Le leggi si fanno studiando le carte, non prendendo i like.

di Matteo Renzi. L’Italia che vola in finale a Wembley fa emozionare e gioire un intero Paese. A questo serve lo sport: a regalarci emozioni comunitarie che i ragazzi di Mister Mancini hanno dato in queste settimane a ciascuno di noi. GrazieForza Azzurri!

Polemiche assurde sulla legge contro l’omotransfobia. Sta accadendo la stessa cosa di gennaio 2021: tutti a darci contro, soprattutto chi non sa di che cosa stiamo parlando. Quelli che non sanno come funziona il Regolamento del Senato, quelli che non conoscono i rapporti di forza, quelli che vivono di slogan senza approfondire: oggi pontificano a reti unificate. Poi, tra qualche settimana, faranno come con il Conte/Draghi: si accorgeranno che le cose non stavano come influencer e media raccontano. E fischietteranno facendo finta di nulla, magari provando a intestarsi il risultato come stanno facendo con Draghi.

Allora. Una legge sui diritti civili in questo Paese c’è perché io ho messo la fiducia. L’ho fatta prendendo i voti della destra di Alfano e Verdini, perché senza di loro non ci sarebbero stati i numeri. Di Maio e i Cinque Stelle, infatti, come al solito, all’ultimo minuto si tirarono indietroUna legge sull’omotransfobia è necessaria. Per farla si possono scegliere due strade:
A) Andare al muro contro muro, ma facendo così rischia di saltare;
B) Trovare un compromesso e utilizzare i diritti come occasione di incontro, anziché come bandierine ideologiche per singoli partiti in crisi d’identità.

La Lega ha fatto ieri con il senatore Ostellari una proposta che la fa uscire dall’ostruzionismo: è un punto di partenza sul quale si può lavorare e trovare un accordo. Come pure l’accordo è a portata di mano sul testo di Ivan Scalfarotto. Andando al muro contro muro, invece, può darsi che la legge salti all’ultimo miglio, affossata a scrutinio segreto. Io penso che convengano a tutti equilibrio, prudenza e buon senso. Noi vogliamo la legge. C’è una maggioranza amplissima per votare la legge. La legge rischia di essere affossata solo da chi si impunta sulle proprie bandierine: quando si fanno le leggi bisogna essere pronti ad accogliere anche le opinioni degli altri. Voler imporre agli altri il proprio testo, senza aprirsi al dibattito, è la cosa meno democratica che possa fare un parlamentare.

Invece, da quando abbiamo proposto di trovare una soluzione io ricevo email con minacce di morte. Quelli che dovrebbero sostenere una legge contro l’odio, mandano messaggi d’odio che stiamo raccogliendo con certosina pazienza. Ivan Scalfarotto è stato attaccato da una dirigente del PD di Civitavecchia, con l’espressione “frocione di m”. Lisa Noja ha sottolineato come Marco Travaglio “per parlare dei crimini d’odio, faccia sfottò su chi ha problemi di salute mentale. Dovrebbe imparare che la lotta alle discriminazioni parte dal linguaggio e dal rispetto delle persone che subiscono ogni giorno lo stigma della diversità. È che proprio non ci arriva”. Lucia Annibali riceve email con scritto “Sei una bastarda al pari del tuo carnefice”.

Questi sono quelli che vogliono approvare una legge contro l’odio. Vi rendete conto? Noi vogliamo votare la legge e abbiamo approvato la calendarizzazione per il prossimo 13 luglio. Pensiamo però che sia assurdo andare al muro contro muro quando si potrebbe votare tutti insieme una buona legge. Sapete che chiedono di cambiare il testo molte femministe storiche, il gruppo “Se non ora quando – Libere” ed associazioni come Arcilesbica? Diamo delle leghiste anche a loro?

***

A proposito: a chi ci dice che io sono come Salvini avevo risposto nel libro (“ControCorrente“, che uscirà martedì prossimo e che è già prenotabile qui). Ho fatto anche la versione audio del libroQui trovate il pezzo in cui rispondo a chi dice che sono come Salvini. Poi siamo sotto attacco da parte degli influencer, come Chiara Ferragni, che dice: “cari politici fate schifo”, con un messaggio imbarazzante per superficialità e qualunquismo. Avendo rispetto per tutti, ho dato la disponibilità a un dialogo pubblico con Chiara Ferragni per raccontarle come funziona il Regolamento del Senato e come funzionano le leggi. Ci sono 24 milioni di persone che ieri hanno visto il messaggio di Chiara Ferragni secondo la quale i politici fanno schifo. Io difendo la dignità della politica e ho risposto quinel silenzio di quasi tutti i miei colleghi, che hanno paura a mettersi contro una persona con 24 milioni di follower. Io credo che si debba tornare a dare dignità alla politica. E anche se dovessi rimanere l’ultimo a combattere per questo, lo farei a testa alta. Il populismo ha già fatto troppi danni a questo Paese.

Amici, io non ho paura di niente e di nessuno. Abbiamo mandato a casa un Governo che faceva della popolarità il proprio punto di forza, spiegando che in politica non bisogna essere popolari ma bisogna essere competenti. Possono odiarmi quanto vogliono, io faccio ciò che penso sia utile al Paese. Le leggi si fanno studiando le carte, non prendendo i like. E questo è il senso del libro “ControCorrente” dedicato – molte settimane fa, ben prima delle polemiche della Ferragni – proprio “a chi sa ancora riconoscere la differenza tra politici e influencer” Lì abbiamo raccontato come abbiamo mandato a casa Conte e aperto la strada a Draghi. Anche allora ci prendevano per pazzi e ci insultavano. Oggi l’Italia è più forte. Il resto non conta.

Un sorriso

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