Otto punti programmatici in cerca di un governo!

Caro Bersani, batti un colpo se ci sei! Adesso tocca te! E il leader del Pd non si fa attendere e così apre il suo intervento alla Direzione del Pd di questa mattina: “Gli altri partiti non possono offrire qualcosa di meglio per la governabilità, non hanno le intenzioni né i numeri. Oltre a qualche idea per sbarrarci la strada, non hanno qualcosa da dire al paese. Tocca a noi fare la proposta al paese e ribaltare lo schema: no accordi politici fuori dal parlamento. La governabilità non è solo avere i seggi sufficienti ma è un rapporto tra istituzioni e società, tra governati e governanti come si diceva una volta. Non vorrei che un’interpretazione formale della governabilità sia un coperchio malposto su una pentola a pressione. Siamo pronti a corresponsabilità istituzionali” ma sul governo non sono “praticabili” accordi politici con il centrodestra. Ai commentatori, che da 20 anni ci spiegano il verbo senza prendersi un anno sabbatico, dico: non banalizziamo. Qui non si sta corteggiando Grillo ma si sta interpretando quel che si muove nel profondo per bucare il muro di autoreferenzialità del sistema che comincia ad essere in gioco. La rimonta della destra non è recupero di consenso ma è il frutto del mancato risultato nostro. Abbiamo cercato scelte in controtendenza, rispetto all’incapacità di riforme della politica, parlando in campagna elettorale con le parole del ‘cambiamento’ e con iniziative come le primarie, ma questo non é stato percepito, se non fosse stato così l’onda d’urto ci avrebbe colpito ancora di più!”. Ed ecco, in breve sintesi, gli “otto punti” per governare il paese con l’appoggio del M5S e mai con il Pdl! 
1. Portare il Paese fuori dalla gabbia dell’austerità, con tra l’altro la revisione e redistribuzione dell’Imu. 
2. Misure urgenti sul sociale e il lavoro (compresa la rivisitazione delle procedure di Equitalia). 
3. La riforma della politica e della vita pubblica, con il dimezzamento dei parlamentari, l’abolizione delle province, la revisione degli emolumenti dei parlametari, la legge sui partiti e la riforma della legge elettorale con il doppio turno di collegio. 
4. Giustizia e equità, con una legge sulla corruzione, riciclaggio, falso in bilancio, voto di scambio e frodi fiscali. 
5. Conflitto di interesse. 
6. Economia verde e sviluppo sostenibile. 
7. Diritti e cittadinanza. 
8. Istruzione e ricerca.

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