Le imprese italiane delocalizzano, per qualche dollaro in più!

di Francesco Della Rovere. Il grande Adriano Olivetti diceva: “Il termine utopia è la maniera più comoda per liquidare ciò che non si ha voglia di fare, capacità o coraggio di fare. Un sogno sembra un sogno finché non si comincia da qualche parte: solo allora diventa un proposito, cioè qualcosa d’infinitamente più grande”.
Un capitano d’industria, Adriano Olivetti, di una ingegnosità incommensurabile: se messo a confronto con l’intera categoria italiana, basta dire che anche il primo computer al mondo fu una sua invenzione! Peccato che altri “capitani d’industria” per sporco guadagno abbiano affossato ciò che egli aveva costruito per il benessere della sua grande famiglia, come definiva i suoi dipendenti. Un uomo, Adriano Olivetti, assolutamente unico nei rapporti umani con la gente che gli stava accanto. Altro che la delocalizzazione delle fabbriche in Romania o altrove come hanno fatto in tanti. Pensate, solo nel Veneto, in pochi anni, la delocalizzazione ci è costata oltre 14.000 aziende. Tutte, “Per qualche dollaro in più”: come recita un vecchio western. Per questi ultimi, dal mio modesto punto di vista, tanto varrebbe privarli della cittadinanza italiana.

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