Ridurre i “loro” stipendi del 50%: “Metà gli basta”!!!

Ormai l’argomento del giorno, o meglio dell’anno, o meglio ancora del secolo, sono le “furfanterie” della “casta”! E proprio quando sembra di essere arrivati all’ultima puntata di un assurdo film dell’orrore, proprio quando si pensa di aver sfogliato l’ultima pagina di una brutta storia, proprio quando si ha contezza che la misura sia ormai colma e che più e peggio di così proprio non possano fare… ecco che arriva puntuale e immancabile l’ennesima “porcata”! Dalle auto blu abusate a “loro” personalissimo uso e consumo, persino “contromano”, alle ruberie, agli impicci e agli imbrogli di chi più ne ha e più vuole averne, agli incarichi d’oro distribuiti a parenti, amici e amanti, alle case che si ritrovano senza saperne mai nulla, dalle dimissioni dei presidenti di regione che stanno sempre lì per arrivare al termine utile ad assicurarsi il vitalizio, ecco un’altra meravigliosa ‘chicca’ che va ad impreziosire il già ricco palmares della malapolitica nostrana! Dai giorni dello scandalo, dal giorno delle dimissioni della governatrice e dello scioglimento della Giunta e del Consiglio regionale, i consiglieri della regione Lazio sono sì  “sciolti”, ma continuano ugualmente a percepire lo stipendio! Sembrerebbe follia pura, ma è la “ricca” realtà di chi gode ancora di certi privilegi! De jure de facto, finchè non si andrà a nuove elezioni, i 70 colleghi di Fiorito ci costano 9mila euro al mese, più la diaria per la presenza in aula (3.503 euro al mese), più il rimborso chilometrico per raggiungere l’aula (per chi abita a più di 15 chilometri dalla sede dell’assemblea), più il contributo per il rapporto con gli elettori (2.090 euro al mese). In totale si arriva ai 15mila euro al mese che i consiglieri regionali, seppur “sciolti”, continueranno ad incassare puntualmente fino a quando non si andrà a nuove elezioni. Alla faccia di chi – per prendere meno della metà, della metà, della metà, della metà – si deve spaccare la schiena da mattina a sera. Poi si meravigliano che la gente s’incazza, ma è già tanto se non hanno ancora preso d’assalto il palazzo della vergogna.

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