Migranti. L’invasione ‘silenziosa’ è più grave di quella ‘rumorosa’ dei barconi!

All’Italia sono rimaste poche certezze: un debito pubblico ai massimi storici, una tassazione che si mangia più del 50% del reddito, una disoccupazione giovanile senza precedenti, un welfare inesistente, salari e pensioni da fame – eccetto gli “assegni d’oro delle caste” – e l’immigrazione. Ecco, siamo invasi! Siamo un Paese che, di fronte ad un flusso migratorio senza limiti e senza regole, che ha tutti gli effetti di una vera e propria invasione, si è calato le braghe e ha spalancato non solo le porte di casa ma pure il portafoglio. Siamo l’unico Paese al mondo che impiega le Forze Armate per farsi invadere e che utilizza i soldi degli italiani non a sostegno degli italiani, ma per  ‘accogliere’ gente senza né arte, né parte e molto spesso senza alcun diritto ad essere ‘accolta’. E se facciamo tutto questo non è certo perché siamo tutti bravi e buoni. Non è per spirito di solidarietà e senso di umanità, né tantomeno per carità cristiana e sentimento di fratellanza che ‘accogliamo’ di tutto e di più, ma per pura convenienza economica: cooperative, associazioni e imprenditori guadagnano milioni di euro sui profughi! Per contro, siamo un Paese dove chi è italiano, giovane e laureato, se può, fugge all’estero, se non può, resta in Italia senza lavoro, senza una casa e senza fare figli. E l’invasione continua. E non solo l’invasione africana, quella dei barconi all’arrembaggio delle nostre coste, che fa tanto rumore sui media, ma soprattutto l’invasione ‘silenziosa’ – e non per questo meno gravosa, tutt’altro – di coloro che arrivano ‘regolarmente’ in treno, in aereo o in auto dai paesi dell’Europa dell’Est, dalla Cina, dall’India, dal Bangladesh e dal Sud America. Centinaia di migliaia di immigrati che si piazzano indisturbati in Italia, senza nessun controllo, che vivono e prolificano nel Paese del bengodi, che tolgono occupazione agli italiani, innescando un pericoloso gioco al ribasso del costo del lavoro che di fatto ci ha portato a stipendi da fame e pensioni da assegno sociale, perché la stragrande maggioranza degli ‘invasori’ lavora in nero e la gran parte dei soldi che guadagna non li versa certo nelle casse dell’Inps, ma in quelle dei paesi di provenienza!

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