Non tutti i mali vengono per nuocere. di Alessandro Sallusti

di Alessandro Sallusti. Tutti a dire che lo sconfitto è Salvini. In questa affermazione c’è del vero se si stringe il campo visivo alla sola Emilia Romagna, ma si tratta solo di una mezza verità elevata a tormentone per nascondere l’altra faccia della medaglia. Che è la seguente.

I Cinque Stelle sono talmente sconfitti da aver perso, come pugili suonati, l’uso della parola e il gusto dell’apparire, via selfie o tv che sia.

E anche Matteo Renzi non gode di buona salute. Lui non era in corsa, ma l’affermazione del Pd derenzizzato è un macigno sulla strada della sua rivincita. E quando si incontra un macigno per proseguire ci sono solo due possibilità: farlo esplodere con la dinamite (leggi aprire una crisi di governo) o fermarsi e tornare mestamente indietro.

In fondo l’insuccesso di Salvini è un problema tutto interno alla Lega, che comunque resta in buona forma. Ma essendo la Lega un partito verticista Salvini-centrico la cosa sarà digerita e archiviata come incidente di percorso in men che non si dica.

E non è detto che la sconfitta emiliano romagnola sia un male assoluto. Anzi, potrebbe portare una boccata di aria fresca nel centrodestra – l’unica aggregazione in grado di contrastare qualunque altra – e farlo ripartire con ancora maggiori probabilità di successo.

Ogni elezione regionale è una storia a sé, l’Emilia a egemonia Pd non è la Calabria dall’elettorato volubile. Ma è un fatto che dove il Centrodestra, sia pure a trazione Lega, si è presentato con candidati rassicuranti e toni moderati il successo non è mancato, neppure in zone a lui tradizionalmente ostili.

In Calabria il «malato» Forza Italia, con le sue liste collegate, è resuscitato superando il 30 per cento, segno che da quelle parti c’è molta più vita di quanto si pensi e dica. Ma anche a livello nazionale dove il voto di opinione molto più rilevante che nelle amministrative, il rischio di coalizzare tutti contro Salvini «uomo solo al comando» può vanificare anche le migliori potenzialità teoriche della coalizione, come ben dimostra la storia del partito di Marine Le Pen in Francia.

Salvini può farcela solo con una squadra in cui la componente moderata – al dilà del suo apporto numerico più o meno rilevante – non sia da lui ridotta a comparsa ma valorizzata in prima linea. È questa l’unica possibilità di spegnere sul nascere il ritorno di fiamma della sinistra e dei suoi ammennicolifaunistici tipo sardine e piccoli grilli (detti anche grillini). Se così sarà, il resto verrà da solo.

Anche perché in campo avverso giocano Conte, Zingaretti e Vito Crimi, non esattamente tre fuoriclasse della politica.

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IL COMMENTO. di Redazione. La fede di Alessandro Sallusti nei confronti di Forza Italia e di Silvio Berlusconi è ammirevole, quanto smisurata, quando scrive sulle pagine di Libero: “Salvini può farcela solo con una squadra in cui la componente moderata – al dilà del suo apporto numerico più o meno rilevante – non sia da lui ridotta a comparsa ma valorizzata in prima linea”.

Come scrive il Direttore, la “componente moderata” – alias Forza Italia – è gravemente malata, e la sua è una patologia di non poco conto. Una grave malattia riconducibile al declino del suo leader ormai ben oltre il tramonto e ad una classe dirigente che ad oggi non ha ancora saputo esprime una valida alternativa alla leadership dell’uomo di Arcore. Una malattia che è stata presa sottogamba e mai affrontata con cure mirate ed efficaci in grado di guarire il “malato”.

Ora rivolgersi a Matteo Salvini per “valorizzare in prima linea” Forza Italia è come chiedergli di emulare il miracolo della resurrezione di Lazzaro.

A parte il fatto che Matteo Salvini non è Gesù Cristo, nonostante il filo diretto che lo Lega alla Madonna non pensiamo che il buon Matteo abbia alcuna intenzione di rivolgere le sue preghiere alla Beata Vergine Maria affinchè interceda per rianimare chi potrebbe – una volta miracolato – ricacciarlo nelle retrovie del centrodestra.

La “componente moderata” – ammesso e non concesso che Matteo Salvini sia un ‘pericoloso rivoluzionario’, brutto, cattivo, razzista, fascista e nazista, come vorrebbero far credere i ‘sinistri’ – è stata ridotta a “comparsa” nella coalizione del centrodestra dal voto degli italiani che hanno dato le loro preferenze in primis alla Lega, quindi a Fratelli d’Italia e amarus in fundo a Forza Italia.

La “prima linea” reclamata dal carissimo Direttore – al quale porgiamo un affettuoso saluto – i ‘forzisti’ se la devono guadagnare sul campo, nella cabina elettorale, e non piatirla da Matteo Salvini!

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1 Response

  1. Giacomo-TO ha detto:

    Il nocciolo, il cuore del problema è che siamo in presenza di una CRISI SISTEMICA e non crisi politica. Basta girare a piedi per le nostre Città per vedere il degrado che avanza impietoso.
    I partiti non possono Risolvere i problemi che loro stessi hanno creato.
    Il Centrodestra ha governato: I nodi sono ancora da sciogliere.
    Il Centrosinistra ha governato: idem come sopra.
    Il M5S ha governato e governa: I problemi sempre in attesa.
    Se non si muta il sistema iniziando dal dimezzare il Parlamento la vedo durissima
    E’impossibile che chi crea i problemi abbia anche la acpacità di risoverli.

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