Non sono solo numeri. Politica troppo distante dalla vita reale.

di Clemente Luciano. In questi giorni qualsiasi Tg si guardi, qualsiasi talk show si segua, lo schema è sempre quello: si comincia a parlare del virus con le statistiche giornaliere, i contagi e i vaccinati, poi si passa alle posizioni No vax e No Green Pass, e infine la pagina politica, con esclusivo “focus” sull’ elezione del Presidente della Repubblica, con relativo totonomi: Mattarella bis, Draghi,Berlusconi, Cartabia e l’eterno Amato.

Con i loro profluvi di parole, ipotesi e teorie che i politici di ogni parte si scambiano nelle loro conventicole e nei loro bla, bla, dimenticano del tutto, mettono da parte le preoccupazioni sull’attuale drammatica situazione economica e sociale accentuata dal virus, e le preoccupazioni “quirinalesche” allontanano le forze politiche dagli autentici problemi, dalle reali necessità e bisogni che vive la gente e il Paese reale.

L’attuale e monopolizzante discussione sull’elezione del prossimo presidente della Repubblica è l’emblema di questa sospensione della realtà. Per di più questa discussione sembra offrire ai partiti politici una formidabile piattaforma dove scontrarsi,con inaudita ferocia e con l’obbiettivo di annientare politicamente il proprio avversario,percepito come nemico (ma questa è storia vecchia che dura oramai da 30 anni) invece che come soggetto di con il quale dialogare con senso di responsabilità. Del resto proprio l’elezione del Capo dello Stato dovrebbe rappresentare il momento di un “idem sentire” nell’individuazione di una persona che rappresenti la coniugazione di tutti i progetti per il futuro di un Paese stretto ancora alle prese da una drammatica situazione sanitaria ed economica. Ed invece e purtroppo, il dibattito pubblico si svolge in  una surreale discussione tra i partiti,che non trascura gli affanni del Paese reale dove ancora permangono e anzi si accentuano squilibri sociali che attanagliano le persone,con le tante crisi industriali e le migliaia di operai licenziati,con i tanti esercizi commerciali che chiudono e chissà quando e se riapriranno,ai giovani senza prospettive di futuro,con le nuove e diffuse povertà,e una scuola fortemente provata dai lockdown  e che,quelle sì,dovrebbero rappresentare le preoccupazioni dei partiti.

Perchè poi è proprio questo che accade. Se si distoglie lo sguardo da questo riduttivo dibattito politico del Palazzo e si guarda il Paese reale, saltano agli occhi le disuguaglianze croniche che vivono famiglie, giovani, lavoratrici e lavoratori, precari e disoccupati.

Difronte a tutto ciò, appaiono davvero squallide le preoccupazioni di una politica che pensa solo alla propria sopravvivenza,accecata dall’insana brama per il potere e che non riesce a guardare questo mondo reale che soffre.

A questo riguardo,sono impressionanti le cifre del Censis sulla situazione sociale del Paese. Negli ultimi 30 anni l’Italia è l’unico Paese Ocse in cui le retribuzioni medie lorde annue sono diminuite: -2,9 per cento contro il +276,3 per cento addirittura della Lituania. Con un 69,6 per cento della popolazione che si dichiara molto inquieto pensando al futuro,e il dato sale al 70,8 per cento tra i giovani.

Ma questi non sono solo numeri. Dietro questi dati statistici,brutalmente silenziati dall’indifferenza e dalla narrazione distorta,quasi orwelliana della realtà. Ed invece dovrebbero essere proprio questa gente,questi esseri umani,che dovrebbero essere al centro del dibattito pubblico e della scena politica,così come da anni chiede anche Papa Francesco. Occorre guardare in faccia e negli occhi la gente che in numero crescente è finito nelle fasce e nel baratro della povertà. Bisogna tornare a riconoscere il volto di chi soffre e di chi aspira ad una vita degna. Perchè non bastano gli affanni e l’azione  del solo e solito Volontariato,come,ad esempio,la Caritas o la Croce Rossa o la Comunità di Sant’Egidio,a dare risposte esaustive. Non basta il volto di chi dona con generosità il proprio tempo agli altri. Il volto di chi non si arrende alla sopraffazione, di chi lotta contro le ingiustizie e quello di chi cerca una via di riscatto.

