M5S: è battaglia contro gli affitti d’oro. E gli stipendi d’oro?

di Riccardo Fraccaro M5S Camera. Il Pd colpisce ancora: il ‘NO’ all’emendamento del M5S contro gli affitti d’oro è la prova che Renzi cambia verso, nel senso che di fronte agli sprechi si gira dall’altra parte. Altro che taglio ai costi della politica, il primo atto del premier incaricato è a favore dei privilegi: siamo pronti alle barricate. Abbiamo presentato un emendamento al dl enti locali per modificare la norma del Governo Letta e assicurare la possibilità di disdetta dei contratti per la pubblica amministrazione e gli organi costituzionali, stabilendo entro il 30 giugno 2014 il preavviso di recesso. Renzi ha fatto le consultazioni con i palazzinari e, con il soccorso di Forza Italia e Lega Nord, ha bloccato questa proposta di modifica. Del resto, lo stesso Scarpellini (Milano90), beneficiario degli affitti d’oro, ha ammesso alla stampa di gestire anche le sede del Pd, il Nazareno. Con la bocciatura dell’emendamento M5S, la Camera non potrà più recedere dai palazzi Marini, che costano 24 milioni di euro, e non si potranno più tagliare i 21 miliardi di euro che la pubblica amministrazione spende ogni anno per le locazioni, senza incorrere in interpretazioni ai danni dell’erario. Renzi difende sprechi e privilegi perché rappresenta solo la casta e le lobby. Il M5S farà una battaglia durissima in Aula e nelle piazze per cancellare definitivamente lo scandalo degli affitti d’oro.

__________________________________________________________________________________________ TUTTI INSIEME DICIAMO BASTA AD “AFFITTI & STIPENDI” D’ORO. I lavoratori, i disoccupati, i cassintegrati, i pensionati e i cittadini italiani tutti, confidano che il M5S cancelli definitivamente privilegi, agi e benefit della casta, facendo pulizia di tutti gli scandali e le ruberie che hanno impoverito il Paese nel nome della giustizia, dell’uguaglianza sociale e del popolo sovrano. A partire dagli “Affitti d’oro” senza dimenticare l’altrettanto scandalosa vicenda di “Stipendi & Pensioni d’oro”! 
I lavoratori, i disoccupati, i cassintegrati, i pensionati e i cittadini italiani tutti confidano che il M5S porti avanti, facendola propria, anche la battaglia intrapresa da ‘freeskipper’ contro lo scandalo degli “Stipendi d’Oro”! 
Noi ci crediamo, perchè crediamo, più di ogni altra cosa, nel fatto che non è vero che “loro”, i politici, sono tutti uguali. Non è vero che l’esempio dei 5stelle, gli unici che hanno mantenuto la promessa elettorale di ridursi lo stipendio una volta eletti, non è valso a niente! Non sarà servito ai mestieranti della politica, incollati da una vita alle poltrone e che continuano ad incassare assegni e vitalizi scandalosi per quel che fanno e per come lo fanno, ma certamente è servito alla gente che tira a campare con pensioni e stipendi da fame e che presto sarà chiamata alle urne.
L’esempio dato dai consiglieri, dagli assessori, dai sindaci e dai parlamentari del MoVimento5stelle è servito senz’altro a riaccendere la speranza che “se si vuole si può cambiare”, in tutti quei cittadini che un tempo facevano i salti mortali per arrivare a fine mese e che oggi quel mese non sanno neppure come iniziarlo: disoccupati, cassintegrati, esodati, pensionati, lavoratori con retribuzioni dimezzate dall’entrata in vigore della moneta unica e che poco possono per stare al passo con il costo della vita.
Se in ogni settore lavorativo e produttivo, non solo nell’ambito circoscritto alle cariche elettive delle istituzioni, venisse recepito l’esempio dei 5stelle, invece di attuare lo sporco ricatto di sottopagare gli attuali occupati per mantenere il posto di lavoro, avremmo certamente la moralizzazione di certi stipendi. 
Questo occorre all’Italia, ma con estrema urgenza, non le solite chiacchiere! 
Considerata la gravità, senza precedenti, dell’attuale crisi economica e il malessere sociale che attanaglia il Paese, rivedere e correggere il sistema retributivo italiano urge più di qualsiasi altra riforma o legge elettorale che dir si voglia.
Se l’esempio dei 5stelle sortisse un effetto domino non solo sugli stipendi di tutti i politici, ma anche e soprattutto sugli stipendi dei manager sia pubblici che privati, si realizzerebbe una redistribuzione più equa della ricchezza del Paese, attualmente concentrata nelle mani di pochi, e si starebbe tutti meglio
L’economia nazionale riprenderebbe una boccata d’ossigeno, la gente con qualche soldo in più in tasca tornerebbe a spendere, i negozi a vendere, le imprese a produrre e ad assumere personale.
Ma fino a quando ci saranno personaggi che – oltretutto senza alcun merito particolare, anzi, a volte con l’aggravante di averci ridotto così come stiamo – continuano ad incassare valanghe di euro, non ci sarà nessunissima speranza per l’operaio, il commesso, l’impiegato e l’Italia tutta, di risalire la china.
Fino a quando lorsignori continueranno a spartirsi tra di loro una torta le cui fette più consistenti vengono fagocitate sempre dai soliti personaggi e dagli amici degli amici, al popolo – che ormai lavora quasi esclusivamente per pagare le tasse – non resteranno neppure le briciole e arriverà qualcuno che spegnerà quella famigerata luce in fondo al tunnel perché l’Italia non sarà più in grado di pagare la bolletta della Troika!

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