CSMercimonio.

di Luciana Piddiu. Per ironia della sorte apparteneva alla corrente Magistratura Indipendente uno dei cospiratori della notte romana del mercato delle vacche. Tal Cosimo Ferri. L’altro illustre partecipante invece è stato ministro del governo Renzi.

Tutti e due esponenti di rilievo del partito dei paladini dell’antifascismo, di quel glorioso partito di strenui difensori della  Costituzione più bella del mondo, cavalieri senza macchia e senza peccato che si sono sempre presentati e autorappresentati come difensori delle istituzioni e garanti della democrazia.

Ora scopriamo che in ordine sparso si riunivano nottetempo in un albergo di Roma come volgari magliari e in un crescendo rossiniano si spartivano cariche e prebende, siglando patti scellerati volti a condizionare gli esiti di alcuni processi obiettivamente scomodi per la parte politica di appartenenza. Gli esponenti del CSM presenti  al raduno notturno usavano la loro contiguità e prossimità agli uomini di potere per attribuire con geometrica precisione ai magistrati fedeli le sedi più ambite e prestigiose. Se qualcuno osava dissentire o non piegarsi ai loro disegni  gli riservavano trattamenti intimidatori  o comunque procure scomode e disagiate.

Di fronte a questo scempio, perché di questo si tratta, i  zelanti assertori della sacralità del diritto e della irrinunciabile divisione dei poteri che sola garantirebbe la democrazia, tacciono o timidamente balbettano qualcosa sulla necessità di una riforma che rimetta ordine in questo pasticcio.

Qualcuno osa  dire che si è sempre proceduto cosi e quindi niente di nuovo sotto il sole, con buona pace di chi credeva e crede nei valori della democrazia e ha bisogno di sapere che davvero il terzo potere è indipendente e nessuno può sfuggire al rigore della legge che deve essere uguale per tutti, per chi ha il potere e per chi non ce l’ha, per il ricco e per il povero, per l’uomo famoso e per chi non ha alcun santo in paradiso.

Da questo  spaccato di realtà una domanda si fa strada a fatica e con sgomento.

Il supremo garante della Repubblica nonché  presidente del CSM  era al corrente o no di questi traffici? Se lo fosse la gravità del fatto imporrebbe immediatamente le sue dimissioni per aver attentato alla Costituzione; se, come io credo, fosse all’oscuro di tutto, la cosa sarebbe altrettanto grave perché, fatta salva la sua specchiata onestà, rimarrebbe il fatto che il mercimonio è avvenuto sotto la sua giurisdizione.

Per chi è stato sempre schierato a sinistra e crede tuttora che l’agire politico sia l’attività umana più nobile e preziosa perché mettendo in gioco la libertà di ciascuno consente  di costruire il bene comune, è motivo di profondo sconforto e dolore dover ammettere che non avevano tutti i torti coloro che sostenevano che la politica come viene praticata da questi signori è solo l’espressione dell’ingordigia personale e del disprezzo  del  bene di tutti.

Fa ancora più male constatare che il partito che vuole accreditarsi come il partito della trasparenza e dei valori nati dalla Resistenza pratichi la doppia morale. Se a fare trattative segrete sulle cariche e i ruoli nelle procure fossero stati esponenti dell’attuale maggioranza di governo alti si sarebbero levati i lai, ne sarebbe nato un putiferio e una lotta senza quartiere contro i traditori della Costituzione.

Ma dal momento che le cose sono andate come sappiamo si cerca di mettere la sordina a questo verminaio e di sdrammatizzare in attesa che passi la nottata e con essa la memoria della gravità di quanto è accaduto.

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