La politica riacquisterà autorevolezza morale e credibilità se sarà politica alta e se riuscirà a riconnettersi sentimentalmente con questa moltitudine sospesa,nascosta,silenziata,ulteriormente prostrata dalle nuove difficoltà portate dalla pandemia. Di qui a poco,dunque,si eleggerà non solo e non tanto un Presidente della Repubblica. Si eleggerà, cioè si sceglierà, la qualità e la salute della nostra democrazia, in un momento di grande sofferenza economica,sociale,ma anche istituzionale e costituzionale,viste tutte le restrizioni alla vita di ogni cittadino che il virus ha comportato.

E già in questi giorni,mentre si attende l’inizio dei lavori del Parlamento per l’elezione della massima carica dello Stato,sarebbe opportuno un uso responsabile della parola,come parte dell’essenza del vivere insieme. E’ tempo, perciò, fare i conti con la vera, drammatica realtà economica,sociale,oltre che sanitaria,che vive oggi il nostro Paese reale: la realtà del lavoro che manca, dei più deboli ed emarginati, dei giovani senza futuro, invece che discutere di nomi, formule ed equilibri politici che ignorano le necessità di chi un numero non è.

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14 Responses

  1. Anonimo ha detto:

    Non sarebbe ora che sia il POPOLO e solo il POPOLO a votare il Presidente della Repubblica?
    Non è ora di finirla con questo VERGOGNOSO teatrino.
    La partitocrazia ha fatto solo danni:DEVE ESSERE IL POPOLO ad eleggere ilk Capo dello Stato, basta con questa vergogna partitocratica!!!!

  2. Anonimo ha detto:

    Crack da 1,5 miliardi per il fatturato di bar, ristoranti, pizzerie e agriturismi dall’inizio dell’anno, rispetto a prima della pandemia nel 2019. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti che traccia un bilancio degli effetti sui consumi della variante Omicron divenuta prevalente nel mese di gennaio.
    I locali, osserva Coldiretti, si sono svuotati per il timore provocato dalla rapidita’ di diffusione dei contagi, per lo smart working e per il calo del turismo, ma anche per il fatto che milioni di italiani sono stati costretti a casa perche’ positivi al Covid, hanno avuto contatti a rischio e sono in quarantena o sono privi di green pass perche’ non vaccinati.

  3. Anonimo ha detto:

    Il contagio del dirittoAttenti, a colpi di Dpcm ci stiamo infilando in una pandemia burocratica
    Istituto Bruno Leoni
    Le ultime strette e limitazioni hanno messo a nudo tutti i rischi della decretazione d’urgenza. In barba a qualsiasi gerarchia delle fonti, parte dell’ultimo provvedimento è stato ribaltato nelle FAQ sul sito del ministero. Il rischio è insomma che il Covid danneggi anche l’ordine giuridico.Nell’ultimo dei DPCM emanati, il governo ha realizzato una stretta sui luoghi e sulle attività cui è possibile accedere senza Green Pass (base). Tra questi, l’art. 1 del DPCM include quelli relativi alle esigenze alimentari e di prima necessità, e l’allegato al DPCM chiarisce che sono da intendersi tali quelli di commercio al dettaglio di prodotti alimentari, bevande e surgelati. Insomma, a intendere la piana lettera dell’atto, chi si trova sprovvisto di Green Pass potrà sì accedere ai supermercati, ma solo per l’acquisito di beni “essenziali”.
    L’idea che una pubblica autorità possa intestarsi il potere di distinguere tra beni “essenziali” e beni “non essenziali” è già di per sé assurda, ma appare ancora più critica là dove si pensi che, se applicata, consentirebbe a un soggetto sprovvisto di Green Pass di entrare in un supermercato per poter comprare però solo alcune cose e non altre – magari collocate nello stesso scaffale delle prime.

