La sforbiciata alle auto blu.

In queste ore gira su Facebook un “testo tarocco” che elenca tutti i provvedimenti che avrebbe preso il Presidente francese François Hollande nei suoi primi sessanta giorni di Governo. Leggiamo – sorridendo ma anche sognando – che Hollande avrebbe “abolito il concetto di scudo fiscale [definito ‘socialmente immorale’, nda]”, avrebbe “emanato un urgente decreto presidenziale stabilendo un’aliquota del 75% di aumento nella tassazione per tutte le famiglie che, al netto, guadagnano più di 5 milioni di euro all’anno”, avrebbe “decurtato del 25% lo stipendio di tutti i funzionari governativi, del 32% di tutti i parlamentari, e del 40% di tutti gli alti dirigenti statali che guadagnano più di 800 mila euro all’anno” e con i soldi risparmiati avrebbe “assunto 59.870 laureati disoccupati”, “varato [con quei soldi, nda] un piano per la costruzione di 4.500 asili nido e 3.700 scuole elementari”, ” istituito un fondo garanzia welfare che attribuisce a donne mamme single in condizioni finanziarie disagiate uno stipendio garantito mensile per la durata di cinque anni” e molto altro ancora. Ma udite, udite – la notizia che ha creato più scalpore è che Hollande avrebbe “abolito del 100% le auto blu!”. PRATICAMENTE UNA SECONDA RIVOLUZIONE FRANCESE!!! Ora, che in certi casi, quando la gente è stremata dalle tasse e dalla crisi, quando gli stipendi sono quelli che sono e la minaccia di “povertà” bussa insistentemente alla porta di casa, è normale che il cuore prenda il sopravvento sulla ragione e ci può anche stare “la burla”! Ma questa di Hollande è una bufala troppo grossa!!! Nessuno ha la bacchetta magica e certi processi, ammesso che si inneschino, sono per forza di cose graduali. L’importante è comunque “iniziare” il cambiamento! Le “auto blu” sono da anni al centro di una estenuante polemica, qui in Italia. Negli ultimi mesi di crisi, a causa delle dieta ferrea del Governo Monti, tra Imu e imprese che falliscono, i temi economici sono diventati ancora più scottanti. Toccano il senso comune di iniquità sociale e l’argomento di come vengono spesi i soldi pubblici interessa tutti coloro che quei denari li hanno tirati fuori a fatica dalle proprie tasche!!! Comunque, venedno a noi, nei primi sei mesi del 2012 si sono concretizzati i primi risultati dei decreti di agosto 2011 e gennaio 2012 per la riduzione delle auto blu che scendono sotto quota ottomila (7.837), con 1.884 vetture in meno a fine giugno, -19,4% rispetto da inizio 2012. Mentre il ministro Patroni Griffi ”esprime soddisfazione” per il trend ”stabilizzato al ribasso” e avverte: ”Adesso bisogna fare di più”, preannunciando l’arrivo a breve di ”nuove indicazioni per l’uso sempre più limitato delle auto di servizio, affinchè sia chiaro a tutti che non si tratta di uno status symbol ma solo di uno strumento per lavorare meglio”. La riduzione delle auto della P.A. ”procede in modo spedito. E’ è un capitolo importante del piano di spending review del governo”, ha ricordato il ministero, comunicando i dati per i primi sei mesi del 2012 del censimento permanente sulle auto blu, quelle di rappresentanza che nella pubblica amministrazione sono state assegnate personalmente ai vertici delle amministrazioni o sono comunque guidate da un autista, che ”scendono significativamente”. Ed è ”in calo anche il totale delle vetture pubbliche”, con un parco auto che al 31 giugno è di 60.551 (comprese le 124 in uso a organi costituzionali). ”I dati del censimento delle auto della Pubblica amministrazione sono positivi. E desidero esprimere soddisfazione per quanto è stato fatto nelle amministrazioni centrali dello Stato”, commenta il ministro. La sforbiciata è infatti ”più accentuata nelle amministrazioni centrali rispetto a quelle locali” (anzi, in alcuni enti locali il dato sarebbe anche in controtendenza, con un aumento delle auto di rapresentanza), rileva il ministero. Mentre il quadro nazionale ”continua a vedere uno sbilanciamento della presenza percentuale delle auto con autista nelle regioni del Sud”, con percentuali di auto blu sul totale del parco auto pubblico che oscillano dal 25,3 al 33,6% in Molise, Puglia, Calabria, Campania, Sicilia e Basilicata a fronte di percentuali, nel Nord, che vanno dal 2,5% dell’Emilia Romagna all’8,2% della Lombardia. ”Ma proprio al Sud – indica il ministero – si iniziano a registrare alcuni casi di contrazione”. Il ministero renderà noti ”tra qualche giorno” anche i dati del monitoraggio sui costi connessi all’uso di auto blu. Nei primi sei mesi del 2012 sono state 582 le dismissioni di auto blu; negli altri casi sono cambiate le ”classificazioni”: per adeguarsi alle nuove disposizioni più stringenti sono state destinate ”ai servizi operativi senza autista vetture precedentemente assegnate ad personam”.

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