Non crocifiggiamo Alex Schwazer!

di Francesco Scolamiero. E’ sì perché non ci basta che abbia confessato, non ci basta che si sia pentito, non ci basta che abbia deciso di abbandonare l’atletica, non ci basta che si sia dimesso dall’Arma, no troppo poco, minimo una crocefissione e se proprio non si può almeno una breve lapidazione. Io non sto parlando di perdono o di giustificazione, sto semplicemente dicendo che dobbiamo smettere con questo impulso a voler vedere per forza il sangue del nemico. Schwazer ha sbagliato, pagherà sportivamente e, se ha commesso dei reati, anche penalmente ma per il resto basta, è un ragazzo che non ha retto una certa pressione ed è crollato, punto. Starà a lui e alla sua famiglia ricomporre il puzzle della sua vita. Per certi versi capisco, anche se non lo condivido assolutamente, tutto questo accanimento, purtroppo molte persone sono portate a mitizzare alcuni personaggi famosi: l’attore, il politico, lo sportivo o la rockstar di turno! E quando accadono questi fatti si sentono traditi. Il problema è nostro, siamo noi che li facciamo diventare dei miti, certo anche loro sfruttano tutto ciò, ma spesso siamo noi che ci costruiamo dei film attorno. Ci indigniamo per il nostro atleta che prende l’Epo e dimentichiamo il chirurgo, il manager, il politico, l’avvocato di grido che sniffano per tenere certi ritmi, forse non si stanno dopando anche loro? Non alterano anche loro le regole gioco? E in linea teorica anche la rockstar che si droga per avere la cosiddetta ‘ispirazione’ non si sta dopando anche lei? Sarebbe divertente e istruttivo anche qualche controllo a campione in Parlamento, in sala operatoria o in un aula di Tribunale. Ripeto non sto giustificando Schwazer, mi da fastidio questo accanimento inutile e tra l’altro molto, molto ipocrita.

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