Li abbiamo provati tutti: bianchi, neri, rossi e gialli. Ma restiamo sempre nella ‘_ _ _ _ _’ crisi più nera!

di Redazione. L’Ilva è solo la punta dell’iceberg dello sfascio. Il “Sistema Italia” è in crisi ormai irreversibile da troppo tempo e ha dimostrato a chiare note che noi italiani, sempre pronti a dividerci in tutto e per tutto e sempre pronti a fotterci gli uni con gli altri, non siamo un “popolo”, ma una sommatoria di individui, laddove ognuno pensa ai fatti propri e a curare il proprio orticello.

E l’orticello di cui siamo capaci non sono le grandi imprese che infatti sono state tutte svendute allo straniero, ma le piccole e medie imprese del “lavoro nero”, le partite Iva del “con o senza ricevuta fiscale?”.

Siamo un popolo di scrittori, giornalisti, opinionisti, artisti e creativi… buoni solo a fare chiacchiere e a sfornare pizze e spaghetti accompagnati dall’irrinunciabile mandolino. Per tutto il resto, ovvero per la grande impresa e per il governo del paese, siamo letteralmente degli “incapaci”.

La soluzione sarebbe quella di svendere non solo l’Ilva e l’Alitalia, ma tutto il “Pacchetto Italia” al migliore offerente, e poi rassegnarci a fare i camerieri, i cuochi e le guide degli stranieri.

Ma abbiamo bisogno degli stranieri con il soldo in tasca, quelli da “spennare a mestiere”, non certo di quei poveri disgraziati che arrivano sui barchini. E allora a fottere lo straniero, come abbiamo sempre fatto nella nostra storia, non ci batterebbe più nessuno!

Ma il continuare a fotterci gli uni contro gli altri ci sta portando alla rovina!

Oggi più di ieri, abbiamo bisogno di qualcuno che venga qui a “comandarci” e a farsi “fottere”, ma senza costi aggiuntivi per i “furboni del quartierone”.

Il fatto è che anche lo ‘straniero’ si sta italianizzando e s’è fatto “furbo”: fino a quando c’è da prendere, prende, poi fa fagotto, saluta e se ne va. Ilva docet.

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4 Responses

  1. Valentina-NA ha detto:

    Le preferenze c’erano nella prima repubblica e sappiamo tutti come è andata a finire. Quindi caro giacomino da torino non è più una questione di regole, leggi e decreti, ma di uomini! Se non cambiano gli uomini, il loro modo di essere, di pensare e di agire , non è certo un’altra legge elettorale che potrà salvarci dallo sFASCIO!

  2. G. Pedullà ha detto:

    Chissà per quale motivo il premier Giuseppe Conte e un bel pezzo della maggioranza si stanno logorando sull’inutile e illegale scudo penale inventato per dare l’Ilva agli ex pretendenti di ArcelorMittal. Questi signori hanno già abbandonato l’affare, e anche gli osservatori più ingenui hanno capito che la revoca dell’immunità è la foglia di fico usata per coprire la vergogna della fuga, dovuta alla crisi del mercato dell’acciaio. Eppure Conte continua a spingere per ripristinare questa garanzia di tipo medioevale, rischiando di trasformarsi da avvocato del popolo in azzeccagarbugli a favore dello straniero, incassando la sua prima sconfitta d’immagine.

    A seguirlo in questo strategia disastrosa sono i renziani, gran parte del Pd e persino qualche Cinque Stelle in libera uscita incurante del fatto che con un tale precedente si fornirà domani a chiunque l’alibi per commettere altri reati, e non solo ambientali. Il rispetto della legalità e del diritto di uno Stato a far rispettare leggi uguali per tutti non può essere svenduto, ed è curioso che a difendere questo principio siano rimasti Luigi Di Maio e la quasi totalità del Movimento, con in testa i portavoce pugliesi, mentre i cosiddetti partiti sovranisti pur di dare contro l’Esecutivo rafforzano la battaglia legale con cui gli indiani sperano di sottrarsi alle loro responsabilità.

    Ora, siccome non è facile stare in paradiso a dispetto dei santi, dal Governo ci sarebbe da attendere ben altra strategia, a partire da un bel arrivederci a Mittal in tribunale, e poi un piano per risolvere strutturalmente il problema. Al primo di questi punti c’è che un’acciaieria in un centro urbano non ci può stare, e quindi per restare tra i produttori si chiude lo stabilimento e lo si riapre più moderno e sostenibile distante da decine di migliaia di persone. Secondo passaggio è l’affidamento del progetto a una newco con dentro gli investitori interessati (Arcelor vinse una gara) e il temporaneo sostegno pubblico (si è parlato di Cassa Depositi). Questo nuovo soggetto potrà chiedere le ingenti risorse europee del green new deal e riassumere i lavoratori. L’abbiamo fatta facile? Può darsi, ma questa è una traccia di politica industriale. Quella che nel nostro Paese manca da tempo.

  3. Marino-VE ha detto:

    Secondo il mio modesto parere anche con le PREFERENZE la situazione non cambierebbe: difficile PREFERIRE tra chi ti vuole ammazzare a fucilate o a pistolettate!

  4. Giacomo-TO ha detto:

    Il nocciolo della questione è a mio modesto avviso questo: SEnza preferenze l’elettore non scegli il suo rappresentante ergo questo una volta eletto non ha debiti con l’elettore ma esclusivamente con il Segretario del partito che l’hamesso in lista al posto giusto.
    Se TIZIO è eletto con le preferenze, deve la sua elezione agli elettori – se non è eletto con le preferenze se ne impippa degli elettori che hanno votato solo il simbolo.
    La nostra democrazia da tempo è diventata una leaderocrazia è inutile negarlo.
    Il Parlamento da tempo è solo il NOTAIO del Governo:decreti legge,… a go go.
    Come alle Comunali e Regionali, si deve tornare per il Parlamento alle preferenze: Io scelogo non solo il simbolo ma il nome di chi mi andrà a rappresentare e se mi delude io non lo voto più. Tutti i partiti hanno preferito eliminare le preferenze, così il potere dei Partiti e dei leader è cresciuto.
    Salvini & C. perchè non propongono di tornare alle preferenze, questo è il primo passo per cambiare, insieme al dimezzamento dei parlamentari:1.000 sono troppi per 60 milioni di abitanti, troppi e troppo troppo troppo costosi.

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