Mpeg-4, il nuovo digitale terrestre che rottamerà milioni di televisori.

di Redazione. Vi ricordate l’odioso passaggio dalle trasmissioni analogiche a quelle digitali del vostro caro, vecchio e amato televisore? Prima il decoder, i due telecomandi e poi il televisore nuovo, quello ultrasottile a led. Ma non è finita mica lì.
L’incubo sta per ripetersi! Nel 2022, infatti, è in programma una nuova rivoluzione: i televisori dovranno avere un digitale terrestre di nuova generazione. Inizia quindi il conto alla rovescia per un doppio “switch off”, che costringerà milioni di italiani a cambiare la tv o a montare un decoder speciale.
Mancano infatti otto mesi alla prima (più piccola) rivoluzione televisiva: dal primo gennaio 2020 le trasmissioni del digitale terrestre useranno solo la codifica Mpeg-4, abbandonando l’ormai vecchia Mpeg-2.
Da luglio 2022 la seconda (più grande) rivoluzione: tutte le trasmissioni andranno su Dvb-t2 (il secondo standard di trasmissione del digitale terrestre), con codifica Hevc (che permette una compressione maggiore rispetto al semplice Mpeg-4 e quindi più canali e/o migliore qualità).
Una duplice rivoluzione resa necessaria dall’avvento del 5G, che dal 2022 userà appunto anche le frequenze 700 Mhz ora usate dalle tv.
Come già detto, si partirà da Gennaio 2020, un momento fondamentale per gli standard televisivi con il passaggio all’Mpeg-4, che porterà al pensionamento dell’Mpeg-2 e, di conseguenza, dei televisori che supportano solamente il vecchio standard.
Sebbene le TV vendute negli ultimi 10 anni dovrebbero essere già compatibili con il nuovo codec video, secondo il Mise sono 10 milioni gli apparecchi che dipendono solamente dall’Mpeg-2 e che quindi dovranno essere sostituiti entro il prossimo gennaio. Il passaggio di frequenze sarà comunque graduale e colpirà le singole regioni durante un piano che avrà inizio, appunto, a gennaio 2020 per poi concludersi nel 2021.
All’interno di questo lasso di tempo le varie regioni italiane inizieranno lo switch off dello standard in favore di quello nuovo, passaggio che costringerà i possessori di 10 milioni di televisioni a pensionare il proprio apparecchio in favore di uno nuovo.
Fortunatamente sapere se il proprio televisore è compatibile o meno con l’Mpeg-4 è relativamente semplice.
Basta sintonizzarsi su tutti i canali dopo il 501: se si vedono siete già compatibili con il nuovo standard, se invece vi compare un messaggio di errore e non riusciamo a vedere il segnale significa che non abbiamo l’Mpeg-4 e dovrete sostituirlo se. Eventualmente, nel caso in cui non si voglia proprio abbandonare il proprio dispositivo ci si può rivolgere ad un apparecchio chiamato “Zapper” che, una volta collegato, può adattare i vecchi televisori alle nuove frequenze Mpeg-4.
Ma il passaggio al nuovo standard rappresenta solo una delle tappe che porteranno milioni di italiani a cambiare il proprio televisore.
L’altra scadenza da tenere presente è quella del 2022, quando i televisori dovranno essere compatibili con Dvbt-2 e codec Hevc, una serie di standard supportati dalle televisioni vendute dopo il 2017, ma che taglia fuori la maggior parte di quelle precedenti. Anche in questo caso, quindi, saranno milioni i dispositivi da cambiare o da adattare tramite un decoder esterno.
BONUS TV 2019. Per favorire la sostituzione dei vecchi televisori sarà introdotto un nuovo bonus TV già a partire dal 2019, anche se si stima che il picco di sostituzioni ci sarà solamente a ridosso del 2022. Per il bonus TV, di cui ancora non ne conosciamo le modalità, la Legge di Bilancio introduce un fondo di 151 milioni di euro; questi andranno a finanziare la detrazione fiscale, oppure lo sconto, per coloro che sostituiscono un vecchio televisore con uno nuovo con tecnologia DVB-T2.
Inizialmente, però, questa agevolazione sarà rivolta solamente agli anziani Over 75 con reddito inferiore agli 8.000 euro, oggi esentati anche dal pagamento del Canone Rai. L’agevolazione, inoltre, dovrebbe essere riservata all’acquisto di un solo apparecchio televisivo. Spetterà al Governo, se possibile, aumentare i fondi a disposizione per allargare le categorie di persone che potranno beneficiarne.

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