Morti sul lavoro, la strage silenziosa.
Anche lei stava vivendo questo tempo nuovo e straordinario, questo tempo pandemico che ha sospeso le nostre vite. Ed in questo tempo pandemico anche i modelli di lavoro stanno cambiando, con nuovi strumenti utilizzati in maniera nuova,con la parola “lavoro” coniugata con altre parole, come didattica a distanza e smart working, e l’Uomo sempre più “programmato” da un computer, da un algoritmo, da un’attività immateriale da svolgere alla scrivania. Tempi di telelavoro, come è successo nell’ultimo anno, tempi di video riunioni su zoom, di meetings su teams, tempi in cui l’Uomo e la Macchina sembrano non doversi incontrare se non da lontano, attraverso il filtro della telematica.
Il film di Charlie Chaplin,uscito 85 anni fa,ci narra,appunto,le peripezie di un operaio che viene fagocitato dalla macchina e ci racconta simbolicamente dell’alienazione della fabbrica,che risucchia la mente,prima ancora del corpo,a causa di un tipo di lavoro in cui l’uomo diventa parte del meccanismo fino a diventare un tutt’uno con esso.Tutto questo dovrebbe essere solo memoria,si diceva.
Ed invece ancora oggi,ancora nel 2021,torniamo a scoprire che,alla faccia della tecnologia e della telematica e dell’informatica,la lotta tra uomo e macchina è una battaglia che si continua a combattere,in Italia e nel mondo,e che non finisce come nel film di Chaplin,ma con le macchine che possono ancora “mangiare” le persone,non solo simbolicamente ma anche letteralmente.Scopriamo,allora,che non è cambiato niente,scopriamo che un posto di lavoro,che dovrebbe essere luogo di vita,può diventare un luogo di morte, e che i nostri tempi moderni, tanto moderni non lo sono affatto.
E lo scopriamo attraverso la storia di quella ragazza,di Luana,così giovane e graziosa che al solo guardarla viene da pensare:ha tutta la vita davanti,con i suoi sogni e le sue speranze. L’immagine del futuro,insomma. E invece leggi di lei come dell’ennesima morte sul lavoro,proprio a pochi giorni di distanza dal 1° maggio,dalla ricorrenza che dei lavoratori ricorda i diritti e le lotte.
E’ passato quasi un secolo dal film di Charlot;ed in questo secolo ci sono state incredibili innovazioni industriali e tecnologici,autostrade informatiche,fibre ottiche,dati che viaggiano a velocità sempre maggiore,dispositivi così sofisticati da sconfinare nel magico e nel misterioso,mutamenti sociali,economici, politici,di costume. Ma per Luana D’Orazio e per tutti quelli che come lei ancora ogni giorno rischiano la vita lavorando,non è passata nemmeno un’ora.
È sempre lo stesso tempo,un tempo in cui il corpo dell’uomo è ancora in balia della Macchina,è un corpo fragile,esposto alla potenza della Macchina,un tempo capace di fagocitare in pochi minuti la vita di un operaio,la sua famiglia,i suoi sogni e bisogni. E il tempo dei diritti scorre ancora più lento rispetto a quello della tecnologia,
Chi ha capito, chi ha compreso, chi ha visto come stanno le cose: Chi stampa e controlla la MONETA è…
X Vale '88 Il saluto romano non sarà un reato ma è il fatto incontrovertibile che i fascisti e il…
X roberto b nessun coro fascista ma soltanto un saluto ai caduti, ma in italia salutare col pugno chiuso va…
X Vale '88 Scusa ma li ho visti solo io quelli che cantavano cori fascisti e facevano il saluto romano?…
X roberto b Io penso che se gli ex comunisti Bertinotti, D'Alema, Bersani e Napolitano (pace all'anima sua) non dichiarano…