La politica resta comunque “cosa loro”, ma con i nostri soldi!

Se non sei uno “ricco e famoso”, se non sei uno di “loro”, te lo puoi scordare di entrare a far parte dell’Assemblea Cittadina: il Parlamento Italiano! Montecitorio e Palazzo Madama sono ‘zona rossa’ per casalinghe, impiegati, operai, pensionati e cassintegrati. Eppure la gente per bene di questo Paese non è parte di quella società civile che “loro” sbandieravano tanto come serbatoio naturale dal quale attingere per il rinnovamento dell’attuale classe dirigente? Macchè! Hai voglia poi a dire che la democrazia è il governo del popolo, che la sovranità appartiene al popolo e che la politica è partecipazione. Se non sei uno di “loro”, un giornalista “schierato”, un togato “targato”, un avvocato “di parte”, un imprenditore “sostenitore”, un professore “politicizzato”, uno sportivo “sponsorizzato”, una belloccia “ben appoggiata”, ti fanno sì partecipare, ma ad attaccare i “loro” manifesti, a distribuire i “loro” volantini, a raccogliere le firme per “loro” conto, a prendere l’acqua, il vento, il freddo e il caldo nei gazebo, a discutere e registrarti nei loro blog, a cinguettare con “loro” su twitter, a dargli il voto, ma poi tutto si ferma lì! Quando si tratta di fare le liste, quando arriva il momento di decidere le candidature, sono “loro” a farle, ma nelle segrete stanze!!! E lì finisce tutta la tua partecipazione! Del resto, si sa, il mestiere del politico è uno dei più redditizi del mondo, al giorno d’oggi. Un mestiere che da tanto in termini economici e chiede davvero poco come impegno lavorativo. Un mestiere che non conosce mai la parola crisi, neppure in una fase di “anti-mala-politica” come l’attuale, e pertanto un’attività che resta ad esclusivo appannaggio di certe élite. Ecco allora che tra le ultime candidature non stupisce affatto quella del “baffone”! Le malelingue sostengono che il magistrato candidato premier, Antonio Ingroia, avrebbe voluto imbarcare Michele Santoro a bordo della sua ‘Rivoluzione Civile’, ma che al rifiuto del padrone di casa di ‘Servizio Pubblico’, abbia ripiegato sulla sua spalla di sempre Sandro Ruotolo. Fatto sta che un altro giornalista lascia il taccuino per uno scranno in Parlamento. Ed ecco com’è andato lo scambio di ‘amorosi sensi’ tra i due “civili rivoluzionari”:
Caro Antonio, accetto con entusiasmo la candidatura nella lista di Rivoluzione Civile che tu e Luigi De Magistris mi avete proposto. Ci ho pensato e riflettuto dopo aver firmato l’appello “io ci sto” con il quale donne e uomini della società civile si sono impegnati a sostenere il progetto per costruire un’alternativa di governo al berlusconismo e alle politiche liberiste del governo Monti. Non ho tessere di partito in tasca, l’unica che ho è quella dell’Anpi, dell’associazione nazionale dei partigiani, perché penso al loro sacrificio ogni volta che sento pronunciare la parola Costituzione, “la più bella del mondo” come l’ha definita Roberto Benigni. Caro Antonio, non ho dubbi quando affermi di voler difendere i valori dei nostri padri costituenti. C’è un articolo della carta costituzionale per il quale mi sono battuto in tutti questi anni e per il quale penso sia necessario battersi ancora: l’articolo 21, quello che garantisce la libertà di pensiero, la libertà di informare e di essere informati. C’è bisogno di libertà nel nostro Paese ma in gran parte del territorio nazionale questa libertà viene preclusa dalla presenza delle mafie e delle illegalità, dalle cricche che hanno impoverito la nostra terra. Penso alle parole di Norberto Bobbio che, dopo aver visto Samarcanda, scrisse che se non si era liberi in un piccolo paese del Sud non si era liberi nel resto del Paese. Caro Antonio, una studentessa di Scampìa, il quartiere di Napoli dove i clan di camorra si combattono per il controllo dello spaccio di droga, qualche anno fa mi disse che lei non si sentiva libera, che era stanca di essere considerata cittadina di serie B. Lei dava un senso concreto alla parola di “libertà negata” ricordandomi che non poteva uscire di casa per paura di una pallottola vagante. Penso alle migliaia di ragazze e ragazzi ai quali le mafie hanno tolto la bellezza dell’innocenza. Il lavoro oggi è negato ad intere generazioni. Quante imprese non investono e non producono ricchezza per le minacce della malavita o per le mazzette che sono costrette a sborsare ai politici corrotti? C’è un altro diritto sancito dalla nostra Costituzione che voglio ricordare ed è quello alla salute, alla difesa dell’ambiente. Rifiuti tossici nascosti illegalmente, discariche abusive a cielo aperto, inquinano oggi interi territori. Mafie e cattiva politica mettono a repentaglio la vita di milioni di cittadini. Caro Antonio, hai detto bene che occorre oggi sconfiggere la mafia e non solo contenerla. Ho grande rispetto per coloro che si impegnano nei partiti ma penso anche che i partiti che ci sono adesso non sono quelli a cui pensavano i nostri padri costituenti e che l’antipolitica sia figlia della cattiva politica. L’affermazione di Rivoluzione Civile può significare la nascita di un movimento che porti al rinnovamento generale dei partiti. Ho sempre pensato e detto che un giornalista deve essere indipendente. Lo penso anche ora che ho deciso di impegnarmi con te e con gli altri in questa battaglia. Con la passione di ognuno di noi. Ci sono questioni sulle quali vale la pena battersi. Mario Monicelli nell’intervista a Raiperunanotte disse che ci voleva una bella rivoluzione che in Italia non c’era mai stata. Ti ricordi quando Libero Grassi diceva: cattivi politici producono cattive leggi, buoni politici, buone leggi? La presenza in Parlamento di Rivoluzione Civile potrà realizzare i sogni di Mario e di Libero. Sandro Ruotolo
Caro Sandro, sì, ci sono questioni per le quali vale la pena battersi e provo un’immensa gioia nel pensare che ti batterai con noi e che da oggi alla tessera dell’Anpi che come me da sempre tieni nel portafoglio aggiungerai la spilletta di Rivoluzione civile appuntata sulla giacca. Anch’io come te mi auguro che l’affermazione della nostra lista possa significare la nascita di un movimento che porti al rinnovamento generale dei partiti. Per questo puntiamo sull’impegno e l’onestà della società civile, su persone capaci estranee alle logiche di potere della politica, quelle logiche che hanno portato l’Italia a questo punto di non ritorno. Sandro, ci batteremo insieme e saremo sempre di più, diventeremo moltissimi, in nome della studentessa di Scampia, in nome dell’articolo 21, in nome di quei principi sacri sanciti dalla Costituzione italiana che davvero è la più bella al mondo. Quella della quale anch’io, come te, mi sento partigiano. Antonio Ingroia

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