La Storia del Tour.

di Alberto Sigona. Prosegue la nostra storia a puntate della corsa ciclistica più amata al Mondo: Il Tour de France.

6^ PUNTATA: ASPETTANDO IL NUOVO RE DI FRANCIA.

1965 GIMONDI TRIONFA: L’ITALIA E’ …FELICE
Jacques Anquetil, che aveva vinto le quattro edizioni precedenti (1961- 1964), non fu alla partenza nel 1965 (i maligni dicono che prese questa scelta perché con una nuova legge il doping diveniva illegale…). Felice Gimondi, neoprofessionista di soli 23 anni che alla vigilia non doveva nemmeno disputare il Tour, pur partendo come gregario di Vittorio Adorni (poi ritiratosi), si aggiudicò contro ogni pronostico la corsa gialla. Conquistò la vittoria generale davanti a Raymond Poulidor, eterno 2°. Per l’Italia fu l’ottavo trionfo. Gimondi, ottimo cronoman, riuscì a difendersi in salita dagli attacchi di Poulidor (sul Mont Ventoux il nostro Gimondi vide avvicinare Poulidor da 3’12’’ a 34’’) che giungerà a Parigi con 2’40’’ di ritardo. L’Italia occuperà anche il gradino più basso del podio con Motta. Azzurri che in quella trionfale edizione vinsero 5 tappe (3 con Gimondi, 1 con Durante e Fezzardi) e indossarono la m.g. ben 19 volte, sempre con Felice.
Dopo il successo di Gimondi l’Italia per rivincere il Tour avrebbe dovuto aspettare ben 33 anni…In carriera il Nostro si fregiò in primis di 3 Giri d’Italia, 1 Vuelta, 1 Roubaix, 1 Sanremo, 2 Lombardia e soprattutto di 1 Mondiale.

1966 LA FAVOLA DI AIMAR E LE PRIME AVVISAGLIE DOPING
Nel ’66 il Tour fu vinto a sorpresa dal francese Aimar con 1’07’’ sull’olandese Janssen e 2’02’’ sul solito Poulidor. Lucien Aimar era un gregario del cinque volte vincitore del Tour Jacques Anquetil. Anquetil, lontano dai tempi ruggenti, aiutò Aimar a vincere il Tour, per essere sicuro di negare la vittoria al suo rivale Poulidor. Aimar avrebbe trionfato con 1’07’’ sull’olandese Janssen, in un Tour avaro di emozioni. In questa edizione però vi furono le prime serie avvisaglie del doping, una piaga che nel giro di alcuni decenni avrebbe messo in ginocchio la corsa. Durante il Tour 1966, infatti, si sparse la voce che ci sarebbe stato un test antidoping, e tutti i ciclisti meno Raymond Poulidor, il favorito degli appassionati francesi di ciclismo, lasciarono i loro alberghi. Gli altri ciclisti inscenarono uno sciopero per protesta durante la nona tappa, smontando dalle biciclette e proseguendo a piedi spingendole. Alla fine ripresero a pedalare, ma solo dopo aver discusso con gli ufficiali di gara. L’Italia indossò la maglia gialla in una occasione con De Pra e vinse 4 tappe con “cuore matto” Bitossi, De Pra, Mugnaini, e ancora Bitossi.

1967 UN ALTRO OUTSIDER ALLA CORTE DI FRANCIA
Il Tour del 1967 venne funestato dal fatale collasso di Tom Simpson sui pendii del Mont Ventoux. In base ai risultati l’autopsia, concause della morte furono il caldo e le anfetamine da lui assunte per migliorare la propria prestazione (due confezioni di anfetamine furono trovate nella tasca posteriore della sua maglia). Simpson è per questo motivo considerato una delle prime vittime del doping. La corsa fu vinta anche stavolta da un outsider, il francese Roger Pingeon, il quale ipotecò la Boucle già dopo 5 tappe grazie ad una fuga-bidone in una semplice tappa pianeggiante, per poi difendersi egregiamente in salita. Ormai la corsa gialla degli ultimi anni era appannaggio delle seconde linee. A vincere il Tour non erano soltanto dei campioni ma degli outsider che in modo più o meno fortunoso riuscivano ad ergersi sul gradino più alto del podio, per delle vittorie che rimanevano pressoché isolate in carriere-meteore. Questo di certo non era disdegnato dai tifosi ma svalutava il prestigio incontaminato della kermesse. Al 3° posto in codesto Tour si classificò Balmamion, Italia. Azzurri che si fregiarono inoltre di 4 tappe equamente divise fra M.Basso e Gimondi. Indosseremo anche la m.g. con Polidori, 1 giorno.

1968 ALL’INSEGNA DELL’INCERTEZZA
E un Tour più che mai all’insegna dell’incertezza. Van Springel (BEL) conquista la maglia gialla alla 19^ tappa, vantando pochi secondi su Janssen (OLA). L’ultima frazione, una cronometro, vede prevalere Janssen di 54’’ sul rivale fiammingo. Il successo andrà al tulipano olandese (iridato ’64) per 38’’, il minor distacco di sempre. Egli fu il secondo corridore nella storia dopo Robic ad aver vinto il Tour senza aver indossato per le strade la maglia gialla. L’Italia vinse 2 tappe con “Cuore Matto” Bitossi.
Questo fu l’ultimo Tour che segnò un’epoca di transizione, in cui non vi era un campione in grado di svettare nettamente sugli altri. Nel ’69 infatti il mondo del ciclismo avrebbe assistito alla nascita di una nuova stella…

You may also like...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *