Non sarà su Bonafede che cadrà il governo, ma sulla prossima manovra finanziaria!

di Redazione. E’ iniziata nell’Aula del Senato la discussione sulle due mozioni di sfiducia presentate nei confronti del Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede.

Una, firmata da Lega e Fratelli d’Italia, stigmatizza le scarcerazioni facili, boss mafiosi compresi, nei giorni del coronavirus, ed è un attacco politico, dritto per dritto, a colpire il cuore della maggioranza. L’altra, presentata da Emma Bonino, se non altro, ha almeno il merito di affrontare la questione per quella che è: il ministro Alfonso Bonafede ha dimostrato di non essere all’altezza dell’incarico.

Insomma, il governo traballa, chiede la fiducia alla sua maggioranza, ma tiene botta. Si tratta solo dell’ennesima scossa di assestamento dalla quale il do ut des di Matteo Renzi, che gioca al rialzo per guadagnare consensi, cercherà di trarne il maggiore vantaggio. Ergo non ci sarà – almeno per il momento – nessuna crisi di governo!

La questione, semmai, è rimandata in autunno, quando il governo dovrà mettere nero su bianco la manovra finanziaria nella quale dovrà scrivere dove andrà a prendere i soldi!

L’Italia ante-coronavirus non è che se la passasse tanto bene con un debito pubblico da far paura, un Pil fermo allo zero virgola, stipendi fanalino di coda di tutti i paesi Ue, disoccupazione, disservizi, burocrazia, mafie, evasione e tasse che hanno spremuto fino al midollo i “soliti fessi”, alias lavoratori dipendenti, pensionati e proprietari di seconde case!

Ma almeno c’era un barlume di speranza che prima o poi la nottata sarebbe passata e che – pur restando ancora dentro il tunnel della crisi – avremmo potuto intravederne l’uscita.

Poi è arrivato il Coronavirus a dare il colpo di grazia ad un paese mezzo morto e a ricacciarci in fondo al baratro!

E purtroppo in tutto questo sfascio ci ritroviamo con un governo debole, confuso, litigioso, incapace e soprattutto inadeguato a gestire qualsiasi “Fase” di un paese in terapia intensiva e con una fossa già scavata al camposanto.

Un governo tenuto insieme solo dalla pandemia e dalla impossibilità di aprire una crisi di governo nel corso di una emergenza sanitaria, sociale ed economica senza precedenti nella storia repubblicana.

Passi il “Decreto Rilancio”, una montagna di soldi elargiti a destra e manca a fondo perduto, passi la sanatoria sui migranti, passi pure il Mes, ma quello che resta e che continua a crescere in termini esponenziali è il Debito Pubblico che si attesta sui 43MILA EURO per ogni singolo italiano!

Il timer della crisi di governo è già inserito e il governo gialloRosso cadrà – senza se senza ma – sulla prossima manovra finanziaria, ovvero quando bisognerà mettere nero su bianco chi sarà a pagare il conto che sarà non salato, ma molto, ma molto di più. 

Presumibilmente, non sarà il governo attualmente in carica a salassare gli italiani, nè tantomeno il centrodestra del ‘meno tasse per tutti’, unica alternativa politica all’attuale maggioranza, ma aspettiamoci un “governo tecnico” che ci farà rimpiangere quello “monti-fornero” e che ci farà piangere lacrime di sangue! 

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5 Responses

  1. sancez ha detto:

    Tutto è come prima! Dopo averne dette di tutti i colori sul Governo e il ministro della Giustizia, Matteo Renzi non ha votato la sfiducia a Conte e Bonafede. Cose da pazzi? No, perché questo signore a furia di piroette non ha più una faccia da perdere e divide il suo tempo strillando per avere potere e poi facendo pippa, in quanto non può segare l’albero sul quale è seduto. Con Italia viva intorno al 3%, semmai nascesse un Governo tecnico con dentro tutti i partiti tranne i 5 Stelle finirebbe per contare niente, mentre se si andasse al voto c’è il rischio di non tornare neppure in Parlamento, e allora addio ai bei discorsi in giro per il mondo pagati a peso d’oro da generosi miliardari chissà come mai tanto interessati alle cose di casa nostra.

  2. Alex S. ha detto:

    il peggior ministro della Giustizia nella storia della Repubblica rimarrà al suo posto, perché così è deciso per via di cause di forza maggiore. Rimarrà, ma prigioniero del fango che ha contribuito a montare, degli intrighi e dei ricatti che ha alimentato un po’ per convenienza e un po’ per pura stupidità. In altre parole, sarà un ministro dimezzato, senza più alcun prestigio e autorevolezza, che dovrà passare il tempo che gli rimane a contraccambiare favori a chi oggi gli salva immeritatamente la carriera.

    E siccome è noto che il pesce puzza dalla testa, lo stesso vale per il sistema giustizia. Continuate pure a indagare, intercettare, arrestare è il vostro lavoro ma cari magistrati d’assalto, per favore almeno smettete di farci la morale: voi e il vostro mondo non siete per nulla migliori di quei disgraziati che perseguite (a volte ingiustamente).

  3. Gennarino SA ha detto:

    Ma quali palle? Renzi ingoia pure il rospo Bonafede per la poltrona. Renzi abbaia e non morde mai: ormai è ufficiale, salva il governo e seppellisce se stesso! Italia Viva non vota nessuna delle due mozioni di sfiducia contro l’improbabile Guardasigilli grillino, blindando così esecutivo e Giuseppe Conte.

  4. Giusy BO ha detto:

    Caro Matteo Renzi,
    smentisci tutti quanti, VOTA NO alla fiducia a la Ministro Bonafede e fai cadere questo orrendo governo: mastra a tutt’Italia di AVERE LE PALLE!

  5. Gaetano Pedullà ha detto:

    BONAFEDE E I GIOCHETTI DI RENZI

    Arrivato sotto il 3%, come dicono i sondaggi, Matteo Renzi deve aver pensato di poter trascinare nel baratro anche i 5 Stelle, non limitandosi più a rallentare l’iter delle leggi e a pretendere poltrone: cioè lo sport che pratica dallo stesso giorno in cui promise invano di essere leale con la maggioranza giallorossa. Ora l’ex premier minaccia di far passare l’indecorosa sfiducia delle destre al ministro Alfonso Bonafede, a meno di non poter schiaffeggiare la dignità e la storia del Movimento.

    Per questo ieri hanno preso corpo le voci dell’assurda richiesta di un ministero da dare alla Boschi, ignorando le battaglie per la trasparenza nel sistema bancario portate avanti dai 5S a partire dal caso Etruria, dove fu coinvolto anche il padre dell’allora ministra renziana. Una pretesa che è quindi una provocazione, dietro la quale c’è la prova di un progetto maturato col favore delle tenebre: liquidare il Governo Conte per inseguire l’avventura di un Esecutivo tecnico che piace alla Fiat, alla Confindustria, all’Europa che non gradisce di doverci accordare Recovery Fund o altri sostegni che ci spettano.

    Se Bonafede oggi andrà sotto, il premier Conte sarà costretto a farsi da parte, e in mancanza di elezioni improbabili in piena pandemia, le bocche da fuoco di tv, giornali e alte burocrazie cannoneggeranno persino il Quirinale pur di farci digerire una versione restaurata del film horror Monti1, magari con le controfigure Cottarelli o Moavero a dirigere il traffico, tornando a tartassare gli italiani e far sedere comodi i soliti noti alla tavola degli aiuti pubblici per ripartire dopo il Covid.

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