Mafia Spa, la piu’ grande azienda d’Italia!

E poi dicono la crisi! Se c’è un’impresa che in Italia non conosce questa parola è la Mafia. La criminalità organizzata di stampo mafioso è, infatti, la più grande azienda e la prima banca in Italia: le organizzazioni mafiose gestiscono un giro d’affari da 170-180 miliardi, con un utile che supera i 100 miliardi al netto di investimenti e accantonamenti, e hanno liquidità per 65 miliardi. È quanto emerge dallo studio “I costi dell’illegalità e la lotta alla criminalità organizzata” condotto da Unimpresa. Secondo l’indagine, un quinto degli imprenditori, più di un milione di soggetti, è vittima di reati quali racket, truffe, furti, rapine, contraffazioni, abusivismo, appalti, scommesse e pirateria. La “Mafia Spa” – spiega lo studio di Unimpresa – è una vera e propria holding company, è la più grande azienda del Paese e la prima banca italiana. Condiziona il mercato, fa i suoi prezzi e butta fuori i concorrenti. Solo il “ramo commerciale” della criminalità organizzata rappresenta quasi il 10% del Pil nazionale (superiore a quello di Estonia, Slovenia, Croazia, Romania). Del resto, i ricavi di cui dispone la criminalità organizzata vanno ad alimentare un mercato parallelo a quello legale, addirittura maggiore di quello che tiene in piedi il Paese. Le vittime dirette della criminalità organizzata sono in primis le imprese che si ispirano alla legalità e alla correttezza verso i consumatori, i dipendenti, i risparmiatori: «Le imprese – sottolinea la ricerca – che, in silenzio, si confanno ai canoni fondamentali dell’etica sociale di impresa». «In certi contesti – spiega il professore Luigi Scipione, autore del libro e membro del comitato di presidenza di Unimpresa – quelli caratterizzati da una sedimentata arretratezza, la criminalità ha assunto un ruolo di mediazione sociale ed economica, di interfaccia con la politica e le istituzioni, di sostituzione del welfare statale». Matteo Renzi si è impegnato a far diventare la lotta alla criminalità organizzata la priorità del governo e delle Istituzioni: ”Questo impegno io lo assumo”, ha scritto su Repubblica, assicurando la volontà di portare il tema delle mafie in Europa ”perché non è più solo un problema italiano”. E propone immediati ed urgenti interventi contro quella che ormai viene definita la ‘Mafia SpA’: istituzione del reato di autoriciclaggio; ripensare lo strumento della certificazione antimafia”; sistemi di controllo per individuare la provenienza dei capitali illeciti e contro i prestanome; la riforma dell’Agenzia Nazionale Beni Confiscati; assicurare alle aziende confiscate agevolazioni fiscali e creditizie; scioglimento dei consigli comunali e nomina del Commissario anticorruzione; infine sostegno alle vittime.

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