Matteo Salvini lo avevano già condannato senza appello, invece…

di Alessandro Sallusti. Grillini e sinistra, opinionisti e presunti esperti di diritto lo avevano già condannato senza appello: Matteo Salvini va processato e condannato per il blocco dei porti del 2019.

Invece non solo non la pensano così i pm che hanno in mano il suo fascicolo e che per ben due volte hanno chiesto il suo proscioglimento, ora anche il Gup il giudice che deve decidere sul rinvio a giudizio ha seri dubbi sulla fondatezza dell’ipotesi di reato (sequestro di persona).

Al punto che ieri, invece che dare il via libera al processo, il Gup ha deciso per un approfondimento chiamando come testimoni il premier Conte, Di Maio, gli allora ministri Toninelli e Trenta oltre all’attuale ministra dell’Interno Luciana Lamorgese.

Il prototipo del colpevolista militante si chiama Gianrico Carofiglio, ex magistrato, ex senatore del Pd, oggi scrittore famoso per il suo ego smisurato che esibisce con arroganza in numerosi salotti televisivi. L’altra sera, ospiti io e lui da Lilli Gruber a Otto e mezzo, con un tono accecato dall’odio ha contestato la mia tesi innocentista sul leader leghista: lei non sa nulla di giustizia – mi ha apostrofato – io invece ne so, conosco i codici e dico con certezza che il reato c’è stato. E giù con una complicata e noiosa lezioncina di diritto penale.

Carofiglio, in linea con la migliore tradizione della sinistra, spaccia per verità assoluta ciò che non lo è, come dimostra l’udienza di ieri nella quale più di un magistrato in servizio ha avuto seri dubbi o addirittura escluso la colpevolezza di Salvini.

In quanto a seminare odio, a manipolare la realtà e abusare del potere (mediatico, politico o giudiziario che sia) i democratici Carofiglio d’Italia non sono secondi a nessuno, al loro confronto Matteo Salvini è una educanda.

Resto convinto che bloccare i porti in quel modo sia stata una mossa politicamente efficace, per quanto inutile (o comunque con effetti marginali) nella pratica. Ma sono altrettanto convinto che alla democrazia e all’immagine del Paese, rispetto a quelle forzature, abbia fatto assai più male questa inchiesta farsa, indipendentemente da come andrà a finire.

Se in questa storia c’è un sequestrato non è certo il povero immigrato. Qui hanno provato a sequestrare la libertà fisica di Matteo Salvini e, cosa più grave, la libertà d’azione della politica.

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1 Response

  1. Giacomo-TO ha detto:

    “Resto convinto che bloccare i porti in quel modo sia stata una mossa politicamente efficace,”
    Personalmente invece ritengo che dimettersi da MINISTRO sia stato un macroscopico errore politico.
    SALVINI è un buon comunicatore, ma un pessimo stratega politico. Prenda esempio da Di Maio che è restato ben saldo alla sua poltrona.
    Abbandonare una posizione conquistata è un errore enorme che si paga, ovvero lo stiamo pagando tutti con questa invasione in corso.

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