Per molti eletti 5stelle è stato un vero e proprio colpo di fortuna, una favorevole congiuntura astrale. di Gerardo Lisco

di Gerardo Lisco. Il dibattito nel M5S ogni giorno che passa si fa sempre più acceso, le posizioni si differenziano e l’impressione che se ne ricava è che dopo gli stati generali previsti per il 29 marzo p.v. imploderà.

Navigando in rete e scorrendo i giornali leggo dichiarazioni, analisi e commenti di esponenti del M5S surreali. Ciò che emerge è la mancanza di realismo politico. A scanso di equivoci e per evitare sciocche strumentalizzazioni alle elezioni regionali e a quelle europee ho votato M5S, alle politiche del 2018 ho votato LeU. La mancanza di realismo del gruppo dirigente del M5S viene da lontano.

Se il M5S fosse stato realista avrebbe analizzato in modo serio e approfondito il voto politico del 2018 traendo le giuste conclusioni. Purtroppo, come accade spesso, quando si vince si pensa di essere dalla parte della ragione a prescindere e non si ha voglia di capire le ragioni che hanno determinato la vittoria.

Altro dato sul quale riflettere, prendendone atto, è l’elevato numero di opportunisti eletti nelle proprie file. L’individuazione dei candidati, molti poi eletti, più che frutto di un ragionamento politico, appare come il risultato di favorevoli congiunture astrali.

A titolo di esempio cito l’On. Frate, il Sen. De Falco, il Presidente della squadra di calcio del Potenza Caiata eletto Senatore con i voti del M5S , espulso, diventato coordinatore regionale di Fratelli d’Italia.

Il M5S è apparso come uno spazio politico da occupare e in molti hanno colto l’occasione per candidarsi, per essere eletti e per occupare postazioni di diverso tipo. I risultati dei tanti che hanno percepito il M5S come un’occasione da cogliere è sotto gli occhi di tutti. Per molti è stato un vero e proprio colpo di fortuna.

Il M5S pur avendo onorato molti degli impegni presi durante la campagna elettorale sta crollando in termini elettorali, il che prova due cose: non tutti coloro che hanno votato M5S lo hanno fatto per il programma; che una parte consistente degli eletti non è in grado di garantire nemmeno il proprio voto.

Il M5S paga il fatto di non essere radicato sul territorio, di essere privo di quadri politici adeguati, di non avere una visione e di essere un prodotto mediatico. Alcuni pensano che il M5S debba ritagliarsi uno spazio terzo rispetto a centrodestra e centrosinistra sperando in questo modo di svolgere la funzione di ago della bilancia alleandosi in parlamento determinando governo e programma. Una scelta di questo tipo è la morte del M5S.

L’analisi dei flussi elettorali dicono che di quel 32% e passa raggiunto alle elezioni politiche del 2018 gli elettori di destra hanno lasciato già da tempo il M5S e coloro che ancora prestano attenzione al M5S sono elettori di sinistra che non vogliono votare il PD e nemmeno le tante sigle autoreferenziali che si contendono la sua sinistra. Questo elettorato in caso di un confronto radicale con la Lega potrebbero scegliere in parte di turarsi il naso e votare centrosinistra e in parte di astenersi.

Al M5S sfugge che sono già in tanti coloro che sperano di ritagliarsi un ruolo questo tipo.

Il contesto attuale, caratterizzato dalla contrapposizione tra elites e classi sociali subalterne, richiede scelte radicali all’insegna del rafforzamento della Democrazia che non può prescindere da politiche di giustizia e di uguaglianza sociale.

Il M5S ha bisogno di essere rifondato se non addirittura fondato. Per fare questa operazione deve dare meno ascolto a Travaglio e Scanzi. I due devono vendere il giornale che stampano, hanno individuato un target preciso e a quello si rivolgono, che è altra cosa dal governare un Paese o dall’essere forza politica di opposizione.

Il M5S deve prendere atto che c’è un elettorato, che pur avendo votato in passato PD, oggi, non è più disponibile a farlo. Il PD è un partito liberal-democratico collocato al centro dello schieramento politico alla ricerca di potenziali alleati alla sua sinistra. Alleati possibilmente subalterni. Decreto Dignità, Reddito di Cittadinanza, dibattito parlamentare sull’ESM, rilancio della funzione dell’intervento dello Stato in economia, acqua pubblica, riduzione del cuneo fiscale, rilancio dell’idea della nazionalizzazione di alcuni settori produttivi, sono tutti questi provvedimenti dai quali si evince una specifica attenzione al tema dell’uguaglianza sociale caratterizzando il M5S come soggetto politico dotato di cultura e visione politica Socialista.

Altri provvedimenti mi lasciano perplesso.

Ad esempio la riduzione del numero dei parlamentari richiama le battaglie del Partito Radicale contro la partitocrazia che hanno aperto la strada alla trasformazione del sistema politico da Democratico in Liberale ed Oligarchico favorendo l’assoggettamento della politica agli interessi delle elites economiche finanziarie.

