Non ti posso amare, ti farei del male.

di Antonello Laiso. Era una serata come tante in quella magica città di Napoli, lì dove tutto è scenografia, dove tutto è permesso, dove la vita esplode e purtroppo anche la morte, lì dove Eduardo ci ha portato nel mondo intero, città fatta di luci di mondanità e di oscurità di vita. Naples.

Successe in quella celebre piazza Bellini cuore pulsante di quella vita by night nel centro storico raduno di una miscellanea eterogenea di artisti,spacciatori,tossici,studenti intelletuali,li dove tutti quei colori di Napoli dal chiaro allo scuro con le loro sfumature convivono.

Lo chiameremo Alessandro,era un ragazzo sui 25 anni,borghese, figlio di buona famiglia,senza problemi economici e con un buon lavoro, intellettuale,la noia lo porto’ li ,il desiderio di un qualcosa di nuovo,un qualcosa che gli potesse dare un emozione, una voglia di conoscenza femminile a cui era sensibile , lo porto’ in quella piazza.

Si sedette ad uno dei tanti tavolini da solo,prese un negroni,e sorseggiandolo guardava a destra e sinistra come se aspettasse qualcuno,i telefonini non esistevano, per fortuna,si socializzava solo da vicino e li’ era il posto migliore per farlo .

Lei si materializza senza un perche’ senza un appuntamento,senza conoscersi,chiede se puo’ sedersi,si siede,e’ bionda piccolina minuta con i capelli corti gli occhi verdi molto carina sembra una straniera ma non lo e’.

Il suo viso e’pulito,un viso di una donna non giovane, dolcissima, sorridente,i capelli incorniciano ad arte quel suo viso piccolo e proporzionato al corpo,un viso angelico come il suo nome,ma con un destino tormentato che si celava dietro quegli occhi luccicanti.

Mi chiamo Angela disse sottolineando e ridendo, ma solo di nome,lavorava al comune e parlava con una dialettica che era un piacere ascoltarla,una dialettica che spaziava anche tra saggi latini,si denotava subito nei suoi discorsi una sensibilita’ ed una cultura fuori dalla norma.Una sensibilita’ che e’ tipica di chi la vita la combatte nella sofferenza celandola.

Dopo alcune ore Alessandro la invita a fare un giro con l’auto,si dirigeranno sulle colline di Posillipo a prendere un gelato e poi a fare l’amore in quel famoso parco dell’ amore dei tempi andati che e’ rimasto solo un ricordo.

Il loro feeling e’ gia alto e si liberava nel cielo stellato della notte.

Prendono accordi per il giorno dopo e si rivedono, con appuntamento prefissato, vanno al cinema un film impegnato “il nome della rosa”,poi di nuovo l’amore in un albergo squallido ma alla bisogna per la loro voglia di unire quei corpi, di amarsi di farsi tenerezze, non solo per quella voglia di sesso .

Angela confessa ad Alessandro di essere separata,di aver una figlia adolescente che vive con il nonno ovvero suo padre,poiche’ sia lei che il suo ex marito non potevano crescerla.

Dopo alcuni mesi di frequentazioni Alessandro viene a sapere per spontanea esternazione di Angela che e’ una tossica,che manca dal lavoro da alcuni mesi poiche’ inferma, dipendente da quel demone droga che la distrugge nel fisico e nello spirito ed economicamente.

Alessandro si rende disponibile ad aiutarla,a farla uscire da quel tunnel buio senza ritorno,a farla tornare a quella vita a cui aveva rinunciato per darla in pasto a quella bestia.

“Non c’e’ la puoi fare” rispose un giorno Angela a quelle solite discussioni,io vado anche al sert,mi reco da psicologi,prendo il metadone come succedaneo ma questo non mi impedisce purtroppo di bucarmi.

Alessandro nelle settimane a venire cerco’in tutti i modi di dissuaderla da quella sua vita sregolata,di aiutarla ad uscire da quella sua dipendenza,ma arrivo’ ad un punto in cui si rese conto che nulla poteva senza collaborazione.

Alessandro non aveva i mezzi per risolvere quella sua dipendenza solo Angela li aveva ed il primo era la sua volonta’ poi dopo il seguire l’impegno,l’accettare il sostegno di persone competenti nell’ ambito.La cosa non era facile ma la forza di volonta’non venne adoperata ad uscire da una non vita senza ritorno.

La storia cosi’ lentamente si spense e con essa anche se a malincuore la loro frequentazione,Alessandro ha amato la parte di lei che la droga non aveva ancora intaccato,ha amato cio’ che ella avrebbe potuto essere e non lo e’ stato,anche con quella ragionevolezza di essere lontanissimo dalla realta’.

Non si puo’ aiutare chi non vuole essere aiutato e nel tentativo di farlo si rischia di perdere anche se stessi.

Dopo alcuni anni Alessandro viene a sapere che Angela e’ stata uccisa fatta a pezzi ed abbandonata per la strada (in una valigia enorme che lui stesso gli aveva regalato anni prima per i suoi continui spostamenti) da un folle assassino.

Un folle che Angela aveva conosciuto in una clinica privata dove lei cercava di disintossicarsi dalla tossicodipendenza almeno nella sua mente , di liberasi da quel demone, invece ne incontro’ un altro con quella sua schizofrenia.

Non ti posso amare, ti farei del male.

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2 Responses

  1. Antonello Laiso ha detto:

    Storia triste ma reale accaduta a Napoli fine anni 80.

  2. Rosanna ha detto:

    Sembra autobiografivo,struggente triste e bellissimo

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