Micromobilità elettrica: così cambia il nostro modo di spostarci in città.

di Redazione. Mobilità. Traffico. Inquinamento. Tempo. Flussi di centinaia, migliaia, milioni di persone che vanno e vengono nelle grandi metropoli italiane. Oggi il problema dei problemi è proprio la mobilità sostenibile. In un mondo in continuo movimento è inconcepibile sprecare ore e ore del proprio tempo per percorrere poche centinaia di metri in città come Roma, Milano e Napoli, per raggiungere il posto di lavoro, arrivare in orario dal dentista o accompagnare i figli a scuola! E la situazione è ai limiti della sostenibilità con qualunque mezzo ci si voglia spostare, sia esso privato che pubblico!

E allora laddove non arriva lo Stato, con nuove e moderne infrastrutture, potenziando il trasporto pubblico e migliorando la viabilità urbana, provvedono i singoli cittadini con la cosiddetta “micromobilità elettrica”, ovvero la circolazione su strada di hoverboard, segway, monopattini elettrici e monowheel!

Ecco quindi come si spiega il boom del trasporto “alternativo” ed “ecologico”, per cui i cittadini lasciano l’auto in garage preferendo metro, bus, car e bike sharing, dove questi funzionano, oppure inforcano la bicicletta e salgono sul monopattino, magari elettrico, laddove l’asseto del manto stradale lo permette!

In un mondo che cambia, cambia anche il modo di muoversi soprattutto tra le nuove generazioni, dove il possesso della macchina non rappresenta più uno status symbol e i costi derivanti dal possesso di un’auto sono per alcuni insostenibili.

Tuttavia, secondo un’analisi condotta da Deloitte, per 6 italiani su 10 spostarsi è ancora una fonte di preoccupazione quotidiana, con impatti negativi sul tempo libero. E sebbene l’auto privata sia ancora il mezzo di trasporto preferito dall’italiano medio, aumenterà nei prossimi tre anni l’utilizzo dei nuovi servizi di mobilità purché vi sia: convenienza economica, facilità di accesso al servizio, chiarezza dell’offerta, sicurezza e riforma del Codice Stradale.

Infatti, anche secondo alcune ricerche condotte dall’Aci, gli effetti di questa rivoluzione urbana già si vedono nella vita pratica. Sono molte le famiglie che hanno rinunciato alla seconda auto, affidando parte degli spostamenti ai mezzi condivisi, risparmiando centinaia di euro l’anno tra assicurazione, manutenzione e rifornimenti delle vetture private.

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