Altro provvedimento che mi lascia perplesso è la riforma del processo proposta dal Ministro Bonafede. Entrambi questi provvedimenti sono riconducibili a una cultura politica che ha poco di Democratico e molto di Autoritario. L’onestà di una classe politica non si misura dal numero dei parlamentari ma dai valori che stanno alla base di un sistema sociale e politico. Il funzionamento della giustizia si misura dall’organizzazione della macchina burocratica e dal numero di magistrati e di personale impiegato e non dall’abrogazione della prescrizione. Entrambi i provvedimenti sono espressione di quella cultura liberale e borghese ottocentesca che considerava la classe politica come corrotta e parassita a prescindere. Sono queste teorie politiche il fondamento sul quale si reggono regimi oligarchici e tecnocratici. I

n conclusione il M5S ha davanti a se una sfida non indifferente purtroppo data la qualità di larga parte dei parlamentari eletti corre il rischio di non uscirne vivo il che potrebbe rilevarsi un danno per la tenuta della Democrazia in Italia.

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6 Responses

  1. Giacomo-TO ha detto:

    Di fatto, il sistema di retribuzioni dei parlamentari svizzeri permette, a chi lo desidera, di dedicarsi esclusivamente alla politica, senza far troppa fatica per arrivare alla fine del mese. Ogni eletto riceve un salario annuo di 26’000 franchi, a cui va ad aggiungersi una diaria di 440 franchi per ogni giornata di lavoro per seduta delle Camere, delle commissioni o dei gruppi parlamentari. In media questa diaria rappresenta un importo annuo di poco meno di 40’000 franchi per ogni consigliere nazionale*. In altre parole, senza contare i rimborsi spese, un parlamentare svizzero ha una retribuzione di circa 66’000 franchi (60’000 euro). Un parlamentare svizzero guadagna 60.000 euro all’anno, in Italia l’elettricista ed il sarto della Camera guadagnano di più.

  2. Giacomo-TO ha detto:

    “Ci lametniamo, secondo me, perchè vorremmo anche noi stare lì a far parte della casta,” la Tua affermazione mi dà ragione, vediamo il Parlamento come la CASTA mentre non deve essere così.
    Per quello sono convinto che togliendo tutto l’assurdo lusso monarchico, ci sarebbero meno aspiranti a diventare CASTA: Grazie EMMA-GE perchè hai confermato in pieno la mia tesi.
    Una felice giornata 🙂

  3. Giacomo-TO ha detto:

    Grazie Ketty’92, un cordiale saluto a Te 🙂

  4. Ketty'92 ha detto:

    Caro Giacomo-TO, ti ringrazio sempre per il tuo prezioso contributo. Vorrei che tutti potessero condividere le tue idee.
    Fatti conoscere, pubblicizza quello che scrivi cum granus salis su Freeskipper.
    Pubblicizza te e Freeskipper, porta qui a discutere con noi altra gente!
    Ti ammiro e ti leggo sempre con molto interesse.
    Non mollare mai!

  5. Emma GE ha detto:

    Prima ci lamentiamo perchè la politica esclude i cittadini dal tavolo.
    Poi se viene qualcuno che s’inventa un MoVimento per portare i cittadini a quel tavolo ci lamentiamo ancora!
    Ma non è che NOI TUTTI CI LAMENTIAMO PERCHE’ SIAMO RIMASTI FUORI?
    Ci lametniamo, secondo me, perchè vorremmo anche noi stare lì a far parte della casta, altro che chiacchiere!!!!

  6. Giacomo-TO ha detto:

    Per comprendere il M5S bisogna studiare e comprendere il personaggio GRILLO, il DNA politico di GRILLO è trasmigrato nel M5S.
    GRILLO – GRILLO – GRILLO HA FATTo entrare in parlamento centinaia di sconosciuti, e questo sotto alcuni aspetti è positivo, ha fatto sloggiare parlamentari radicati.
    Il contraltare, un battaglione di novelli ed inesperti giovani, a contatto con i benefit del potere ha fatto il danno.
    Continuo a pesnare che l’unico modo per cambiare veramente e radicalmente la politica è:
    1) Dimezzare il n° dei parlamentari.
    2) Ridurre drasticamente retribuzioni e benefit dei parlamentari.
    Se la retribuzione di un parlamentare fosse 3.000 \4.000 euro mensili netti + la sola tessera ferroviaria, la politica sarebbe meno appetibile e questo allontanerebbe coloro che vedono nella politica una strada per farsi una posizione nella vita.
    LA POLITICA E’ UN SERVIZIO A FAVORE DELLA GENTE, quindi deve essere retribuita come un servizio: Quanto guadagna un poliziotto,…, il guadagno di un parlamentare dovrebbe essere 2 max 3 volte quello di un poliziotto.
    Via il titolo di onorevole, via tutto l’apparato monarchico attuale.
    In ultima analisi dopo due mandati consecutivi e per legge fuori dal Parlamento, si ritorna al lavoro per coloro che ce l’hanno un lavoro.

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