L’alimentazione in età scolare e nell’adolescenza.

di Francesca Marra. Mangiare bene e in allegria: così i ragazzi che crescono possono imparare da subito le corrette abitudini a tavola.

In condizioni di normalità e buona salute nell’età scolare e nell’adolescenza ogni prescrizione dietetica dovrebbe perdere di significato; numerosi studi hanno, infatti, dimostrato che ogni bambino avviandosi a diventare adulto se lasciato ad un regime di dieta libera sia riguardo alla qualità del cibo sia riguardo al numero delle razioni alimentari, mangerà, in modo più o meno vario, tutto ciò che gli serve per vivere e crescere in modo regolare.

Tuttavia, pur tenendo conto della straordinaria adattabilità dell’organismo umano sano è importante, in questa fase della vita, non imporre una dieta quanto introdurre al più presto abitudini dietetiche corrette; vale a dire far sì che “il nutrirsi” continui ad essere un fatto naturale e gradevole e non si trasformi, per esempio, in una forma di ricatto.

L’età scolare e l’adolescenza sono fasi molto delicate e importanti in cui l’organismo rapidamente si trasforma e la velocità di accrescimento staturale può raggiungere, in certi periodi, anche i 10 centimetri l’anno, comportando, oltre all’allungamento delle ossa, un aumento di volume della massa muscolare, del tessuto adiposo e di tutti gli organi.

Attualmente, l’abitudine a consumare fuori pasto merendine, patate fritte, gelati, a frequentare i fast food in cui il menù è sempre troppo ricco di grassi e di proteine, porta spesso gli adolescenti a una condizione di sovrappeso preoccupante.

L’adolescenza infatti è, dopo il primo anno di vita, l’età in cui è più probabile l’insorgenza di disturbi su base alimentare.

La dieta mediterranea a base prevalentemente d’amidi (pasta, pane), grassi vegetali (olio d’oliva), cereali e verdura è ottimale anche per il bambino in età scolare e per l’adolescenza: essa fornisce la giusta quantità di principi nutritivi e se usata con oculatezza, consente di attuare precocemente una profilassi nei confronti dell’obesità, diabete e malattie cardiovascolari.

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