    Delle due, l’una: se il fine di prevenzione del contagio è fondato, è perseguito con mezzi sproporzionati e irragionevoli; se esso invece manca, il DPCM serve piuttosto a sanzionare indirettamente chi non si sia vaccinato. In entrambi i casi, la soluzione è da censurare: nell’un caso, perché in diritto il fine non giustifica i mezzi, nell’altro caso, perché non si può fare dell’«emmerder» un legittimo principio di politica pubblica. La notizia dell’approvazione del DPCM è stata ricevuta con giustificato clamore e diffusa indignazione. Il governo è dunque corso ai ripari pubblicando delle FAQ in cui si legge che l’accesso agli esercizi commerciali «consente l’acquisto di qualsiasi tipo di merce, anche se non legata al soddisfacimento delle esigenze essenziali e primarie individuate dal DPCM».

    La situazione è ai limiti dell’incredibile. Non è la prima volta che il cittadino viene obbligato ad attendere le FAQ per avere una sorta di interpretazione “autentica” di divieti e obblighi nebulosi contenuti nei DPCM; ma un conto è attribuire alle FAQ una funzione di interpretazione, un altro è fare delle FAQ addirittura uno strumento di deroga di atti aventi carattere normativo.

    Sia chiaro, anche la prima ipotesi è grave – ma la seconda stravolge la gerarchia delle fonti in un modo che lascia francamente allibiti. Se il governo si è reso conto dell’errore, lo corregga, non si affidi a delle formulette pubblicate su un sito internet, prive di qualsiasi peso e rilievo giuridico.

    Valga il monito che viene da un paio di recenti sentenze della Corte suprema degli Stati Uniti: non si può lasciare che il Covid contagi anche il diritto, perché da una pandemia burocratica, al contrario di una sanitaria, potrebbe non uscirsi più.

  4. Anonimo ha detto:

    Secondo i vertici locali del sindacato delle professioni infermieristiche, infatti, il governo «non ha ritenuto di dare alcun segnale di vicinanza agli operatori sanitari (infermieri, ostetriche, oss, professionisti sanitari), erogando già da questo mese le risorse stanziate a dicembre 2020».

    Francesco Coppolella, segretario regionale di Nursid, precisa anche che «non siamo eroi, siamo professionisti e rispondiamo direttamente per ciò che facciamo o non facciamo, ma nulla ci è riconosciuto rispetto a chi non ha le nostre stesse responsabilità e le nostre stesse angosce». Il peso della responsabilità che poggia sulle loro spalle è «sempre più gravoso, eppure abbiamo gli stipendi tra i più bassi d’Europa».

