La solitudine degli uomini digitalizzati.

di Francesco Alberoni. Questa è un’epoca di solitudine, perché devi restare in casa, non puoi andare fra gli altri, non puoi in realtà andare da chi vorresti; se lo fai, ti accorgi che siete entrambi isolati dentro una scatola televisiva.

Questo vi impedisce di cambiare relazioni, di espandere il vostro orizzonte, vi frena, vi blocca, vi limita e lo fa tanto più quanto più il vostro ambiente è limitato.

Coloro che sono isolati diventano sempre più isolati, gli impotenti sempre più impotenti. L’uguaglianza di tutti nell’isolamento isola ancora più i deboli, i poveri, i disoccupati, i malati, i vecchi.

Questa condizione di segregazione, di emarginazione, crea nuove invisibili classi sociali e in più crea un’atmosfera collettiva che riduce gli stimoli a fare, a cambiare, a innovare, rallentando la vitalità del Paese. In questo processo di differenziazione giocano poi sempre più due fattori decisivi, lo sviluppo della digitalizzazione in ogni campo e le difficoltà dell’apprendimento continuo in età avanzata.

Il mondo digitale richiede una nuova scolarizzazione, l’apprendimento di una nuova lingua universale, nuove modalità di relazione e di organizzazione. Quindi porta ad emergere una nuova classe sociale che li conosce. E, in parallelo, una gran massa di deprivati senza futuro fra cui cresce la sfiducia e il rancore.

Come si rimedia a questo processo di isolamento, differenziazione?
I giovani devono percorrere, finché possono, la via della digitalizzazione, dell’intelligenza artificiale e dell’apprendimento continuo. Ma io sono convinto che molti altri, non solo giovani, possono espandersi innovando nelle attività tradizionali, nell’abbigliamento, nella casa, nell’agricoltura, nell’artigianato, nella meccanica di pregio.

Teniamo infatti presente che nel mondo unificato ci saranno delle immense classi agiate e qui noi italiani possiamo fare molto combinando la nostra raffinatezza e la nostra sensibilità artistica con le più elevate tecnologie. E queste non sono attività che si spengono con l’età, ma sono sempre raffinabili, perfezionabili. Ci sono campi in cui si apprende sempre e dove abbiamo anche i canali per offrire a tutti strumenti di apprendimento.

Fonte : https://www.ilgiornale.it/news/cronache/solitudine-degli-uomini-digitalizzati-1927174.html

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