La politica egemonica tedesca rischia di fare a pezzi l’UE. di Yvan Rettore

di Yvan Rettore. Non ho mai amato la Germania né come territorio e ancor meno come lingua e cultura (che conosco bene dato che vengo da un Paese in gran parte germanico).
Ho sempre considerato quel Paese noioso, monotono e triste e questo anche se ne conservo buoni ricordi professionali (meno sul piano umano) legati all’epoca di quando mi ci recavo spesso come operatore commerciale internazionale.
Non sono mai stato attratto nemmeno dai grandi esponenti della filosofia tedesca che sono stati poi la base ideologica delle peggiori derive totalitarie del secolo breve.
Già quando la Germania era divisa in diversi stati, la volontà egemonica di nazioni germaniche come Austria e Prussia fu all’origine di non poche tensioni in Europa che poi sfociarono progressivamente (specie dopo l’Unità tedesca nel 1871) nella Prima Guerra Mondiale che poi fu la causa anche della Seconda.
L’unico periodo di tregua di questa costante volontà egemonica della nazione tedesca c’è stato soltanto fino al 1989 quando la Germania Ovest per via della Guerra Fredda era sì una grande potenza economica, ma ridotta ad un nano politico.
Il crollo dei blocchi ha riportato in auge la cronica volontà (mai sopita) egemonica della Germania con i risultati disastrosi che ormai si vedono, perché ha usato l’UE e l’Euro per aumentare la propria potenza economica e finanziaria a scapito di altri e ricorrendo a “stati satelliti” come i Paesi Bassi o l’Austria per imporla.
Ad un certo punto, il Regno Unito (che già aveva dovuto subire l’espansione di grandi gruppi tedeschi nella sua economia e finanza) ha deciso di sbattere le porte all’UE, mentre altri paesi come Francia e Italia sono rimasti in una posizione attendista.
Ora con la crisi in atto si vede quanto deleteria è stata la presenza della Germania nella integrazione dell’Europa, perché l’ha sempre vista in funzione dei propri interessi ed opportunismi, e non in una chiave solidale e di reciproco sostegno che dovrebbero essere la base di un vero e proprio stato federale.
Attraverso la politica egemonica della Germania nella UE, lei ha potuto gonfiare una espansione economica e finanziaria artefatta per diversi lustri a danno di altri Paesi di quell’area.
Ora però come ogni truffa degna di questo nome, siamo alla resa dei conti e se la Germania non scenderà dal proprio piedistallo è ovvio che i Paesi la cui crescita è stata compromessa anche dalla sua politica finanziaria imposta alla BCE rischia di compromettere seriamente il progetto europeo se non di farlo naufragare del tutto.
Con una prussiana come la Merkel alla guida della Germania c’è poco da essere ottimisti.

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