Largo ai nonni, il lavoro ha i capelli grigi!!!

La crisi finanziaria dal 2008 ad oggi ha bruciato 21,3 milioni di posti di lavoro nei Paesi del G20, creando 37 milioni di giovani disoccupati! La crisi occupazionale, che nel Vecchio Continente dilaga peggio della peste bubbonica di manzoniana memoria, non risparmia certo il Belpaese che – in virtù di una pessima riforma del sistema pensionistico – trattiene i giovani a casa, magari parcheggiandoli in qualche università, e manda i nonni a lavoro finchè speranza di vita li assista!!!
Nulla di strano quindi se la classe dirigente italiana impegnata nella politica, nell’economia e nella pubblica amministrazione registra un’età media di 59 anni, la più alta tra tutti i Paesi Europei!
È quanto emerge dal primo report sull’Età media della classe dirigente italiana nel tempo della crisi, presentato nel corso dell’Assemblea dei giovani della Coldiretti e realizzato in collaborazione con l’Università della Calabria.
Il record è toccato dai manager delle banche, a pari merito con i vescovi in carica e dai rappresentanti del governo, rispettivamente con 67 e 64 anni, seguiti dai professori universitari con 63 anni. I più giovani sono i dirigenti delle aziende quotate in Borsa con 53 anni. Ma all’estero non è proprio così!
Se il presidente del Consiglio, Mario Monti ha 69 anni e i ministri più giovani, Renato Balduzzi e Filippo Patroni Griffi, hanno 57 anni, in Gran Bretagna David Cameron è diventato primo ministro a 43 anni, Tony Blair a 44, John Major a 47 e Gordon Brown a poco più di 50.
Tra i parlamentari, evidenzia la Coldiretti, l’età media dei senatori è di 57 anni e quella dei deputati 54. Nelle ultime 3 legislature sono stati eletti soltanto 2 under 30 su 2.500 deputati, anche se il peso dei 25-29enni è pari al 28% della popolazione eleggibile.
Oggi solo un deputato su 630 ha meno di 30 anni e appena 47 sono gli under 40 mentre gli over 60 anni sono 157. Un’anzianità che, per quanto riguarda la burocrazia, va ad incidere secondo cittadini e imprese, sulla scarsa attenzione per le nuove tecnologie che potrebbero portare più efficienza o snellimento delle procedure.
Ecco che l’età media dei direttori generali della Pubblica amministrazione è di 57 anni, che sale a 61 per le aziende partecipate statali. La situazione migliora nel privato dove gli amministratori delegati delle aziende quotate in Borsa a Milano hanno in media 53 anni.
Sul fronte universitario un quarto dei professori ha più di 60 anni, contro il 10% in Francia e Spagna e l’8% in Gran Bretagna, 3 su 16 mila gli ordinari con meno di 35 anni e 78 gli under 40. I segretari regionali dei sindacati dei lavoratori, infine, secondo il report, hanno in media 57 anni e 59 quelli delle organizzazioni di rappresentanza di industria e commercio, mentre nell’agricoltura in Coldiretti, l’età è di 47 anni.

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