Matteo Renzi: i miei primi 30 mesi di governo.

di Matteo Renzi. Abbiamo nel cuore ancora il dolore di questi giorni. Un dolore che per intere famiglie non passerà mai. Ma un dolore che non deve farci perdere la capacità di reagire, come ieri ha detto il sindaco di Amatrice al termine dei funerali. L’ho scritto nell’E-News di lunedì: il Governo c’è, pronto a fare la propria parte, lavorando con tutti senza alcuna distinzione di colore politico per la ricostruzione di quei territori e per il progetto Casa Italia. Ma i danni sono tanti anche in Umbria e in Abruzzo e noi non vogliamo lasciare solo nessuno, nessuno. In particolar modo penso agli anziani nelle tende. Ieri un gruppo di bambini sfollati con le loro famiglie in Umbria
mi ha detto che per rallegrare il campo di San Pellegrino a Norcia avrebbero organizzato dopo cena la baby dance: che bella l’Italia quando – nonostante tutto – non si piega!
1. L’evento di Ventotene è qualcosa più di un simbolo. È l’idea che l’Europa abbia un futuro, non solo un passato. E la costruzione di questo futuro passa attraverso i valori, non solo la burocrazia. Attraverso la cultura, non solo la finanza. Attraverso la crescita, non solo l’austerity. Sono contento che l’Italia giochi un ruolo in questa direzione e sento forte il sostegno su questo punto di tanti italiani, anche di molti che magari non la pensano come noi su tante altre cose.
2. La riforma della pubblica amministrazione va avanti. Abbiamo approvato altri decreti legislativi d’attuazione a cominciare da quello che lega le carriere dei dirigenti pubblici più ai risultati che alla rendita di posizione. Con un grande investimento in formazione. Procediamo centimetro dopo centimetro perché lo Stato sia sempre più efficiente. Ed efficace. Passo dopo passo il cammino delle riforme continua senza sosta.
3. Il referendum Basta un sì. Il sito www.bastaunsi.it riprende oggi la campagna elettorale dopo una settimana di lutto. Ai comitati che si stanno iscrivendo (siamo oltre tremila, fantastico! Ma ne aspettiamo altri) arriverà in queste ore la prima lettera organizzativa. Chiedo a chi vuole darci una mano di farlo anche attraverso i social: qui su facebook, qui su twitter. E naturalmente attraverso il contatto personale. Questo referendum non riduce gli spazi di democrazia come qualcuno vorrebbe far credere: più semplicemente riduce le poltrone, senza toccare minimamente il sistema dei contrappesi. Basta leggere il quesito referendario per rendersene conto. Ma perché questo messaggio passi a tutti i nostri concittadini occorre l’impegno personale di ciascuno di noi. Basterà dire la verità e raccontare il merito del referendum. Se vince il no, rimane tutto come adesso. Se vince il sì, finalmente si cambia. Si rende il Paese più semplice. E io dico anche più giusto.
Ma questa E-News vuole essere anche un momento di verifica. Siamo bombardati dai numeri, dalle statistiche, dalle cifre. E sembra impossibile conoscere la verità. La rete, meraviglioso strumento di conoscenza e libertà, è piena di insidie e di seminatori di odio e di bugie. L’altro giorno qualcuno è riuscito a insinuare e far circolare l’idea che mentre mi stavo facendo il segno della croce ai funerali in realtà stessi scrivendo al telefono utilizzando un fermo immagine e costruendoci sopra un racconto talmente squallido da non meritare altri aggettivi. Tuttavia dire la verità in modo semplice e chiaro, offrire numeri e cifre è possibile. Poi ognuno si fa una propria opinione. Ma i numeri sono chiari. Le cifre non mentono. Troverete alla fine di questa email delle slide semplici. Per i primi due anni di Governo, a febbraio scorso, abbiamo lanciato la campagna #ventiquattro. Ventiquattro slide per ventiquattro mesi. Oggi che siamo arrivati a due anni e mezzo facciamo la stessa cosa con l’hashtag #Trenta. Trenta mesi, trenta slide. Le trovate qui. Come stavamo prima dell’arrivo del nostro governo, come stiamo adesso. I numeri, non le chiacchiere. Ovviamente c’è ancora molto da fare: l’Italia deve lavorare sodo, deve lavorare duro. Ma credo sia giusto che ciascuno si faccia un’idea partendo dalla realtà dei fatti, dalla realtà dei numeri. Avanti tutta, tutti insieme! Matteo Da anni l’espressione “Chiedere l’amicizia” è diventata parte della vita quotidiana di molti di noi, utenti di questo social network. Solo in Italia siamo quasi trenta milioni! Memore degli studi latini di Zuckerberg, gli ho regalato una copia del “De amicitia” di Cicerone, uno dei capolavori letterari della Roma antica. Abbiamo discusso su come valorizzare nel modo più efficace possibile Facebook nel governo della cosa pubblica. E di come la nostra cultura – anche il latino – sia colonna portante della difficile stagione che stiamo vivendo. Questa E-News invece vuole aggiornarvi su tutto ciò di cui in questi giorni non abbiamo parlato, ovviamente. Come era giusto e doveroso che fosse, considerata l’emergenza. Sarò molto sintetico.
Un sorriso, Matteo.
______________________________________________________________________________

LA REPLICA. di Luigi Di Maio. I dati sulla disoccupazione in Italia diffusi oggi dall’Istat sono un bollettino di guerra!
1) Solo a luglio abbiamo perso 68 mila posti di lavoro indipendenti (una strage di professionisti e imprenditori: l’Italia riparte? Certo!).
2) Aumentano quelli che perdono le speranze di trovare un’occupazione +53 mila (ma saranno sicuramente dei gufi).
3) 51 mila donne hanno perso il loro impiego e altre 52 mila hanno perso le speranze di trovarne uno (attendiamo una dichiarazione della Presidente Boldrini).
4) Negli ultimi 12 mesi abbiamo perso 135 mila posti di lavoro tra i cittadini con meno di 50 anni e la disoccupazione giovanile sfiora di nuovo il 40% (la riforma Fornero miete altre vittime).
Il Governo Renzi ha sperperato oltre 10 miliardi di euro per l’inutile quanto pericoloso Jobs Act. Li poteva investire in sicurezza degli edifici, quello si che avrebbe creato lavoro, ma soprattutto salva le vite. E’ ridicolo parlare di “Casa Italia” dopo i terremoti. Prima si sperperano miliardi di euro in Leggi che piacciono solo alla Germania e alla Banca Centrale Europea, e poi si annunciano piani antisismici che non hanno coperture economiche proprio perché a Bruxelles non ci permettono di fare investimenti a debito. In un Paese democratico, dopo questi dati, il GOVERNO SI SAREBBE GIÀ DIMESSO.

You may also like...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *