Ok della Ue alla Finanziaria, ma con un monito sulla spesa corrente.

di Attilio Runello. Di fronte ai dati della nostra finanziaria che deve essere approvata in Parlamento, Bruxelles esorta Roma alla prudenza sui conti pubblici e a limitare la crescita della spesa corrente.

Il monito della Ue trae origine dall’altissimo debito pubblico del nostro paese. Si tratta di 2700 miliardi di euro.
Sino ad oggi il debito è stato relativamente sostenibile. Grazie ai bond acquistati dalla Bce si è mantenuto intorno ai sessanta miliardi. Questi acquisti probabilmente si ridurranno a causa dell’inflazione che in zona Euro ha superato il 2% stabilito.
Si stima che quest’anno l’inflazione si attesterà sul 2,6% principalmente a causa dell’aumento dei prezzi delle fonti non rinnovabili: gas e petrolio.
Inoltre la finanziaria prevede un taglio delle tasse. Questo comporterà in disavanzo di bilancio che rischia di far aumentare ulteriormente il debito.
Per questo si chiede di ridurre le spese correnti mentre si approva il Pnrr che dovrà servire a far crescere il Pil, a decarbonizzare e digitalizzare il paese. Naturalmente si tratta anche di sostenere tutte quelle spese sanitarie legate alla pandemia.
In ogni caso Bruxelles non ha dato scadenze né all’Italia né ad altri Paesi, come Grecia e Cipro che, secondo l’analisi della Commissione europea, presentano “squilibri macroeconomici eccessivi”, ma si è limitata soltanto a dare “orientamenti qualitativi” per la politica di bilancio: “In alcuni paesi, come l’Italia, stiamo registrando una crescita rapida della spesa corrente”, ha spiegato il vicepresidente della Commissione Europea Valdis Dombrovskis, pertanto “invitiamo il governo italiano a introdurre le necessarie misure durante l’iter di approvazione del bilancio per limitare l’aumento della spesa”.

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