  5. Anonimo ha detto:

    Durante la scorsa settimana, il mondo ha assistito al crollo quasi istantaneo della narrativa dei media mainstream sul COVID-19, che dura ormai da due anni. In tempi che non possono essere descritti come niente di meno che sospetti, nella stessa settimana in cui il “World Economic Forum” ha tenuto il suo evento virtuale dell’Agenda di Davos , Irlanda e Gran Bretagna hanno annunciato la fine improvvisa e immediata di quasi tutte le misure Covid e l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha chiesto il fine delle restrizioni di viaggio legate al Covid, con l’organizzazione che afferma anche che la fine della “pandemia” potrebbe essere in vista, in netto contrasto con un recente annuncio che una tale previsione era prematura. Con il tema del vertice annuale 2022 del World Economic Forum, che si terrà a maggio e il primo incontro di persona del forum dal 2019, essendo “Lavorare insieme, ripristinare la fiducia”, gli ottimisti tra noi potrebbero dire che c’è stato un’accettazione da parte dell’élite globale che la crescente consapevolezza in tutto il mondo della presa di potere delle corporations multinazionali sulla vita pubblica che gli ultimi due anni ha comportato, così come la marcia costante verso un sistema di identificazione digitale come previsto nel concetto di Klaus Schwab della quarta rivoluzione industriale attraverso l’uso di passaporti vaccinali, è diventato così diffuso che non è più possibile continuare l’attuale narrativa mediatica COVID-19. Tuttavia, l’improvviso calo del COVID-19 da parte dei media aziendali presenta anche il momento opportuno per spostare immediatamente l’attenzione su qualcos’altro: un possibile imminente attacco sotto falsa bandiera in Ucraina, usato come pretesto per il governo di Kiev sostenuto dall’Occidente per lanciare un attacco alle repubbliche separatiste filo-russe di Donetsk e Luhansk nell’est del paese, innescando così un conflitto armato tra Ucraina e Mosca, che ha forti possibilità di ramificazioni mondiali.
    Dalla fine di novembre, i media occidentali, di pari passo, hanno promosso la narrativa secondo cui la Russia sta pianificando un’”imminente” invasione militare del suo vicino occidentale più piccolo, con Kiev che è passata sotto il controllo dei governi di Petro Poroshenko e successivamente di Volodymyr Zelensky appoggiati dagli Stati Uniti e dall’UE.
    Il cambio di regime in Ucraina avvenne con la rivoluzione colorata Euromaidan del 2014, orchestrata come noto dalla CIA e dall’MI6, che era stata lanciata in risposta all’allora presidente Viktor Yanukovych nel novembre 2013 per sospendere un accordo commerciale con Mosca a favore del perseguimento di legami più stretti con l’UE. Nonostante l’unica “prova” offerta finora negli ultimi due mesi di una tale incursione sia il legittimo movimento delle truppe russe all’interno dei confini della Russia, i media occidentali influenzati dai neocon continuano a giurare con determinazione che un’invasione russa dell’Ucraina è solo una questione di giorni prima che avvenga – in un modo non dissimile dalle loro precedenti affermazioni secondo cui Saddam Hussein aveva la capacità di lanciare armi di distruzione di massa entro 45 minuti prima dell’invasione dell’Iraq guidata dagli Stati Uniti nel 2003.

    Le affermazioni di un’invasione russa dell’Ucraina arrivano anche in un momento di più ampie tensioni nell’Europa orientale con il presidente russo Vladimir Putin , insieme al suo omologo bielorusso e unico alleato europeo Alexander Lukashenko , accusato di aver tentato di destabilizzare l’Unione europea attraverso un accumulo dei migranti africani e mediorientali al confine tra Bielorussia e Polonia – il fatto che molti di detti migranti stiano fuggendo dalle guerre e dalle rivoluzioni colorate imposte a entrambe le regioni dall’egemonia USA-NATO viene opportunamente ignorato dai media occidentali.

    NATO Secretary General Jens Stoltenberg, sempre pronto alla guerra contro al Russia
    Se dovesse essere lanciato presto un attacco sotto falsa bandiera per innescare un conflitto tra Mosca e Kiev, tuttavia, sarebbe una tattica con il recente precedente utilizzo da parte della lobby del cambio di regime che, come una guerra teorica tra Russia e Ucraina, ha anche quasi portato a un confronto armato più ampio tra Mosca e NATO –
    Nel 2017 e nel 2018, due attacchi chimici sono stati lanciati contro la città siriana e rispettivamente Khan Shaykhun e la città di Douma, entrambi attacchi attribuiti dall’Occidente al governo alleato di Mosca di Bashar al-Assad ed entrambi hanno portato gli Stati Uniti a lanciare missili da crociera e attacchi aerei contro obiettivi del governo siriano, fermandosi solo prima di un intervento militare su vasta scala.

