La “Piramide” con cui il “Faraone” Conte vuole gestire il Recovery Plan è destinata a fallire!

di Carlo Calenda. La “piramide” con cui Conte vuole gestire il Recovery Plan è destinata a fallire, perché si pensa di far fare ad altri il lavoro dei Ministri. E serve solo a salvare dal rimpasto di Governo il posto di chi siede in cima alla piramide: il “Faraone” Conte.

Invece va sostituito chi, nel Governo, non è in grado di gestire i fondi europei. E non si tratta solo dei Ministri.

Il Recovery Fund è una linea di finanziamento europeo che serve a due cose:
– colmare i ritardi dell’Italia su scuola, ricerca e investimenti;
– avviare la transizione verso un’economia green e digitale.

Conte propone di gestire i miliardi del Recovery Fund con una complessa piramide gestionale fatta da solo alcuni esponenti del Governo, qualche manager e 300 funzionari.

Ma i poteri per implementare i progetti del Recovery sono dei Ministri e una struttura parallela senza poteri creerà solo conflitti.

Noi abbiamo una proposta alternativa per non perdere questa occasione di modernizzazione del Paese.

Intanto sta ai Ministri fare il “foglio del come” cioè un cronoprogramma di lavoro per implementare i progetti. Poi si deve costituire un’unità di “Project Management” sotto il controllo della Presidenza del Consiglio, che controlli che vengano adottati gli atti.

Questo però non è possibile se nei Ministeri ci sono persone, anche per bene, ma che non hanno mai amministrato nulla: un’azienda, un grande comune o una ASL efficiente.

Basta pensare che già oggi non è possibile sapere quanti dei soldi stanziati per l’emergenza sono stati spesi e come. Azione ha calcolato che il 35/40% sono ancora bloccati.

Se il Governo non è in grado di fare il suo lavoro va cambiato. La questione non si risolve aggiungendo nuove e stravaganti strutture a piramide.

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