Ma quanto inquinano questi gretini!

di Alessandro Sallusti. Ho visto ieri migliaia di ragazzi sfilare felici e pacifici per le vie di Milano per protestare contro la modernità che a loro dire provoca i cambiamenti climatici.

Poi li ho rivisti sfiniti bivaccare attorno ai locali fast food del centro, quelli per intenderci gestiti dalle multinazionali, abbuffarsi con pizze e panini imbottiti di quantità industriali di schifezze prodotte in serie e attrezzati con forchette, bottiglie e bicchieri di plastica che ore dopo giacevano ancora abbandonati nei pressi. Infine li ho visti sfollare imbufaliti perché il contemporaneo sciopero dei mezzi pubblici, più o meno inquinanti, impediva loro di tornare a casa nel modo più comodo e veloce. Mi è venuta voglia di abbracciarli per la loro manifesta ingenuità e contraddizione, siamo stati tutti ragazzi e oggi lo dico con una certa invidia tocca a loro.

Sempre ieri ho visto delegazioni di questi ragazzi essere ricevute e riverite da alcuni dei loro nemici del «potere costituito» che sta avvelenando il mondo.

A Milano dal sindaco Beppe Sala, il fan di Greta che ha inaugurato quell’Expo che attirò milioni di visitatori giunti in aereo da tutte le parti del mondo, colui che ha incentivato (per fortuna, diciamo noi) l’innalzamento di nuovi grattacieli e l’espansione di moderni quartieri grazie ai quali Milano sta nel Gotha mondiale delle città più commerciali, tecnologiche, lussuose e ricche del mondo.

A Roma invece ho visto l’abbraccio dei gretini con il ministro della Scuola, Lorenzo Fioramonti, il cui partito ha dato via libera alla Tav, al Tap, all’Ilva di Taranto e a tante altre cose per noi utili ma che fanno inorridire gli ambientalisti. Lui dice di poter salvare il mondo anche se nell’ultimo anno (nel precedente governo era viceministro) non è riuscito a salvare, impresa almeno all’apparenza più a portata di mano, settanta edifici scolastici che sono miseramente crollati lui regnante.

I politici più che la terra vogliono salvare sé stessi, nel senso di garantirsi il voto dei neo e futuri diciottenni affascinati da Greta. E questi ci cascano, ignorando che la terra, comunque vadano le cose, sopravviverà come ha fatto fin dall’origine a qualsiasi cambiamento climatico. A rischiare siamo solo noi e non sarà una tassa sulle merendine o il car sharing a garantirci la salvezza. Semmai, oltre che piantare un alberello, dovremmo costruire qualche bunker.

Così, tanto per non fare la fine dei dinosauri che, pur non inquinando, furono spazzati via in men che non si dica da una catastrofe climatica, non attribuibile all’ uomo che era di lì da venire.

You may also like...

2 Responses

  1. Anita75 ha detto:

    La modernità non sempre è sinonimo di progresso, sviluppo e d emancipazione. A volte per essere moderni ci si mette un orecchino o un bel tatoo, ma questo non significa automaticamente essere giovani e vieppiù “moderni”!

  2. roberto b ha detto:

    Possiamo chiamare modernità l’ilva? Possiamo chiamare modernità le centrali elettriche a carbone? La icmesa di seveso, il petrolchimico di marghera, l’inquinamento delle falde acquifere, ecc. ecc….. Se lei vuole questo tipo di modernità, non capisco per quali interessi, se la tenga pure. E meglio l’energia prodotta dal carbone o dal fotovoltaico? la mia scelta e già fatta ed è sicuramente questa la vera modernità.
    un saluto roberto b

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *