Neanche le patrie galere reggono il confronto con l’Europa!

Passi il dato di fatto che abbiamo i salari più bassi e le tasse più alte d’Europa. Passi pure, si fa per dire, che ci attestiamo sui livelli più alti di indebitamento pubblico, di corruzione e di disoccupazione giovanile. Ma è mai possibile che in questo Paese neppure nelle patrie galere si riesca a vivere “civilmente” per scontare con “dignità” la propria condanna? Tra i tanti record negativi che annoveriamo nelle varie classifiche, il Belpaese si conferma all’ultimo posto in Europa anche per la condizione degli istituti di pena. Secondo il monitoraggio effettuato dall’Associazione Antigone sulla situazione, nelle carceri il tasso di sovraffollamento dei penitenziari italiani è 142,5%, dunque ci sono oltre 140 detenuti ogni 100 posti letto, mentre la media europea è del 99,6%. Rispetto a questi numeri record ci sono regioni che statisticamente stanno anche peggio: la Liguria è al 176,8%, la Puglia al 176,5%, il Veneto a 164,1. E ci sono casi limite, in cui il numero dei detenuti è più che doppio rispetto ai posti regolamentari, come nel carcere messinese di Mistretta (269%), a Brescia (255%) e Busto Arsizio (251%). In questi due istituti, come in altri del Nord la presenza di stranieri è superiore a quella degli italiani. A San Vittore (Milano) su 100 detenuti 62 sono stranieri, a Vicenza 65. Le percentuali piu’ alte di stranieri tra i detenuti si registrano in Trentino Alto Adige (69,9%), Valle d’Aosta (68,9%) e Veneto (59,1%). Le piu’ basse in Basilicata (12,3%), Campania (12,1%) e Molise (11,8%). I detenuti nelle carceri italiane sono 66.685! Il profilo del detenuto medio è quello di un uomo, le donne sono solo il 4,2% della popolazione carceraria. Uno su tre è straniero e quattro su dieci hanno meno di 35 anni e i reati più comuni sono quelli contro il patrimonio, e subito dopo quelli legati agli stupefacenti. Gli ergastolani sono 1.567, mentre a fine 2005 erano 1.224. Tra i dati raccolti da Antigone nel rapporto annuale c’é la provenienza geografica dei detenuti: gli italiani vengono dalla Campania per il 26,3%, Sicilia 17,9%, Puglia 10,5%, Calabria 8,6%, Lombardia 7,3% e Lazio 6,5%. Gli stranieri sono 23.789 (su 66.685), e rappresentano il 35,6% dei detenuti, una percentuale stabile ormai da tempo, nonostante la direttiva rimpatri, che prevedeva il carcere in caso di mancata ottemperanza dell’ordine di espulsione sia stata bocciata ad aprile 2011 dalla Corte di Giustiza europea (al dicembre del 2010 gli stranieri erano il 36,7%). Le nazionalità più rappresentate sono quella marocchina (19,4%), romena (15,3%), tunisina (12,7%), albanese (11,9%) e nigeriana (4,4%). Dieci persone in più dell’anno scorso si sono tolte la vita in carcere: sono 53 in tutto. Sono 93 i detenuti morti in carcere, di questi 50 per suicidio in cella, uno per sciopero della fame (Lecce), uno per overdose (Regina Coeli), uno per omicidio (Opg di Aversa), 31 per cause ancora da accertare e 9 per malattia. A questi numeri si devono aggiungere altri quattro morti nelle camere di sicurezza, di cui 3 per suicidio: tutti giovani stranieri, tra i 26 e 31 anni.

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