Europa, ovviamente nei modi in cui gli è possibile,
e cioè con il terrorismo kamikaze. Dunque non è affatto una sorpresa. Noi da 15 anni facciamo una guerra al mondo musulmano, prima l’Afghanistan, poi l’Iraq, poi la Somalia per interposto Etiopia e poi la Libia. È chiaro che a un certo punto tu crei un fenomeno di musulmanesimo radicale come l’Isis. Siamo in guerra da 15 anni ma non ci siamo accorti che eravamo in guerra, perché tanto eravamo solo noi a colpire, perché i bombardieri e le armi tecnologiche le abbiamo noi e qui non abbiamo mai avuto la percezione di essere in guerra. Adesso invece capiamo che la guerra può entrare anche in modo sistematico nel nostro mondo. Lo spaccio per l’Isis l’abbiamo creato proprio noi, prima abbattendo Saddam Hussein e poi aiutando i rivoltosi contro Bashar Al Assad, quindi creando lo spazio proprio fisico per il califfato. Giustamente rabbrividiamo vedendo quello che succede a Parigi. Però noi facciamo esattamente la stessa cosa. Un comunicato del califfato dice: “voi ci bombardate, uccidete i nostri bambini, adesso bevete dalla stessa coppa”. È una logica tremenda ma è una logica che riguarda entrambe le parti, perché quando tu spari un missile con un drone, forse uccidi un paio di guerriglieri ma uccidi magari anche altre 100 persone, e questo lo stiamo facendo da tempo. Vendere armi è sempre stato un affare di chi ce le aveva, quindi del mondo occidentale sostanzialmente. E si può pensare alla guerra Iraq-Iran dove per 5 anni abbiamo dato armi all’uno e all’altro perché si ammazzassero meglio e poi abbiamo deciso che l’Iran non doveva vincere. E allora abbiamo dato le armi solo a Saddam Hussein. Questo è il business occidentale. È il cinismo occidentale. L’Europa sa che l’Arabia Saudita finanzia l’Isis ma non prende provvedimenti come non li prendono gli Stati Uniti perché l’Arabia Saudita è un nostro alleato. In Arabia Saudita ci sono le basi americane, in Arabia Saudita c’è la sharia ma nessuno si è mai sognato di contestare questo sistema, mentre a talebani e afgani gli stiamo facendo la guerra da 14 anni. La forza dell’Isis sta nella nostra debolezza, da una parte ci sono uomini che vanno a morire come se fumassero una sigaretta e dall’altra c’è un Occidente che non ha più valori. Il terrorismo che abbiamo visto a Parigi non viene dai migranti, viene da gente che vive qui, che magari è andata in Siria, in Iraq a addestrarsi ma sono cittadini belgi o francesi a tutti gli effetti. Credo che invece se si vuole fare la guerra all’Isis sul serio bisognerebbe mandare le truppe nel califfato invece di far fare il lavoro duro ai curdi e agli iraniani. Non è una questione di ridurre i diritti civili a zero per combattere il fenomeno Isis. Basterebbe fare una guerra reale all’Isis e forse lo si eliminerebbe, anche se l’Isis è un fenomeno complesso, lo vedo più come un’epidemia ideologica. Infatti si espande, è partito da lì ma si espande in Egitto, in Libia, in Bangladesh e ha una forte attrazione proprio perché questi hanno valori fortissimi, per sbagliati che siano, in confronto a mondi come il nostro che non ha più valori, ha delle formule, delle regole. Purché si rispetti la legge è lecito a chiunque mantenere la propria cultura. Uno si può integrare o non integrare. Comunque più bombardiamo quei mondi, più loro porteranno la guerra da noi. 

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