    In effetti l’uso di una provocazione con armi chimiche è stato delineato come tale dal ministro della Difesa russo Sergey Shoigu solo il mese scorso: un attacco sotto falsa bandiera su cui i media mainstream occidentali, con il suo improvviso calo della narrativa COVID-19, su cui invece potrebbero presto concentrare la loro attenzione .

    *Gavin O’Reilly è un attivista di Dublino, in Irlanda, con un forte interesse per gli effetti dell’imperialismo britannico e statunitense. Segretario del Comitato anti-internamento di Dublino, un gruppo di campagna istituito per aumentare la consapevolezza dei prigionieri politici repubblicani irlandesi nelle carceri britanniche e in 26 contee. Il suo lavoro è apparso in precedenza su American Herald Tribune, The Duran, Al-Masdar e MintPress News.

  6. Svitto ha detto:

    SVIZZERA: I provvedimenti restrittivi per arginare il coronavirus vanno revocati subito. Lo chiede un’alleanza di organizzazioni economiche, spalleggiate da esponenti dei partiti di centro destra (Alleanza del Centro, PLR e UDC) secondo cui tali misure non sono più né economicamente né socialmente ragionevoli.
    Ulteriori provvedimenti restrittivi non sono più adeguati per influenzare l’evoluzione epidemiologica o la situazione negli ospedali, hanno indicato oggi davanti ai media l’associazione che riunisce i centri fitness e salute della Svizzera, la Federazione dell’albergheria e della ristorazione svizzera (GastroSuisse), l’associazione nazionale di settore che rappresenta le preoccupazioni dell’industria delle comunicazioni in diretta (EXPO EVENT Swiss LiveCom) e l’Unione svizzera delle arti e mestieri (USAM).

    Quarantene e isolamenti, così come anche l’obbligo dell’home office, vanno revocati, ha affermato il direttore dell’USAM Hans-Ulrich Bigler. È ora, a suo avviso, che il Consiglio federale prenda la situazione in mano e si sbarazzi della Task Force Covid-19. L’emorragia di fatturato per certi settori, come quello dei centri fitness, ma anche della gastronomia, è importante, ha spiegato. Stando a diversi oratori, l’obbligo del certificato Covid è, nella situazione attuale, del tutto sproporzionato e non fa che dividere la popolazione. Molti settori dell’economia e la popolazione stanno soffrendo le pene dell’inferno a causa delle restrizioni e il certificato, come è stato provato, non proteggere da un’infezione.

    Nonostante la diffusione della variante Omicron del coronavirus, il sistema sanitario non è sovraccarico, ha spiegato la consigliera nazionale Daniela Schneeberger (PLR/ZH). Il numero di pazienti malati di Covid in unità di terapia intensiva è calato bruscamente e continuerà a diminuire. Non ci sono praticamente pazienti che devono essere trattati per la variante Omicron, ha puntualizzato.

    Anche la Svizzera, come la Gran Bretagna, dovrebbe stabilire un «Freedom Day» (giorno della libertà) che segni la fine delle misure, ha affermato Casimir Platzer, presidente di GastroSuisse, secondo cui il Consiglio federale deve finalmente ottemperare ai propri doveri economici, indennizzando i settori duramente colpiti dalla pandemia e dalla restrizioni. Gastronomia e ristorazione registrano cali di fatturato che vanno dal 50 al 70%, per non parlare dei 30 mila collaboratori persi e delle ripercussioni negative su tutta la filiera a valle a monte del settore, ha affermato Platzer.
    Per 23 mesi, ha aggiunto, ci siamo comportati come bravi «soldatini», giocando anche a fare i poliziotti, applicando le misure restrittive affinché nei nostri locali venisse limitata la diffusione del virus. Ma adesso «basta» con queste misure sproporzionate che creano allarmismo e rendono insicura la popolazione: la gente ha bisogno di andare al bar, al ristorante, di ritornare a vivere insomma, ha sottolineato il presidente di GastroSuisse.

