Mille scuse, pronte per ogni occasione!

Siete arrivati tardi ad un appuntamento e non sapete come nascondere che… ve ne eravate proprio dimenticati? Vorreste con tutto il cuore starvene comodi e spalmati sul divano davanti alla tv per vedere la partitissima della stagione, ma vi hanno incastrato con una cena in famiglia? Nessun problema, basta inventare una bella scusa. Sembra facile, ma chi ci ha provato sa quanto è difficile risultare credibili e riuscire a cavarsela. In ogni situazione, ma soprattutto in quelle più delicate, non è consigliabile farsi trovare impreparati, altrimenti potrebbe sembrare che siate davvero in cerca di una scusa. Un mondo in cui tutti dicessero la verità, in cui niente venisse mai a smussare un attrito, neanche la scusa più innocua, nemmeno una piroetta, sarebbe un mondo decisamente insopportabile. Immaginate per un momento una cena di Natale da incubo, in cui ciascuno si sentisse autorizzato a dire quel che pensa degli altri ospiti. Non ci sarebbe materia per una reazione a catena incontrollabile, a colpi di chele di astice e pezzi di panettone? Di qui questo inventario che ci offre una serie di scuse pronte all’uso, dalle più incontestabili alle più divertenti, per evitare una cena, giustificare un ritardo o rifiutare a qualcuno un prestito in denaro. Niente di ciò che è umano sfugge alla scusa, basta trovare in ogni circostanza il modo migliore di formularla. Forse proprio per questo Sven Ortoli, uno scrittore francese con il gusto per l’ironia e la provocazione, ha scritto “Mille scuse – Come evitare un invito e cavarsela in ogni occasione”, da qualche giorno in libreria, con una lunga lista di consigli e, soprattutto, con mille scuse per ogni situazione. Prima e somma avvertenza: evitate i luoghi comuni. Mai tirare in ballo la nonna malata o la morte di un zia, né tentare di sfruttare l’improvviso arrivo in casa della tanto detestata suocera. Assolutamente da evitare anche le gomme bucate o lo scoppio di un tenace mal di testa, affidarsi alle classiche scuse farebbe capire subito che state mentendo. Bisogna metterci un po’ d’inventiva e magari puntare sulla tecnologia. Se per esempio arrivate tardi a una cena, date la colpa al navigatore: “Non ho aggiornato le mappe e con i sensi unici che cambiano in continuazione mi ha fatto fare un giro!” oppure puntate sulla poca dimestichezza: “Gliel’ho detto dove dovevo andare, ma lui niente. Mi segnava una strada con lo stesso nome dall’altra parte del Paese…”. Non dimenticate che le scuse sono come i vestiti, ognuna si abbina bene con una diversa personalità. Ad esempio per i melanconici e nevrotici inguaribili può bastare un sms per liberarsi: “Il mio psicoanalista mi ha lasciato. Sono in fondo a un baratro”. Per gli ipocondriaci invece può sempre tornare utile l’approccio sanitario: “Avete … (citando un’introvabile medicina)? No perché da quando sono stato a prendere a scuola mia figlia mi sa che mi sono preso qualcosa. È dal pomeriggio che ho un prurito! Non vi preoccupate sarà solo una questione di pidocchi…”. Se vi capita spesso di fare ritardo al lavoro non fate come tutti, non date la colpa al traffico o alla metropolitana che era stracolma, al contrario cercate di stupire il vostro interlocutore con trovate spiazzanti tipo: “Ho dovuto tenere l’armadillo di mio suocero che ha l’orticaria. Il povero animale si è lamentato tutta notte, quando prude sotto la corazza è l’inferno”. Ci sono scuse per farsi perdonare e scuse per giustificarsi, così se quest’anno non sapete cosa regalare a Natale e volete risparmiare potete sempre dire: “Desolato, tutti i nostri beni erano in un fondo Madoff. Perciò quest’anno siamo ultra-sobri: fazzoletti per tutti. Però in cotone equo e solidale”. Alla fin fine la cosa più importante è non commettere gaffe inequivocabili e sopra ogni cosa non pronunciare frasi disoneste e colpevolizzanti come: “Mi hai frainteso”, “Me ne sono scordato”, “Dicevo tanto per ridere”. Il tutto poi va condito da una buona dose di espiazione, perché in fondo siete stati voi ad accettare quell’invito.

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