L’indiscutibile vittoria di Renzi alle elezioni amministrative.

di Gerardo Lisco. Le notizie e le dichiarazioni di questi giorni a proposito della sconfitta di Renzi e del suo partito sono una chiara manifestazione di idiozia politica. Renzi non è stato sconfitto alle elezioni amministrative. Bene ha fatto a dichiararlo ai quattro venti. Ha perfino ragione quando sostiene che il caso Genova dimostra che è l’idea di alleanza di centrosinistra ad uscirne sconfitta. Prodi, Veltroni, Franceschini, Orlando fino agli esponenti della galassia delle sigle di sinistra una cosa devono fare
e cioè prendere atto che il PD è altro rispetto all’idea di fondo che ne ha ispirato la nascita abbandonandolo al suo destino. L’Ulivo, l’Unione hanno incarnato la Terza via italiana e il PD innestandosi su questa via ha visto alla fine prevalere la sola identità Neoliberista. Che l’Ulivo e l’Unione abbiano incarnato la “Terza via” in Italia è ampiamente dimostrato. Non è un caso che la prefazione a “La terza via” di Giddens sia stata scritta da Prodi, il Manifesto del PD è stato redatto da Michele Salvati e ricordo a tutti gli incontri organizzati da D’Alema con gli esponenti delle “terze vie” Clinton, Schroeder, Blair finalizzati alla costruzione de l’Ulivo internazionale. Dimenticare o peggio negare questi dati vuol dire non guardare in faccia la realtà. Come tutte le “Terze vie” anche l’esperienza italiana è già da tempo arrivata al capolinea. Il PD nasce nell’ottobre del 2017 all’indomani della crisi economica degli hedge found. La proposta politica del PD già allora non era la risposta per una fuoriuscita dalla crisi da sinistra e nemmeno da centrosinistra. Il PD nasce sulla scia della “Terza via” e segue, fino in fondo, il processo di trasformazione che lo vede diventare una formazione politica neoliberista, tecnocratica schierata a difesa degli interessi delle oligarchie finanziarie. Con Renzi il processo si completa e adesso siamo ai dettagli. L’obiettivo di Renzi è quello di completare il processo di trasformazione del PD in una lista personale sul modello di quanto ha fatto Macron in Francia. Il movimento ‘En Marche!’ di Macron non nasce dal nulla così come si vuol far credere. Ha in se, proprio come il PD di Renzi, esponenti del PS, di movimenti politici centristi e liberali. Uniti tutti dalla comune ideologia neoliberista, tecnocratica e nella difesa di una U.E. Carolingia. Continuare come fanno gli esponenti della Sinistra e del centrosinistra ad attaccare Renzi sottolineando la presunta sconfitta alle amministrative sperando in questo modo di aprire la trattativa in funzione di future alleanze è fuorviante e contribuisce a creare un clima di sfiducia in quei milioni di elettori che invece invocano la nascita di un soggetto politico, di sinistra e/o di centrosinistra, alternativo al PD renziano. Agli elettori di sinistra/centrosinistra, a differenza del ceto politico, è fin troppo chiaro che il PD non ha nulla a che vedere con loro. Renzi è a capo di una propria formazione politica e gode di un consenso totale assoluto. Alle primarie è stato eletto segretario con circa il 70% dei consensi. Questo dato certifica che la base elettorale stessa del PD è mutata. Dell’elettorato originario è rimasto poca roba vista l’altissima percentuale di astenuti. Renzi dicevo ha in mente di completare il processo di trasformazione del PD sul modello del movimento di Macron. Come Macron ha fatto affidamento per la futura formazione del Governo sul MovDem anche Renzi fa affidamento su Forza Italia. Pur in presenza di differenze tra il contesto politico francese e quello italiano lo schema di gioco è sostanzialmente lo stesso. Anche Renzi, come Macron, tutela quei ceti sociali che per interesse sostengono la costruzione di una U.E. Carolingia, tecnocratica, liberista ed oligarchica. La vicenda delle banche venete come quella che riguarda i debiti dell’Expò sono l’ulteriore prova della volontà politica di perseguire l’obiettivo di ristrutturare il sistema Italia in funzione degli interessi Mitteleuropei e dei ceti sociali che in Italia traggono profitto da tale modello di U.E.. Gli elettori di sinistra/centrosinistra al ballottaggio delle recenti amministrative, astenendosi, hanno mandato, per l’ennesima volta, un messaggio chiaro e inequivocabile. Hanno detto che non sosterranno mai un accordo con il PD anche senza Renzi. Il fine, per questi elettori, continua ad essere la costruzione di una proposta politica di sinistra utile ad uscire dalla crisi. Ai ceti politici di sinistra/centrosinistra resta davanti un’unica possibilità prendere ispirazione dal Labour di Corbyn e dire in modo chiaro che la loro è una proposta politica alternativa al PD di Renzi riconoscendo nel PD e non solo in Renzi l’avversario da battere.

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