Liberi, uguali, divisi e incoerenti. di Francesco Cecchini

di Francesco Cecchini. A proposito di eventuali accordi con M5s il presidente del Senato e Líder Máximo di Liberi e Uguali, Pietro Grasso, è possibilista: “Dopo il voto valuteremo la situazione…”.
Laura Boldrini presidente della camera, e anche lei libera e uguale, chiude però a qualsiasi alleanza con i pentastellati. Grasso in un’intervista a SkyTg24 le ribatte: “Comprendo, però poi decide qualcun altro…”. Un confronto abbastanza duro tra i due leader di LeU. Comunque va detto che Pietro Grasso si presenta come un Líder Máximo molto democratico e con una buona relazione con Massimo D’Alema. “Non sono un uomo solo al comando, non mi sento un leader’ sono convinto che la politica non possa essere fatta così. Io sono a capo di un gruppo dove c’è pluralismo. Ed ho ottimi rapporti con tutti e pure con D’Alema”.
LIBERI E UGUALI E IL PARTITO DEMOCRATICO IN LOMBARDIA E IN LAZIO. Elezioni regionali. Liberi e Uguali in Lombardia dice no, anche se non unanime, a Giorgio Gori del Partito Democratico, e gela così le speranze Dem di un aiuto libero e uguale al candidato renziano, nel difficile tentativo di rimonta al centrodestra. A nulla sono valsi appelli e trattative. Nel Lazio vi è un accordo ufficiale per appoggiare il Partito Democratico. La trattativa è stata affidata a Pietro Grasso che ha detto “Ho convocato anche per il Lazio un’assemblea dei delegati regionali che mi hanno dato un mandato per trattare con il presidente Zingaretti, che ricordo è in carica, per portare avanti politiche di sinistra”. Da Zingaretti, ha aggiunto, possono arrivare “segnali di discontinuità”. Via libera all’intesa annunciato dal leader di Leu: “Ci sono tutte le condizioni per costruire un’alleanza di sinistra”. Contento il governatore uscente e candidato del Pd, Zingaretti: “Abbiamo trovato punti di incontro e condivisione importanti che saranno utili a cambiare ed essere più forti” Laura Boldrini ha in questo caso una posizione favorevole a un accordo, “non si possono fare alleanze solo ‘contro'”. Matteo Renzi in un certo senso ha sbattuto la porta in faccia alla buona volontà libera e uguale: “Se c’è l’alleanza non sono in grado di influenzare un partito che notoriamente non mi ama. E’ il partito di Massimo D’Alema…”.
ALTRE DIVISIONI. Un articolo di Ernesto Milanesi sul Manifesto del 14 gennaio informa che in Trentino, mentre i Verdi entrano in Liberi e Uguali, MDP si sta staccando.
ANTONIO BASSOLINO LIBERO E UGUALE. Bassolino, che è stato nelle istituzioni per decenni: in Parlamento da deputato, al Comune di Napoli da Sindaco, in Regione Campania da Presidente, sembra voler candidarsi per Liberi e Uguali per avere quella poltrona in Parlamento che il PD non gli concede. La Campania è stata ed è il teatro della crisi dei rifiuti dei rifiuti e resterà senza dubbi tra le pagine più nere della nostra storia. a è ancora relativamente recente. Ovviamente disastri di quella portata non hanno mai un unico responsabile e sarebbe ingiusto trovarne uno solo in Antonio Bassolino, che essendo stato Presidente della Regione per 10 anni Commissario straordinario del Governo sui rifiuti ed ex Sindaco di Napoli non può essere esonerato da critiche. Inoltre c’è stata la bonifica di Bagnoli fiore all’occhiello del suo programma da Sindaco al fine di raggiungere l’obiettivo di cambiare lo scenario dell’ex polo siderurgico orientale, riconvertendolo in zona turistica e balneare. Dopo 30 anni Bagnoli resta un deserto incompiuto e un disastro ambientale. Bassolino ha inevitabilmente legato il suo nome, da un punto di vista politico, a quella vicenda e il suo esito inglorioso rappresenta, anche per lui, una pesante sconfitta. Inoltre nel Partito Democratico dove ha militato fino ad poco fa si è sempre dichiarato renziano.
CONCLUSIONI. Divisioni e presenza di personaggi come Bassolino, che si aggiungono ai Bersani, D’Alema e compagnia bella, confermano che Liberi e Uguali è una “sinistra” che non serve alla sinistra. Una scelta di palazzo, senza creatività, che vede D’Alema e Bersani come i principali autori, che, va detto, hanno sostenuto e non sconfessato, le politiche liberiste dei governi Monti, Letta, Renzi e Gentiloni. Non ha la forza e la creatività delle vicende politiche di Jean-Luc Mélenchon in Francia con France Insoumise, di Jeremy Corbyn in Inghilterra o di Pablo Iglesias con Podemos e Izquierda Unida in Spagna. Quello che sta avvenendo è uno sostanziale scontro elettorale tra correnti dell’area dem, PD ed ex PD, con anche singoli accordi, vedi elezioni regionali in Lazio. Tutto quanto in armonia con la prima proposta del Líder Máximo Pietro Grasso di abolire le tasse universitarie per tutti gli studenti favorendo quelli provenienti da famiglie ricche. Anche il cattivo giorno si vede dal mattino.

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