    Il 19 gennaio, il Consiglio federale ha deciso una proroga dei provvedimenti restrittivi: le regole attinenti quarantene e lavoro da remoto valgono fino a fine febbraio, mentre le altre misure fino a fine marzo (2G e 2G+ per determinate attività al chiuso, obbligo della mascherina, regola del 3G per manifestazioni all’aperto e restrizioni per le riunioni private). Il 2 febbraio, il Consiglio federale intende ritornare sul tema e decidere su possibili allentamenti.

  7. Anonimo ha detto:

    Allarme nel LAZIO 600 infermieri si sono licenziati, venerdi sciopero.
    Oramai in Italia c’è tutto unb corollario di proteste.
    DRAGHI va avanti m a non vuole capire che il PAESE non ce la fa economicamente a questo sbarchi a go go

  8. Anonimo ha detto:

    l direttore dell’OMS Europa, Hans Kluge, annuncia che dopo la presunta variante Omicron la farsa pandemica potrebbe volgere al termine. Le istituzioni che hanno dato vita a questo colpo di Stato globale si stanno tutte sganciando una dopo l’altra perché ormai ai piani alti del potere c’è la netta consapevolezza che ormai l’operazione terroristica del coronavirus è fallita. Gli stessi architetti che hanno architettato e concepito questa farsa pandemica saranno gli stessi che domani pretenderanno di non avere avuto nulla a che fare con i crimini commessi da loro stessi.
    https://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2022/01/23/oms-con-omicron-plausibile-fine-della-pandemia-in-europa_12921c75-f772-4649-9727-ba7e2d4dbdce.html

  9. Anonimo ha detto:

    Persino gli esponenti del regime di Bruxelles dichiarano pubblicamente che non c’è alcun bisogno di evacuare la ambasciate a Kiev. Uno dei rappresentanti dell’UE ha affermato chiaramente che non c’è motivo di drammatizzare una crisi che è in realtà non è null’altro che la conseguenza di una isteria mediatica. La Russia è perfettamente consapevole delle provocazioni della lobby atlantista e non cadrà in queste trappole. Il Nuovo Ordine Mondiale è ormai sempre più pateticamente prevedibile.
    https://t.me/redpillpharmacist/18005

  10. Anonimo ha detto:

    Questo articolo del Financial Times, il quotidiano portavoce della finanza anglosassone è alquanto interessante. Non è certo un segreto che Mario Draghi sia l’emissario di questi poteri. Draghi è stato inviato dalla City di Londra e da Wall Street per portare a termine il lavoro che lo stesso Draghi iniziò a bordo del Britannia nel lontano 1992. Non appena Draghi consegnò su un piatto d’argento l’industria pubblica italiana dell’IRI alla finanza anglosassone la sua carriera decollò. Gli stessi architetti della carriera di Draghi lo hanno inviato a palazzo Chigi per completare la spoliazione economica iniziata trenta anni orsono. C’è però un problema nella strategia della finanza internazionale. La finanza si è resa conta di essersi messa in cul de sac.

    Questi poteri vorrebbero il trasferimento immediato di Draghi al Colle ma sanno che i partiti non hanno alcuna intenzione di eseguire questa direttiva. Al tempo stesso, la City di Londra sa che se Draghi resta a palazzo Chigi la sua influenza è destinata a spegnersi definitivamente perché la politica non vuole e non può più proseguire nel piano di Davos pena la sua autodistruzione. Nell’editoriale trovate tutta una serie di osservazioni dei vari referenti dei vari club globalisti quali Paolo Mieli che giungono a queste constatazioni.

