Oggi giornata mondiale contro l’Aids.

La battaglia contro l’Aids non è ancora vinta. L’epidemia continua a mietere oltre 1,6 milioni di vittime ogni anno e milioni di persone sono ancora in attesa di cure. Insomma, la lotta all’Hiv non è finita! I dati, diffusi in occasione della giornata mondiale contro l’aids (sindrome da immunodeficienza acquisita), parlano chiaramente di una nuova emergenza Hiv. L’Italia è addirittura il Paese più colpito d’Occidente. Ogni anno, più di 4.000 nuovi contagi e oltre 1.000 decessi. In tutto i sieropositivi nel nostro Paese sono più di 140.000. L’Unaids (l’organismo delle Nazioni Unite per la lotta all’Aids), a livello mondiale, ha fissato un obiettivo per il 2020 e lo ha chiamato “90x90x90”, cioè diagnosi del 90% delle infezioni da Hiv, accesso alle terapie per il 90% dei malati e azzeramento della carica virale nel 90% dei casi di sieropositività.  Insomma, il ‘colpo finale’ all’Hiv è a portata di mano, e passa per il numero 90.
Se si riuscirà entro il 2020 a diagnosticare il 90% dei sieropositivi, a metterne il 90% sotto trattamento e a sopprimere il virus nel 90% dei pazienti, ricorda l’Oms che oggi celebra il World Aids Day, il 2030 potrebbe essere l’anno delle ‘nuove infezioni zero’ e dei ‘morti zero’ per questa malattia. La modalità di trasmissione più frequente del virus è quella sessuale. Quindi, in occasione della giornata mondiale, si raccomanda sempre l’uso del profilattico nei rapporti sessuali a rischio e di fare il test. Nel mondo, ad oggi, risulterebbero più di 35 milioni di persone infette da Hiv, talvolta, senza saperlo. Secondo l’Unaids, fino al 2013 sarebbero state circa 78 milioni le persone contagiate e 39 milioni i morti per infezioni correlate all’Hiv, nella maggior parte dei casi per tubercolosi. L’Unicef ha stilato un decalogo con tutto ciò che bisogna sapere del virus.
1. L’aids è causato dall’Hiv. L’aids (sindrome da immunodeficienza acquisita) è una malattia provocata dall’hiv, un virus che aggredisce il sistema immunitario umano. Nelle persone affette da aids il sistema immunitario non è più in grado di difendere l’organismo dalle malattie, e il processo degenerativo prosegue fino alla morte del paziente a causa delle infezioni cosiddette “opportunistiche”. Non esiste una cura o un vaccino per eliminare definitivamente l’hiv dal corpo. 
2. Hiv e aids non sono la stessa cosa. Le persone che contraggono il virus hiv (sieropositive) non sono malate di aids, anche se sono destinate a diventarlo, in assenza di cure adeguate. Se non riceve farmaci antiretrovirali (Arv) un bambino nato Hiv-positivo ha mediamente un terzo delle probabilità di morire prima di compiere un anno, e il 50% di probabilità di morire entro i 2 anni, Se però la diagnosi è tempestiva e la terapia Arv è seguita con scrupolosità, un soggetto sieropositivo può avere una speranza di vita indefinita, pur rimanendo sempre portatore del virus. Soltanto quando il livello dell’infezione (viremia) supera una determinata soglia, il soggetto è considerato malato di aids. 
3. Come si trasmette il virus. L’hiv si trasmette attraverso lo scambio di fluidi corporei infetti, in qualsiasi stadio della malattia. Sangue, liquido seminale, secrezioni vaginali e latte materno sono fluidi che possono veicolare efficacemente il virus. La saliva non è fra questi, dunque è una falsa credenza che l’infezione da hiv possa contagiarsi tramite il bacio. 
4. Il contagio sessuale. La modalità più frequente di trasmissione dell’hiv è per via sessuale, perché durante un rapporto sessuale non protetto vi è il massimo scambio possibile di fluidi corporei, soprattutto quando si verificano circostanze aggravanti (ferite dell’apparato genitale, malattie veneree, sesso anale o forme violente di penetrazione). Le ragazze più giovani sono particolarmente esposte al contagio perché un apparato genitale immaturo è fisiologicamente più soggetto a ferite e infezioni. 
5. Hiv/aids e altre malattie a trasmissione sessuale. Le malattie a trasmissione sessuale (Mts) sono un fattore di rischio particolarmente elevato (da 5 a 10 volte superiore alla media) di contrarre o trasmettere l’hiv. I soggetti consapevoli di avere queste infezioni dovrebbero avere esclusivamente rapporti sessuali protetti (con profilattico o senza penetrazione), informare il partner e provvedere a curarsi. 
6. Come si evita il contagio per via sessuale. Il rischio di trasmissione dell’hiv/aids per via sessuale può essere ridotto se il soggetto si astiene dal sesso, se ha rapporti non protetti esclusivamente con un partner non infetto, se pratica soltanto sesso sicuro (con pofilaattico o senza penetrazione). Fra queste tre modalità di prevenzione, l’unica assolutamente certa è, per ovvie ragioni, l’astinenza. 
7. Hiv/aids e droga. I soggetti che assumono droghe per iniezione corrono un rischio molto alto di contrarre l’hiv/aids tramite lo scambio di siringhe e aghi infetti, pratica tuttora molto diffusa in alcuni ambienti e che provoca innumerevoli contagi ogni anno. Il fattore di rischio è così alto da indurre a consigliare di avere sempre sesso protetto con un partner che usa droghe iniettabili. Per le medesime ragioni aghi, rasoi, strumenti chirurgici o apparecchiature per effettuare piercing o tatuaggi che sono entrati in contatto con sangue infetto e non sono stati sterilizzati possono veicolare il virus dell’hiv. 
8. A chi rivolgersi. Se una persona sospetta di avere contratto il virus, l’unico modo per accertarlo è effettuare l’apposito test per l’hiv presso una struttura sanitaria attrezzata. Nel caso il soggetto sia un minore, deve sapere che consultare un operatore sanitario ed effettuare il test nel pieno rispetto della privacy è un diritto riconosciuto dalla Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia. Inoltre, accertarsi di essere o non essere sieropositivo è un dovere etico nei confronti delle persone che potrebbero essere inconsapevolmente contagiate. 
9. L’hiv e i contatti umani quotidiani. L’hiv non si contagia con comportamenti sociali quotidiani. È del tutto privo di rischi stringere la mano a una persona sieropositiva, abbracciarla, condividere con essa cibo, abiti o altri utensili (tranne quelli che possono avere avuto contatto occasionale con il sangue, come rasoi e spazzolini da denti). Una persona sieropositiva non trasmette il virus con la tosse, starnutendo, o nuotando nella stessa piscina. È infondata anche la credenza che le zanzare possano veicolare l’hiv pungendo in successione persone malate e persone sane. 
10. Solidarietà e umanità. L’ultima, e non meno importante fra le cose da ricordare, è che ogni persona merita accoglienza e solidarietà. Discriminare un essere umano perché ha contratto l’hiv/aids, è membro di una famiglia in cui vi sono persone infette, o appartiene a una categoria a rischio, costituisce la violazione di un diritto umano individuale ed è segno di profonda immaturità. Il silenzio e la paura che circondano l’hiv/aids possono uccidere quanto la malattia stessa. 

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