L’abolizione dei vitalizi è solo il primo passo verso la giustizia e l’equità sociale.

Il primo passo per eliminare ingiustizie, privilegi e disuguaglianze è stato compiuto oggi, abolendo i vitalizi degli ex parlamentari che ogni mese intascavano tante centinaia di euro in più di pensione rispetto ai contributi realmente versati nelle casse dell’Inps.
simply_publisher = 49769; simply_domain = 103825; simply_space = 219499; simply_ad_height = 60; simply_ad_width = 468; simply_callback = ‘https://www.freeskipper.it’; var cb = Math.round(new Date().getTime()); document.write(”); Il secondo passo sarà quello rivolto a portare giustizia ed equità tra i normali ‘cittadini-lavoratori-pensionati’. Ovvero, tra coloro che, illo tempore, sono andati in quiescenza con le ‘pensioni baby’ e con il ‘sistema retributivo’, e coloro che, invece, in un domani assai incerto e remoto, dovrebbero essere collocati a riposo a 70 anni e con quattro soldi di pensione per via dell’attuale ‘sistema contributivo’. Non togliendo nulla ai primi al di sotto di una certa soglia, e inserendo nella riforma previdenziale un ‘meccanismo’ che assicuri ai futuri pensionati un assegno non molto dissimile dall’ultima busta paga, come già avvenuto per i loro padri.
Il terzo passo, ma non per questo meno urgente, consisterà nel rivedere le retribuzioni degli impiegati di Camera e Senato, del Quirinale e di tutti quei posti, insomma, dove solo in virtù della vicinanza fisica al potere, si continuano a percepire i famigerati ‘stipendi d’oro’! Perché dare a questi impiegati dello Stato ‘diecimila euro’ al mese se svolgono un lavoro che in altri uffici della pubblica amministrazione non permette di arrivare neppure a mille e cinquecento euro?
Cittadini, lavoratori e pensionati, restano in attesa di un sollecito riscontro da parte del “governo del cambiamento”.

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