    In altre parole, sono gli stessi esponenti del mondo globalista a dirci che i loro piani per l’Italia sono a questo punto impossibili da portare a compimento. Siamo in una fase di transizione storica. Il ciclo della seconda Repubblica e della stessa democrazia liberale si sta per chiudere. È presto per comprendere ancora in quali acque approderemo ma tutto lascia pensare che dall’altra parte questa classe politica non ci sarà più. La crisi che ha creato il sistema stesso potrebbe essere l’occasione per rifondare e ricostruire completamente il Paese.
    https://on.ft.com/3AqFoaS
    Ft
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  11. Anonimo ha detto:

    Persino i vertici delle forze armate ucraine smentiscono categoricamente che ci sia una escalation militare tra Russia e Ucraina. Oleksiy Danilov, capo della sezione della sicurezza nazionale dell’Ucraina, chiede ai media di smetterla di soffiare sul fuoco delle tensioni tra Ucraina e ribadisce che la situazione è assolutamente normale. La guerra nucleare esiste soltanto sui media di regime e sull’apparato della falsa controinformazione. Se li spegnete entrambi, la guerra sparirà immediatamente.
    https://t.me/intelslava/17217
    Telegram
    Intel Slava
    🇺🇦⚡ Secretary of the National Security and Defense Council of Ukraine Oleksiy Danilov appealed to the media with a request to reduce the heat around the security situation.

    There are no reasons for panic in Ukraine today, the situation is under control…

  12. R.T. ha detto:

    Nella notte si sono verificate delle interruzioni di corrente in Uzbekistan, Kirghizistan e Kazakistan. Il traffico aeroportuale delle capitali di questi Paesi è stato ridotto a causa di questi problemi. La contemporaneità di questi blackout in diversi Paesi lascia pensare più ad una azione di sabotaggio concordata piuttosto che a dei semplici incidenti. Questi Paesi sono tutti membri del CTSO, il trattato di sicurezza collettiva che costituisce una alleanza militare tra la Russia e gli altri firmatari. Questa azione assomiglia ancora una volta ad un ennesimo e disperato tentativo di destabilizzare i Paesi che appartengono alla sfera di influenza della Russia. Il Nuovo Ordine Mondiale ormai non è più in grado di giungere al suo obiettivo finale. Gli restano soltanto dei colpi di coda prima del suo tracollo definitivo.

  13. U.L. ha detto:

    Il ministro della Salute svizzero, Alain Berset, ha dichiarato che il certificato verde e le misure di quarantena potrebbero essere presto abolite. Tutto l’impianto della operazione terroristica del coronavirus si sta praticamente sgretolando. Il Grande Reset di Davos e la società autoritaria globale prevedevano espressamente che i popoli fossero messi di fronte ad una scelta obbligata. Solo coloro che avrebbero accettato di sottoporsi all’inoculazione del siero sperimentale sarebbero stati “accolti” nel Nuovo Ordine Mondiale. Tutti gli altri sarebbero stati messi al bando. Se viene meno questa condizione viene meno la stessa ideologia totalitaria del Leviatano globale. Molto presto toccherà anche all’Italia. Dopo la partita del Quirinale e la sempre più probabile fuga di Draghi la farsa pandemica con ogni probabilità si disgregherà completamente anche qui.
    https://www.tvsvizzera.it/tvs/cultura-e-dintorni/conto-alla-rovescia-per-il-certificato-covid-in-svizzera-/47284422
    TVSvizzera

  14. Anonimo ha detto:

    Il DPCM è uno strumento amministrativo estremamente duttile, talmente duttile da sostituire legge e parlamento. Perché il grande sconfitto dall’utilizzo del DPCM è il Parlamento.
    In un paese dove a decidere è il governo tramite i DPCM, a cosa serve avere un Parlamento?
    Il DPCM equivale a svuotare il parlamento delle sue funzioni in primis:legiferare.
    Tutta la normativa anti covid, è stata realizzata a colpi di DPCM prima col sig.Conte, ora col sig. Draghi. Se il parlamento non comprende che questa strada porta solo allo svuotamento dei suoi poteri, significa che nel ns. futuro dovremmo attenderci di essere governati non più da leggi ma da decreti e decretini: una lenta agonia di qul poco di democrazia che ci avevano lasciato!!!

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