La procedura d’infrazione, forse non la meritiamo? di Antonello Laiso

di Antonello Laiso. L’Italia è stata uno dei Paesi fondanti l’Unione Europea, quando questo è avvenuto ci sono state una serie di regole, di strette legislazioni riguardanti tutti i paesi aderenti all’Eurozona.

Tra le tante, il rispetto del deficit prefissato in proporzione al prodotto interno lordo, alla crescita, ed eventuale procedura d’infrazione quando dopo richiami scritti, il paese facente parte in sofferenza non si adegui ad uno stretto rigore o dimostri che tale eventuale ipotetico sforamento sia congiunturale e/o provvisorio legato ad eventi eccezionali che possano rientrare.
Tante volte l’unione Europea ci è venuta incontro quasi amorevolmente come un padre fa con un figlio che sta sbandando dalla retta via, avventurandosi in quella strada che si rivelerà sicuramente pericolosa per il suo futuro.
Con chi vogliamo prendercela, con l’Europa tutta della quale facciamo parte? Con la Merkel tante volte venuta in nostro soccorso lo stesso dicasi di Junker, questi sono fatti dimostrabili dalla storia, dalle pagine di stampa e non sognati dallo scrivente in una notte di luna piena al quale il lupo ulula senza motivo.
La procedura d’infrazione che l’Unione Europea dovrà necessariamente infliggerci fa parte di regole che abbiamo sottoscritto noi stessi, anzi di quelle regole che abbiamo insieme agli altri paesi create.
Abbiamo speso in passato, e continuiamo a spendere soldi in deficit già di quel deficit che ci portiamo indietro degli anni, il patto di governo ha preteso situazioni che non potevano essere sostenibili, lo sapevamo in tanti, non servivano grandi economisti grandi statisti finanziari a capire che le manovre di espansione alla crescita volute che sono state decise non possono andare in quella direzione di risanamento dei conti pubblici, e via se ho i debiti non posso continuare a comprare le cose a rate… sarebbe stato logico il contrario ovvero una contrazione alla spesa ma questo sarebbe stato impopolare per qualunque governo, per qualunque colore politico. Questo si sa sarebbe riprovazione, Grecia docet.
Probabilmente tante saranno le conseguenze alla spiacevole procedura d’infrazione, lo spread già a livelli alti ed insostenibili ora (paghiamo venti miliardi di interessi all’anno ogni 100 punti in piu) salirà a livelli preoccupanti ed assolutamente insostenibili, la nostra credibilità ne uscirà intaccata, il rating delle tre sorelle sarà inevitabilmente abbassato al nostro Paese in una spirale di un tutt’uno di un cane che si morde quella coda che tanto gli duole. Ma dopo potremo dire che la colpa non è nostra ma dell’Europa… che ci sta contro.
La Troika detterà legge come previsto, quindi scenderà di tanto anche la popolarità del Governo, ovvero l’Italia sarà commissariata.
Probabilmente questo sara l’inizio di una fine, ovvero il Governo verrà meno per la mancanza di fiducia di uno dei due alleati.
Non ci vuole un sensitivo per scrivere e prevedere questo, a questo punto l’unica cosa che potremo fare è baciare ma nella nostra dignità quel Santo Rosario con la speranza che ci aiuti.

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