Meno tasse per tutti? Bello, ma impossibile.

di Redazione. In questo povero e sciagurato paese, indebitato fino al collo, non solo la magistratura, ma anche la politica scatta ad orologeria. Avvisi di garanzia alle soglie delle elezioni. Promesse da marinaio sempre alla vigilia di qualche votazione. Tant’è che Salvini se ne è uscito con l’idea di estendere la Flat tax, già goduta dalle partite Iva fino a 65mila euro, anche ai lavoratori dipendenti.

Abbassare le tasse, specie a chi è stato massacrato dalla crisi e dallo scellerato passaggio dalla £ira all’€uro, è cosa buona, giusta e sacrosanta. Ma dove li vanno a prendere i soldi per tamponare le maggiori spese che comporterebbero i tagli all’Irpef delle buste paga?

Il bilancio dello Stato, stante un debito pubblico di entità mostruose, è già oberato di uscite per via delle scelte assistenzialistiche del governo, lo spread è sempre più alto e con lui gli interessi sul debito pubblico, la recessione è una realtà di fatto al pari della crescita zero, le grandi opere sono ferme al palo, abbiamo sottoscritto con l’Europa una cambiale da 22 miliardi sull’Iva da pagare a fine anno e con l’evasione e la corruzione che imperversano, incontrastate, dove li trovano i soldi per tagliare le tasse?

Insomma, non ci sono i ‘quattrini’ necessari per assorbire i costi che comporterebbe la tassa piatta estesa anche ai lavoratori dipendenti.

Ma si avvicina il voto europeo e finito l’effetto ‘porti chiusi’, tranne qualche rarissima Ong che ancora si ostina a fare sbarcare poche dozzine di migranti sulle nostre coste, si torna a parlare di sconti fiscali e flat tax, già cavalli di battaglia dell’ultima campagna elettorale per le politiche e archiviati il giorno dopo l’insediamento del governo gialloverde per fare spazio a reddito e pensione di cittadinanza.

Pagare meno tasse e pagarle tutti? Matteo Salvini dice che adesso si può fare, Di Maio gli risponde di no! Ma a parte le diverse posizioni, la domanda sorge spontanea: perchè adesso sì e prima no? cos’è cambiato in questi ultimi otto mesi da rendere possibile ciò che a giugno scorso non lo era? Semmai che le casse dello Stato sono ancora più vuote di allora!

Ma non è solo una questione di conti pubblici. Mettiamo pure che Salvini alle Europee ottenga un ottimo risultato e Di Maio vada malissimo. Che cosa cambierebbe? In Parlamento assolutamente nulla: i 5stelle continuerebbero ad avere una schiacciante maggioranza sull’alleato leghista che a quel punto, se davvero volesse una seria riforma fiscale, potrebbe solo fare cadere il governo per cercarne un altro oppure tornare a votare. Ma Salvini smentisce e giura fedeltà a Di Maio per l’intera legislatura. E allora? E’ tutto teatro!?

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3 Responses

  1. Francesco B. ha detto:

    Purtroppo i nostri cari governanti di qualsiasi colore, di destra, di sinistra o di centro, vanno sempre e soltanto a prendere i soldi dove sono sicuri di trovarli, ovvero dai pensionati e dai lavoratori dipendenti!

  2. roberto b ha detto:

    Intanto ai pensionati verrà decurtata la pensione dal primo aprile, non vedo nessun’altra categoria essere tartassata come i pensionati. Le scorse votazioni sentivo dire, gli anziani hanno rubato il futuro ai giovani a causa del grosso debito pubblico accumulato da quella generazione, ora cosa hanno da dire quelle stesse persone?
    un saluto roberto b

  3. Xfactor ha detto:

    Romano Prodi è stato molto chiaro: “L’Europa è la garanzia per il domani dei nostri figli. La bandiera blu deve stare sempre accanto al tricolore italiano”. Salvini non ha mancato di far pervenire la sua replica piccata e ironica, quasi con tono da presa in giro: “Non esporrò la bandiera dell’Ue. Anche se ne avessi avuta l’intenzione, se lo chiede Prodi è il motivo giusto per non farlo”.

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